Quelito era «cattivo» il Craxi «buono» di Pierluigi Battista

Ma ora l'ex leader viene riscoperto dalla sinistra come «alfiere del riformismo» Quelito era «cattivo» il Craxi «buono» Già negli Anni Settanta il pei Vaveva messo ali indice LA MEMORIA DIMENTICATA OROMA UANDO Craxi era «buono», dicono adesso. Quando Craxi non era ancora il predone del Caf, il capo-banda di Tangentopoli, il Cinghiatone da esporre al ludibrio della piazza. Fino alla fine degli Anni Settanta Craxi aveva «intuito» cose giuste, spiega Pietro Folena. Aveva intuito «meglio e prima di noi», precisa D'Alema. Aveva «anticipato», aggiunge Nicola Tranfaglia. Aveva «sprigionato energie libertarie», constata Vittorio Foa. Era il Craxi «anticraxista», chiosa Paolo Flores d'Arcais, craxiano negli Anni Settanta e anticraxiano negli Anni Ottanta. Il Craxi che ebbe «il merito di destrutturare un vecchio sistema», annota Claudio Petruccioli sul Corriere della Sera. Il Craxi buono, appunto. Il Craxi «degli Anni Settanta» che fino allo scoccar della mezzanotte inaugurerà il decennio Ottanta oggi si dimostra tutto sommato digeribile, assimilabile. Il Craxi non ancora infetto che può essere incorporato nella sinistra egemonizzata dal pds. L'alfiere del riformismo che oggi viene riscoperto a sinistra. Craxi buono? Ma negli anni del «Craxi buono», Bettino Craxi era già considerato cattivissimo, bersaglio di rancori rabbiosi e di attacchi forsennati. Quando Craxi non era ancora il protagonista della «questione morale», aveva già assunto, nella sinistra di area comunista, le fattezze del Nemico irriducibile. Il Craxi della polemica ideologica nei confronti del pei, della linea trattativista nel caso Moro, della posizione possibilista sul referendum sul finanziamento pubblico dei partiti, dell'au¬ tonomismo spinto. Il Craxi bestia nera degli intellettuali comunisti. Paolo Spriano bollava con parole di fuoco l'«agitazione propagandistica» e Inoffensiva anticomunista di cui si fanno volentieri tramite organi di stampa del psi». Biagio De Giovanni, proprio lui che molti anni dopo sarà all'avanguardia nell'opera di detogliattizzazione del pei, inveiva «contro la complessa operazione di trapianto che ha per fine di mettere un altro "cervello" sul corpo del movimento operaio». Un'operazione al termine della quale, nientemeno, brillava l'obiettivo di «sostituire la tradizione liberaldemocratica a quella marxista e comunista». L'Unità deplorava i «rigurgiti di anticomunismo»: «ogni giorno di più \'Avanti! si trasforma un uno strumento di agitazione anticomunista». Quando Craxi era «buono» era molto «anticomunista» e dunque, attorno al pei, tutt'altro che buono. Voleva «tagliare la barba al profeta» Marx, come scrisse Eugenio Scalfari, che condivideva l'operazione di barberia ma divulgava, ai tempi del rapimento Moro, l'immagine di un Craxi cattivissimo che andava umi¬ liato con un Capo dello Stato socialista, ma non craxiano, come Pertini. Con la pubblicazione del «Vangelo socialista» in cui Proudhon veniva giocato contro Marx, il gruppo dirigente del pei si sente punto sul vivo e scatena la controffensiva. Berlinguer: «E' un fatto preoccupante» questa «neo-vocazione a farci l'esame da parte dell'attuale gruppo dirigente socialista». Alche perché, diceva il segretario del pei, il più grande partito della sinistra non si ridurrà mai «ad esumare esperimenti di tipo socialdemocratico, i quali si sono limitati alla gestione del capitalismo». Aldo Tortorella biasimava la «volgarità» degli «errori antiunitari» del Craxi «buono». Giorgio Napolitano: «Non possiamo tacere la gravità di questo brusco appesantirsi della polemica nei nostri confronti» che ha come scopo «di accentuare al massimo la divaricazione tra le tradizioni e concezioni dei socialisti da un lato e comunisti dall'altro». Emanuele Macaluso: si tratta di un atto «arbitrario e pretestuoso» che vuole «giustificare operazioni politiche che ripristinino antiche discriminazioni nei nostri confronti». Due anni prima, quando il psi di De Martino era al minimo storico e il pei al suo massimo storico, nell'area comunista si considerava archiviata la «questione socialista» il cui fantasma agita ancora l'orizzonto di D'Alema. Alberto Asor Rosa sosteneva che il pei era oramai in grado di assimilare dentro di sé «Turati e Lenin». Nessuno si attendeva, dopo la congiura di palazzo del Midas, che l'emergere fragoroso della «questione socialista» avrebbe scombussolato i piani. Da qui il Berlinguer che tuona contro la «vociante offensiva denigratoria» di Craxi. Le Feste dell'Unità che esibiscono la «trippa alla Bettino». I giovani della Fgci che scandiscono «Craxi no, Lenin sì». Il giornalista tg Emmanuele Rocco che chiama Craxi «Becchino» perché «porta il psi alla fossa». Il Francesco De Martino superintervistato dalla stampa filo-pci per dire che «il psi corre il rischio di una scissione». L'Alessandro Natta che dice, rivolto agli intellettuali di Mondoperaio che scatenano l'of¬ fensiva contro l'«italo-gramscismo»; «Mi offendo». Il Fabio Mussi che bacchetta i socialisti colpevoli di voler omologare l'Italia con le prediche sull'alternanza anticonsociativa, a una «supposta nonna occidentale». L'avversione per l'odierno Craxi «buono» degli «Anni Settanta» era tale che persino Liùgi Pintor veniva colpito dall'«animosità» e dagli «sproporzionati rancori a sinistra» suscitati dal segretario socialista che si incuneava, per infrangerli, negli schemi del compromesso storico. L'«animosità» era tale che a Giacomo Mancini, l'ex segretario socialista non proprio allineato con il Craxi di allora, bastò dichiararsi a favore del referendum sul finanziamento ai partiti per veder pubblicati, sull'Unità di Alfredo Reichlin, attacchi inauditi sui suoi presunti rapporti con gli speculatori sui terreni destinati alla costruzione del Quinto centro siderurgico di Gioia Tauro. Il Craxi «buono», dicono adesso. Ma allora era molto, molto cattivo. Pierluigi Battista Ma ora l'ex leader viene riscoperto dalla sinistra come «alfiere del riformismo» Nella foto grande: l'ex segretario socialista Bettino Craxi Qui accanto: Proudhon e Francesco De Martino

Luoghi citati: Gioia Tauro, Italia