Ma i «colleghi» non ci stanno
Mq i «colleghi» non ci stanno Mq i «colleghi» non ci stanno // «no» di D'Antoni e Larizza Callieri: una relazione chiusa RIMINI DAL NOSTRO INVIATO I leader di Cisl e Uil scuotono la testa. Sergio D'Antoni e Pietro Larizza non hanno gradito la relazione di Cofferati. «Un discorso non ambizioso, sulla difensiva - sentenzia D'Antoni - per quanto riguarda la politica dei redditi. Poi Cofferati ha dato uno scarso peso al tema dell'unità sindacale. Ma come si fa a liquidare in un discorso di 32 cartelle un tema così importante in cinque righe?». Condivide le critiche al governo sull'abbassamento dell'inflazione al 2,5 per cento? «Ecco, quello è stato un errore micidiale. Non ho capito bene: se l'inflazione cala, vengono penalizzate le retribuzioni? E' una considerazione sbagliata e lo dimostrerò quando toccherà a me parlare». E su una concertazione che a questo punto diventa più difficile, con i sindacati divisi, D'Antoni commenta: «Arriviamo con posizioni diverse. Deve essere comunque chiaro a tutti che la strada per àr-" rivare in Europa è quella di abbattere l'inflazione e tagliare i tassi»,; ^ Il leader della Uil, Larizza: «Trovo che Cofferati abbia compiuto nei confronti della Uil un atto di ingiustizia che poteva risparmiarsi». Cioè? «Mi riferisco al passaggio che si riferisce all'incompatibilità con la politica. E che cosa dobbiamo fare? Astenerci dall'impegno? E poi ha praticamente liquidato nelle ultime tre righe della relazione l'unità sindacale». Come liquidato? «Sì, ha detto seminiamo la semente fino a sera, la nostra sera, ha spiegato, è il prossimo congresso che si terrà tra quattro anni. Vuol dire che l'unità è rimandata almeno di quattro anni». Se le compagne di viaggio, Cisl e Uil, non sono d'accordo, ancora più critico è l'atteggiamento della Confindustria. Il vicepresidente, Carlo Callieri, afferma: «Ho trovato la relazione di Cofferati fortemente chiusa, con una difesa tenace dello Stato sociale. Ricordo che l'ottanta per cento delle spese dello Stato è rappresentato da spese di personale, di sanità di Plaudonal disdel segi «ddella o invece orso retario uri» Fiom previdenza. Se non si taglia in questi settori, dove si può tagliare? Non c'è stato e non c'è nessun attacco da parte nostra all'accordo di luglio. Ricordo che le contrattazioni aziendali si sono concluse e che 4 milioni e mezzo di lavoratori hanno già rinnovato la parte salariale relativa al biennio. I metalmeccanici debbono considerare che le loro richieste non possono essere superiori a quelle di altre categorie che hanno già firmato. Gli accordi non si fanno su posizioni ragionieristiche. La riduzione dell'orario di lavoro? Una medicina sbagliata. In Francia e in Germania hanno capito che era un errore». «Quando si ridusse di quattro ore l'orario settimanale dei meccanici spiega Callieri l'occupazione diminuì perchè le imprese investirono in automazione. Il problema allora è quello di creare forme di flessibilità di orario, una soluzione che aumenta la competitività delle imprese, consente di migliorare l'utilizzo degli impianti e di far crescere l'occupazione». Più attenuato il giudizio del ministro del Lavoro, Tiziano Treu, che cerca eli smussare gli angoli dello spigoloso discorso di Cofferati. Spiega Treu: «Mi pare che il leader della Cgil abbia focalizzato bene i problemi. Sono problemi che stiamo affrontando in collaborazione con il sindacato». Soddisfazione da parte della Fiom, l'organizzazione dei metalmeccanici della Cgil che nel congresso del giugno scorso aveva mostrato segni di insofferenza per una situazione congiunturale sempre più difficile per i lavoratori. Il leader nazionale Claudio Sabattini ha giudicato la relazione di Cofferati «ottima». Per Giorgio Cremaschi, segretario piemontese tra i più accesi sostenitori del concetto di indipendenza del sindacato, il discorso del leader della Cgil è «molto positivo. E' stata una relazione che può rappresentare un impianto unitario per questo congresso, anche se noi diamo un'interpretazione più radicale dell'autonomia». Enzo Bacarani Plaudono invece al discorso del segretario i «duri» della Fiom
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