Cipollini ko poi in castigo di Foto Reuters

Tour: tappa turbata da cadute e minacce di sciopero, sprint vincente del francese Moncassin Tour: tappa turbata da cadute e minacce di sciopero, sprint vincente del francese Moncassin Cipollini ko, poi in castigo Viene retrocesso dal3° al37°posto SHERTOGENBOSCH DAL NOSTRO INVIATO Cipollini è un artista, se la musa dello sprint si astiene dal visitarlo, lui si astiene dalla lotta. Può succedergli a cento o a dieci metri dal traguardo. Ieri gli è successo a dieci. Ha smesso di pedalare, non gli andava più. Un francese di Tolosa, Moncassin, gli pompava alle spalle: ne ha avvertito l'ondata di rimonta e invece di insistere s'è arreso. Gli sarebbe andata male comunque. Avendo precedentemente spinto alle transenne colui che di lì a poco sarebbe diventato il vincitore, Cipollini è stato messo in castigo e retrocesso al trentasettesimo posto, l'ultimo dell'avanguardia velocistica (e peggio è andata a Sergio Previtali, messo fuori corsa e sospeso 15 giorni dalla giuria per essersi fatto trainare dalla sua ammiraglia della Panaria). Frédéric Moncassin, prima vittoria al Tour, è un duro: soprattutto di testa. La battè forte due mesi fa scontrandosi con un gendarme a un traguardo della Tre Giorni di La Penne. Gli diagnosticarono un mese e mezzo di riparazioni. Si rimise in un paio di settimane. Ieri è successo anche e soprattutto che nell'affollatissimo gruppo i gareggianti cadevano come birilli. Mani sanguinanti, ginocchia color melanzana, gomiti e natiche ridotti a braciole: non una tappa, ma un pronto soccorso semovente. Fosse capitato al Giro d'Italia, la rosea organizzazione sarebbe dovuta emigrare nottetempo in Alaska inseguita dall'associazione corridori. L'ameno percorso olandese proponeva oltre a schiaffoni di vento a ripetizione, curve a volontà, spartitraffico e rondò senza risparmio, strettoie in cui si sarebbe trovato a disagio un fachiro dopo un mese di digiuno, figuriamoci un reggimento di 186 pedalatori. Salvato, Piepoli, Gelfi, Leblanc, Brochard, Magnien, Imboden, Marie a terra e di nuovo in sella ammaccatissimi. Abdujaparov che già s'era rotto al Giro, fa il bis e perde quasi dieci minuti. Buenahora è costretto al ritiro. Rominger, conquistato dalla fifa (è un abbonato alla jella), tira i freni nel finale, si ritrova insieme a Gotti in un vagone di seconda classe e ci rimette 9". C'è chi, constatata l'inadeguatezza del tracciato e paventando di dover trascorrere il resto della vicenda all'ospedale, vor- rebbe scalare le marce ed esibirsi in uno sciopero di protesta. A Indurain (raccontano) l'idea non dispiace. Non ci stanno però italiani (sono in sessanta), olandesi e altri votati all'acrobazia. E si continua. Buoni, ragazzi, è il Tour. Non c'è un attacco, un guizzo. L'olandese Nelissen tenta di svignarsela alle porte di 'S Hertogenbosch, ma è una cosina da niente. La squadra di Cipollini si appresta a collocare il suo bazooka sulla linea di tiro e ce lo colloca, però non come il bazooka avrebbe desiderato. «Troppo presto allo scoperto. Ci sono dei meccanismi da registrare negli ultimi cinquecento metri». Declassato e infelice? «Infelicissimo e non per il trentasettesimo posto. Sono un corridore corretto, esente da mascalzonate. Blijlevens ha spinto me, può anche darsi che io involontariamente abbia spinto Moncassin. Involontariamente». Lo svizzero Zulle resta in maglia gialla con l'intenzione di vincere il Tour. E' un perseverante. Nel 1993 si mise in testa di battere Indurain e da quell'idea mai più s'è separato. Ha ventotto anni e il tarlo dell'ambizione. «L'ambizione - dice - fa parte del lavoro. Sono timido, ambizioso, ma non umile. Gli umili raccolgono soltanto le bucce». Il ciclismo più che nel sangue lo ospita nel portafoglio. «Corro per i soldi. Non sono mai andato a fare una gita in bicicletta con gli amici, una cosa terribilmente penosa. C'è chi si diverte a pedalare, lo per divertirmi ho bisogno di vincere». I suoi modelli erano Indurain e Chiappucci. «Poi ho capito che correre come Chiappucci è assurdo, non ci si può buttar via». E' rimasto Indurain. Zulle è un tattico con evasioni nell'avventuroso. «A volte sento d'essere così forte da non riuscire a reggenni. E attacco. E' un errore, devo calmarmi, valutare». Promette che valuterà. Gianni Ranieri ZULLE IN GIALLO Ordine d'arrivo: 1. Moncassin (Fra) 209 km in 5 ore 1", media kmh 41,798; 2. Blijlevens (Ola); 3. Svorada (Cec); 4. Minali; 5. Zabel (Ger); 6. Baldato; 7. Piziks (Lit); 8. Colagè; 9. Capelle (Fra); 10. Traversoni st. I migliori col tempo di Moncassin, meno Rominger: 39° a 9"; 49. Gotti a 15"; 62. Fondriest st.; 109. Zanini a 34"; 126. Piepoli; 127. Bartolist. Classifica generale: 1. Zulle; 2. Berzin a 3"; 3. Olano a 7"; 4. Moncassin a 9"; 5. Rijs a 11"; 6. Indurain a 12"; 7. Jalabert a 15"; 8. Boardman a 17"; 9. Rominger a 19"; 10. Mauria21"; 12. Gualdia 27"; 22. Chiappucci a 42"; 38. Gotti a 51". Oggi: 2!l tappa, da Hertogenbosch a Wasquehal, 247 km. Si entra in Francia. Traguardo per velocisti. 3^ La volata vincente del francese Moncassin; a destra Cipollini [FOTO REUTERS]

Luoghi citati: Alaska, Francia, Italia, Tolosa