Il ritorno del dottor Sottile nella Cosa che cerca un leader di Luigi Covatta

Bettino ironizza via fax: «Giuliano? Un tecnocrate un grande professionista che lavora a contratto» Il ritorno del dottor Sottile nello Coso che cerco un leoder |p ■ * JUL J i * J ' } l«l SEPARATI» aROMA UASI inciampa Gigi Covatta, vecchia gloria del psi e ora una delle ombre di Giuliano Amato, mentre corre dietro al presidente dell'anti-trust. E' senza fiato ma è raggiante perché con quel discorso fatto al Circolo della Stampa Estera presentando un libro di un altro socialista, Gigno Giugni, il dottor Sottile ha risposto sì a Massimo D'Alema, ha detto che bisogna unire la sinistra italiana e farlo subito. Ma tra i tanti motivi che possono spingere il segretario del pds e l'ex presidente del Consiglio socialista a percorrere la stessa strada, Covatta ne sceglie uno: «Tutti vogliono che la prossima volta, quando sarà, il democristiano faccia il vicepresidente e non il premier». Inutile dire che quella chiave di lettura proprio nei giorni in cui l'insofferenza del pds verso il governo Prodi è elevata, è subito ridimensionata dai dirigenti pidiessini. «Facciamola almeno alzare in volo questa proposta di un partito di tutta la sinistra - ridacchia il numero due della Quercia, Marco Minnitti -, non facciamola precipitare subito giù». Ma detto questo nei discorsi di Amato e, soprattutto, in quelli di D'Alema l'argomento di una premiership della sinistra è presente. Può essere collocato domani, fra un anno, tra cinque o dieci, ma c'è. Con questa operazione di ricomposizione delle forze socialiste, con la Cosa numero due, il segretario del pds vuole ridurre, infatti, un «gap» che lo divide dalle altre forze politiche europee e che gli è stato rimproverato anche nell'ultima campagna elettorale: la prossima volta, quando sarà, la sinistra italiana vuole esprimere il candidato per Palazzo Chigi e governare con la propria faccia.Eh sì, D'Alema si è buttato in questa operazione per assolvere ad un compito storico come quello di rimettere insieme una sinistra che ha vinto le elezionma ha raggiunto il livello più basso sul piano dei voti; ha puntato su Amato per attrezzarsi alla crisi di Forza Italia e tentare di attrarre una parte degli elettori socialisti finiti con Berlusconi; sta cercando di mettere in piedi un polo socialdemocratico che insieme ad un nuovo centro sia l'embrione di uno scenario politico che coniughi il bipolarimo con i partiti più radicati nella storia del Paese. Ma insieme a tutte queste ragioni c'è anche quella di fare in modo che la prossima volta la sinistra possa aspirare direttamente alla guida del governo e non debba affidarsi a qualcun altro, ad un «estraneo». E' paradossale, infatti, che il premier italiano, come avviene nel caso di Prodi, partecipi un giorno alle riunioni dei leader del Ppe e un altro alla cena dei premier dell'Internazionale socialista. E' un'anomalia che può avvenire ancora in una «fase di transizione», come secondo D'Alema è l'attuale, ma non può diventare la norma per un Paese che vuole adottare un modello europeo. E come al solito il segretario del pds ci pensa per tempo. Del resto il problema potrebbe presentarsi prima del previsto. «Nel pds - diceva ieri Ciriaco De Mita - c'è chi dice che questo governo non tiene». E, comunque, se le cose saranno rose e fiori fra cinque anni, quando al più tardi si svolgeranno le nuove elezioni, la «Cosa Due» sarà pronta ad ogni evenienza: se esisterà ancora l'Ulivo, D'Alema potrà rivendicare per un esponente del suo «nuovo» partito - che, non dimentichiamolo, è già oggi di gran lunga il più forte della coalizione -la guida del governo se¬ condo le regole dell'alternanza; se, invece, il polo socialdemocratico dovrà contendere Palazzo Chigi ad un candidato del Centro, sarà pronta una candidatura più appetibile per l'elettorato moderato. Ieri non sono stati pochi quelli che nel salone del Circolo della Stampa Estera facevano questo discorso. «Sarà domani o fra cinque anni - ha spiegato Franco Riccio, responsabile delle Feste dell'Unità - ma vorremmo che sia uno di noi, un socialista, a governare l'Italia, sia pure in coalizione con il Ppi». «E' inutile che D'Alema dica - ha osservato, invece, Giuseppe Tamburrano, storico del psi - che lui questa operazione poteva non farla. Lui è un pragmatico, un cinico, e capisce che questa è una strada obbligata: il pds, infatti, in questo momento non governa in prima persona, deve affidarsi a Prodi. Per poterlo fare deve vestire l'abito riformista e questo D'Alema lo sa». Inutile dire che Amato potrebbe diventare in questa logica il possibile «candidato». Tut¬ to dipenderà da quando si faranno le prossime elezioni. Il personaggio, infatti, rappresenta una risorsa in questo disegno, è l'identikit tipo dell'uomo della Cosa per palazzo Chigi: è già stato presidente del Consiglio per cui non suscita timori, è socialista da sempre e nel caso l'operazione della Cosa Due andasse in porto sarebbe un compagno di partito di D'Alema. «Certo che per l'alternativa a Prodi - ammette Tempestini anche lui entusiasta per l'incontro di ieri ha più appeal Amato che Veltroni. Lui potrebbe recuperare tutti quei voti socialisti che sono finiti nel centro-destra». E se una eventualità simile si arguisce dai sorrisi che l'ex ombra di Bettino Craxi, Gennaro Acquaviva, dispensa, Roberto Villetti, uno degli ex socialisti che sta per dire addio a Dini, sposta il discorso anche su altro: «Amato potrebbe venir buono a D'Alema pure per il Quirinale...». Insomma, il problema c'è. Forse parlarne ora, quando la Cosa Due ancora non esiste, è correre troppo. Sta di fatto che ieri si è lasciato andare a congetture simili, animato da ben altro spirito, anche l'uomo che D'Alema ha evocato come «il morto» di Hammamet. «Cercherò di capire meglio - ha dichiarato con una punta di perfidia Bettino Craxi dalla Tunisia - che cosa sta succedendo, e perché. Amato è un gran lavoratore, un tecnocrate, un grande professionista che lavora a contratto». Augusto Minzolini Bettino ironizza via fax: «Giuliano? Un tecnocrate un grande professionista che lavora a contratto» stracciare le vesti, la vo stra non è una storia cri minale. preparando la riunificazione e dall'altra pare come sicchiaro e tondè una cosa chIl ritornnello CoBettino ironizza«Giuliano? Un tecun grande profeche lavora a co Nella foto grande: Giuliano Amato Sopra: l'ex segretario socialista Bettino Craxi Qui accanto: Luigi Covatta

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