Sinistra unita, Amato a D'Alema: «Ne vale la pena» di Barbara Spinelli

Sinistra unita, Amato a D'Menta: «Ne vale la pena» Sinistra unita, Amato a D'Menta: «Ne vale la pena» Lj ULTIMO giorno è infine venuto, nella campagna elettorale russa: il giorno di Eltsin affiancato da Lebed o il giorno di Ziuganov; il giorno dell'autocrazia postcomunista o quello del dispotismo neocomunista. Il giorno dell'apocalisse quotidianamente simulata e riprodotta comunque, perché questo è il clima che da anni regna nella nazione, questo è il tema che ricorre - perfino esplicitamente a volte - nei discorsi dei candidati alla presidenza. Ziuganov ad esempio accenna spesso alla fine biblica dei tempi, e non esita ad annunciare l'avvento di Satana proteiforme: Satana che può portare l'infame marchio sulla fronte, come nel caso di Gorbaciov, oppure che lo porta impresso sulla mano mutilata di due dita, come in Eltsin. Non contano le idee né i programmi ma invece i corpi nella loro carnale nudità, i corpi come testimoni di vitalità biologica, di capacità di sopravvivenza animale ai disastri del comunismo, del postcomunismo. Contano le eventuali malattie, le motilità, le superstizioni corporee che sostituiscono fedi, pensiero politico, razionalità. Nelle ultime settimane si son viste strane danze propiziatorie di candidati sudati, strani contorcimenti vitalistici di Eltsin prima, Ziuganov poi quando Eltsin si è ammalato. Questa riduzione alla fisicità regna da tempo nel Paese, come sempre accadde nelle sue epoche di torbidi. Non si sa se lo zar sia ancora vivo, oppure se qualcuno dissimuli la sua morte. Non si sa dove abbia sede il trono, né dove sia la legittimità del regno. Non c'è più Stato ma al suo posto anarchia, anomia, che secernono di volta in volta falsi zar, falsi Eltsin, falsi Ziuganov, i quali si agitano e fanno chiasso per provare che son falsi forse, però vivi. Più dei rapporti di esperti conviene rileggere / demoni di Dostoevskij, per capire quel che accade. Oppure Le immorie del sottosuolo, con il fascino esercitato nei russi dalla mortificazione, dal risentimento. Si capiranno così le atmosfere apocalittiche, il vuoto di fedi lasciato dal tracollo comunista, le macabre danze che preludono a feste incendiarie, autodistruttive. Occorre l'Ottocento precomunista per capire l'anima russa che si risveglia con la sua fame di passioni estreme, messianiche, con i suoi odii rancorosi per l'Occidente civilizzato, corruttore, moderato. «Da noi non le pietre cadranno, ma tutto si scioglierà in fango»: dice della Russia un personaggio dei Demoni, ed è così anche oggi che s'è dileguato il to- Barbara Spinelli CONTINUA A PAG. 4 PRIMA COLONNA ROMA. La Cgil riafferma la propria piena «autonomia critica» e promette al presidente del Consiglio, Romano Prodi, una decisa opposizione ad una manovra che rischia di ridimensionare i salari e lo Stato sociale. Aprendo a Rimini i lavori congressuali della confederazione, il segretario Sergio Cofferati ha preso le distanze dal governo, e criticato Cisl, Uil ed industriali, i primi due accusati di essere troppo deboli nei confronti dell'esecutivo, i secondi di voler smontare gli accordi del '93 sul lavoro. Parlando di finanza pubblica, il presidente d'onore della Fiat, Giovanni Agnelli, ha dato ragione al commissario europeo Monti, affermando che la manovrina è insufficiente, ma era il massimo possibile. Intanto, prosegue il dibattito sulla «Cosa 2», la nuova aggregazione fra ex socialisti e pds. Ieri il segretario della Quercia, Massimo D'Alema, ha incassato la disponibilità di Giuliano Amato. Amabile, Bacarani, Ceccarelli Patrono e Rapisarda ALLE PAG. 2, 3 E 4 INTERVISTA CON DELL'UTRI

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