Monti insiste :manovra debole di Alberto Rapisarda

«Tagli insufficienti, Santer d'accordo con me» Palazzo Chigi: sulle cifre ha ragione, ma sarebbe una Finanziaria impossibile Monti insiste: manovra debole «Tagli insufficienti, Santer d'accordo con me» ROMA. Mario Monti insiste: i tagli previsti dal governo per l'anno prossimo sono insufficienti per far parte della moneta unica europea. «Ho rapporti di stima, rispetto e amicizia» per Prodi, ha detto rivendicando però il diritto di esprimere pubblicamente le sue preoccupazioni. Il nostro commissario europeo aggiunge che il presidente del consiglio europeo, Jacques Santer, è del tutto d'accordo con lui. «Il consiglio europeo deciderà (l'eventuale partecipazione dell'Italia alla moneta comune) all'inizio del 1998 sulla base dei dati del 1997 e secondo i criteri di Maastricht. Mi attendo che siano applicati senza deroghe» conferma Santer. Alle critiche di Monti, Palazzo Chigi replica affermando che se il commissario ha evidentemente ragione sui numeri non la ha però sulle cose da fare. Rispettare i criteri di Maastricht nel '97 - si fa notare - vorrebbe dire attuare per fine anno una manovra pesantissima, da 80-90 mila miliardi, che sarebbe impossibile. E così il governo Prodi si trova stretto tra la denuncia di Monti (sostenuta dalla collega commissaria europea Emma Bonino e subito rilanciata a gran voce dall'opposizione del Polo), le critiche del presidente degli industriali Giorgio Fossa («Piuttosto che paragonarsi a Robin Hood, Prodi pensi a essere concreto come Kohl») e, per ragioni opposte, le preoccupazioni della Cgil, le pressioni di Bertinotti e anche il disagio del maggiore alleato, il pds. Il quale si rende conto delle difficoltà del governo, ma vuole anche evitare lo scontro con Cgil (oggi andrà al congresso sindacale di Rimini) e Rifondazione. E così ieri mattina Massimo D'Alema è andato a parlare della delicata situazione col presidente della Repubblica, Scalfaro. Al quale avrebbe ripetuto che il pds è un affidabile e sicuro alleato, ma il governo Prodi deve fare bene la sua parte, deve dare maggiore prova di efficienza e di equilibrio. Nel pomeriggio Scalfaro ha ricevuto al Quirinale il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Micheli, al quale è probabile che abbia riferito le preoccupazioni e le sollecitazioni del pds. Da Palazzo Chigi Walter Veltroni, vicepresidente del Consiglio, ha cercato di disinnescare il putiferio. «La maggioranza non vacilla. Bertinotti ha espresso una opinione sul documento di programmazione. Vedremo nel prosieguo quali osservazioni possono essere accolte». E a Monti ha mandato a dire che «penso che sia meglio che commissari e governo lavorino il più possibile in sintonia». Ma sono i gruppi della maggioranza al Senato che rivolgono proprio questa richiesta al governo. Stanno esaminando la «manovrina» che dovrà tagliare 16.000 miliardi. «Gli emendamenti della maggioranza sa- ranno pochissimi, tre o quattro» avvisa il capo del gruppo progressista, Cesare Salvi. Il quale, però, esorta il governo a «ragionare insieme in quanto il Parlamento serve per questo. Altrimenti sarebbero tutti presidenzialisti. Invece, siano tutti parlamentaristi. Per questo cerchiamo di lavorare d'intesa con tutti i gruppi "fratelli"». Cioè, anche con Rifondazione. E' la prima volta che il mugugno dei gruppi della sinistra verso Prodi emerge con questa chiarezza polemica. L'accusa è che il governo ha scarsi ed inefficienti collegamenti con i gruppi parlamentari che lo sostengono, come se fosse convinto che tutto gli è dovuto senza discutere. Comunque, il pds difende compatto Prodi. Ed anche il segretario del popolari, Gerardo Bianco, spiega: «Monti potrebbe anche avere ragione, ma la sua non è la strada della politica. Quella è fatta di dati reali. Lui è un po' accademico». L'insistenza di Monti nelle critiche a Prodi ha fatto venire il sospetto, alla maggioranza, che punti a diventare il capo del Polo. L'interessato ha smentito: «Non mi interessa minimamente la politica italiana. Non c'è niente di più lontano dai miei pensieri». Ma il Polo, in ogni modo, è schierato con lui. Taradash, di Forza Italia, ha chiesto che le critiche di Monti siano discusse in Parlamento. Alberto Rapisarda La questione dell'inflazione programmata al 2,5% divide l'esecutivo dalla confederazione ndustriali Giorgio ossa («Piuttosto che aragonarsi a Robin Hood, Prodi pensi a ssere concreto come Il segretario della Cgil Sergio Cofferati nia». Ma sono i gruppi della maggioranza al Senato che rivolgono proprio questa richiesta al governo. Stanno esaminando la «manovrina» che dovrà tagliare 16.000 miliardi. «Gli emendamenti della maggioranza sa- La questione dell'inflazione programmata al 2,5% divide l'esecutivo dalla confederazione schierato con lui. Taradash, di Forza Italia, hchiesto che le critiche di Monti siano discusse Parlamento. Alberto Rapisarda Il segretario della Cgil Sergio Cofferati li commissario europeo per il fìsco ed il mercato interno Mario Monti

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