Furto alle poste un piano perfetto

Il «colpo» da otto miliardi: da tempo l'autista aveva programmato la fuga Il «colpo» da otto miliardi: da tempo l'autista aveva programmato la fuga Furto alle poste, un piano perfetto Nessuna traccia dell'uomo d'oro Aveva pensato a tutto il Guerzoni. Prima di inchiodare al muro l'incubo di tutte le mattine, la sveglia, s'era venduto a prezzi di saldo i gioielli di casa: stereo, telefonino, videoregistratore. E la Volvo 740 barattata con una Panda 4X4 più milioni. Sì, aveva pensato a tutto. E, adesso, la polizia ritiene che avesse programmato con cura anche le ore della fuga: 12, minuto più minuto meno, da quando i sacchi con i finti soldi erano finiti nella cassaforte delle poste a quando un funzionario li ha aperti trovandoci carta straccia e, quasi una firma, la busta paga dell'autista ridotta in brandelli. Nelle prossime ore il magistrato che coordina le indagini, Maurizio Boselli, potrebbe chiedere la cattura di Giuliano Guerzoni, 36 anni, di Strevi, provincia di Alessandria. L'accusa: peculato, per aver sottratto, lui dipendente pubblico, soldi dello Stato. Otto miliardi, anche se nei 9 sacchi «scambiati» con altri identici nella forma e così diversi nel contenuto i contanti erano di poco superiori ai due miliardi e 600 milioni. Il resto: assegni che non possono essere incassati. Per ora, comunque, Guerzoni non è che un testimone. Come Domenico Cante, 39 anni, di Bussoleno, il suo compagno di viaggio sul furgone carico di miliardi. Cante era lo «scambista», incaricato di prelevare i sacchi dagli uffici postali e scaricarli nella cassaforte di via Nizza. Colto da malore durante un interrogatorio, è ancora ricoverato al Mauriziano. Si è proclamato estraneo al furto. Un terzo uomo potrebbe fare capolino nelle indagini: è un altro scambista, che, poche ore prima del furto, avrebbe fatto un giro in alcuni uffici proprio in compagnia dell'autista. Tre le ipotesi per spiegare l'accaduto: lo scambio è avvenuto durante il trasbordo dagli uffici postali sparsi in città alla sede centrale di via Nizza 8; oppure nella notte, quando i valori erano custoditi nella cassaforte: o, ancora, il mattino dopo, quando un altro furgone li ha trasportati in via Arsenale. Gli inquirenti sembrano propendere per la prima soluzione. Innanzi tutto perché tra la carta straccia dei sacchi c'era la busta paga di Guerzoni. Poi perché Guerzoni è sparito proprio dalla sera di mercoledì. Infine perché il piano era facilmente attuabile. All'interno il furgone è diviso in due parti, una delle quali invisibile dall'esterno. A ogni prelievo un complice nascosto poteva sistemare il sacco «finto» in bella vista e occultare quello «vero». Scaricata la carte straccia e sparita la scorta della polizia, il furgone doveva essere riportato al deposito di corso Tazzoli. Una sosta durante il tragitto, per scaricare il bottino su un'auto, e addio miliardi. Ivano Barbiero Domenico Cante, 39 anni lo scambista che si è sentito male durante l'interrogatorio e i sacchi con le finte banconote in realtà solo carta straccia

Persone citate: Cante, Domenico Cante, Giuliano Guerzoni, Guerzoni, Ivano Barbiero, Maurizio Boselli

Luoghi citati: Alessandria, Bussoleno, Strevi