I cechi s'illudono la Germania colpisce

In svantaggio su rigore, i tedeschi trovano la forza di rimontare e azzeccano il colpo del ko In svantaggio su rigore, i tedeschi trovano la forza di rimontare e azzeccano il colpo del ko I cechi s'illudono, la Germania colpisce E Klinsmann alza la coppa LONDRA DAL NÒSTRO INVIATO La Germania ha sette vite e da ieri 3 titoli europei di calcio come nessun'altra nazione. I duo fatti sono strettamente collegati perchè se i tedeschi non possedessero questa straordinaria capacità di risorgere quando vengono dati per morti, nella notte di Wembley avrebbero lasciato la vittoria ai cechi. Due a uno il risultato finale, finalmente il Golden gol ha troncato i supplementari. Ma per arrivare a questo la Germania ha dovuto toccare il fondo, trovarsi in svantaggio per un rigore inesistente fischiato da Pairetto, riprendere su le proprie cose ed estrarre dal borsone Oliver Bierhoff, quello che Berti Vogts aveva messo dietro persino agli zoppi. Bierhoff è stato in campo quattro minuti e ha pareggiato il conto con un colpo di testa su cross di Ziege. In quel momento abbiamo capito che i bookmakers avevano intuito bene, cioè avrebbe vinto la Germania perchè aveva trovato una delle sue vite. Puntualmente, dopo 5' del primo supplementare, Bierhoff ha colpito. Kouba ha opposto il pugno con la mollezza di un cicisbeo. La palla è entrata vicino al palo, il guardalinee ha ancora illuso i cechi segnalando a Pairetto il fuorigioco di Kuntz però l'arbitro dopo un breve consulto ha ritenuto passiva la posizione del tedesco e ha convalidato il gol. Non ha fatto che anticipare il verdetto. I tedeschi risaliti dal fondo non avrebbero perso. I cedei avevano sprecato la loro grande occasione, 20 anni dopo la vittoria di Belgrado ai rigori. C'è un sistema infallibile per capire se una partita funziona oppure no. E' la ola. Quando il pubblico comincia ad alzarsi e a sollevare le braccia imitando il movimento dell'onda vuol dire che non gli frega più niente di quanto succede sul campo. Dopo mezz'ora della finale, la gente a Wembley ha cominciato il rituale del disimpegno. Nò la Germania né la Cekia offrivano spunti che tenessero il popolo incollato alle poltroncine. Brutta finale, in linea con il resto del torneo. La tattica e le reciproche insicurezze hanno congelato il gioco. La mancanza di solisti ha fatto il resto. La Germania ha recuperato tutto il recuperabile, come quando dallo sfasciacarrozze si comprano persino le marmitte sfondate e si cerca di adattarle. Vogts ha dato fiducia a Klinsmann come aveva fatto Sacchi con Baggio a Pasadena: il risultato è stato analogo, una semplice presenza. Kuntz, l'altra punta, si è trovato con due buone palle gol a disposizione e le ha fallite perchè in entrambi i casi avrebbe dovuto inventare un colpo che non ha: al 35' ha provato a scavalcare Kou¬ ba, che gli ha smorzato il pallonetto, permettendo a Rada di rinviare; al 41' è stato lanciato da Ziege oltre la difesa ceca per farsi respingere il tocco dal portiere. Ma a parte le due occasioni di cui si è detto, la Germania è stata più prudente dei cechi come se la consapevolezza della propria infermità la tenesse sotto le coperte. L'assenza di Moeller ha tolto ogni effervescenza, Ilaessler e Scholl hanno provato invano ad imitarne il movimento. La Cekia ha iniziato con una grande paura. Un orso anche quando è ferito rimane un orso, e la Germania è la Germania per una squadra che nelle eliminatorie aveva perso in Lussemburgo. Una sola punta (Kuka) assistita da Poborski che come succede ai campioni senza un retroterra solido si è sciolto nella finale dopo aver condotto la suri squadra fui qui. Nella testa di Uhrin la Cekia dovrebbe imitare la nuova Germania con una difesa molto chiù- sa e la capacità di sfruttare il contropiede. Però i cechi non hanno la lucidità per concludere: quando Eilts e Sammer hanno pasticciato al 43', Kuka non ha saputo far meglio che tirare su Koepke. Nella ripresa l'infortunio di Eilts (scontro con Nemec) ha costretto Vogts a cambiare l'assetto. Ziege si è spostato al centro, i cechi hanno preso coraggio. Al 13' hanno trovato pure il gol. Kuka ha aperto a destra per Poborski: un passo fuori dall'area Sammer è entrato in scivolata alzando da terra lo gnomo zazzeruto. Il guardalinee Nicoletti ha fatto il segno convenzionale, Pairetto ha fischiato il rigore invece della punizione dal limite. E su questo errore, sfruttato da Berger, la Cekia si è trovata in vantaggio. Vogts ha tolto lo spento Scholl e ha provato con Bierhoff. Gli è andata bene. Due tiri, due gol. Succede a chi ha sette vite. Marco Ansaldo REP.CECA [5-4-1] GERMANIA [5-3-2] KOUBA 5 KOEPKE 6,5 HORNAK 6 STRUNZ 6 RADA 6 BABBEL 6 KADLEC 6 SAMMER 6 SUCHOPAREK 5.5 HELMER 6,5 NEMEC 6,5 ZIEGE 7 POBORSKY 5 EILTS 6 [42' SI SMICER1 sv [1' St BODE] 6,5 BEIBL 6 SCHOLL 5 NEDVED 6 [24' st BIERHOFF] 8 BERGER 6.5 HAESSLER 5 KUKA 6 KLINSMANN 5.5 KUNTZ 5,5 AII.:UHRIN 6.5 All.: VOGTS 6,5 2 Arbitro: PAIRETTO [ITALIA] 5 Reti: st 13' Berger (rigore), 28' Bierhoff; pts 5' Bierhoff. Ammoniti: Hornak, Helmer, Sammer. Ziege. Espulsi: nessuno. Spettatori: 73.611. ALBO D'ORO DEGÙ EUROPEE 1960 U.R.S.S. 1964 Spayna 1968 Italia 1972 Germania Ovest 1976 Cecoslovacchia 1980 Germania Ovest 1984 Francia 1988 Glanda 1992 Dartimarca 1996 Germania a o o i . ' a n è a o i e Mehmet Scholl in azione con la palla al piede, inseguito dal ceco Pavel Kuka