Lo Stato diseducatore e il fidanzamento della Parietti

Lo Stato diseducatore e il fidanzamento della Panetti LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.B. Lo Stato diseducatore e il fidanzamento della Panetti Tutti, giovani o vecchi, hanno da lamentarsi di qualcosa nei riguardi dello Stato. Hanno bisogno di sfogarsi, sperando che qualcuno trovi una risposta agli interrogativi formulati. Questo lunedì non vi offro, dunque, varianti su un solo tema come di solito, ma apro la rubrica a vicende disparate. [o.d.b.] Un branco di pellegrini Egregio Sig. Del Buono, le notizie vere o inventate che siano come quella apparsa in uno degli ultimi numeri di Oggi non finiscono di stupire. Ho letto, infatti, una frase che suona all'inarca così: Ha avuto ragione Scalfaro per la sua tirata d'orecchie a Irene Pivetti? La nostra pia e religiosissima ex Presidentessa della Camera dei deputati ha combinato una marachella delle sue, rubando magari la marmellata, meritandosi quindi un bonario e paterno rabbuffo dal Capo dello Stato com'è accaduto a ognuno di noi da ragazzo? Che vuole che sia attentare pubblica- mente all'unità del Paese, infischiarsene della Costituzione, forte oltretutto di un ruolo pubblico di grande prestigio avuto sino al giorno prima? Quisquilie, pinzillacchere, direbbe Totò. Tutti sappiamo di che pasta sia fatta la Pivetti, anche sotto i suoi recenti vestiti firmati, non c'è quindi da meravigliarsi nel vederla scendere dal suo scranno in Parlamento alla strada, a far la pasionaria, per sostenere una causa oltretutto non sicuramente coerente con i suoi attestati di fede cristiana. Quello che meraviglia, invece, è che il Capo dello Stato abbia detto (o, co-' me credo, gli sia stato fatto dire) quello che si legge su Oggi, e che equivale a trattare alla stessa stregua un attentato all'integrità dello Stato e una marachella da ragazzino... Continuando di questo passo, non serve a niente ripararsi sotto piante nobili e secolari, come la quercia ieri e l'ulivo oggi e, magari, il pino e l'abete domani e nemmeno sotto simboli altrettanto nobili, quali bandiere, fiori, scudi tricolori o meno, saremo sempre non un popolo, con una sua unità di intenti e di vedute, ma un branco di po¬ veri pellegrini continuamente intenti a ricercare i vantaggi e gli onori della democrazia e a rifuggirne gli svantaggi e gli oneri. ing. Giovanni Bordoni Torino Gentile Ingegnere, lei giustamente si preoccupa dei cattivi comportamenti della nostra società. Ma cosa fare? Come ottenere ritegno e decenza in questa confusione? Lo sa, non può non sapere, che la buona educazione è stata abrogata come del resto la sincerità, e non conviene neppure osare degli imbarazzanti riferimenti al passato, [o.d.b.] Veramente uno scandalo Gentile Signor Del Buono, Tg I, ore 20: si dà annuncio della rottura del fidanzamento tra Alba Panetti e Stefano Bonaga. Sono allibita, scandalizzata, infuriata. Come si può dare una simile, inutile notizia durante un telegiornale che do¬ vrebbe informarci solamente su fatti importanti e di pubblico interesse? Ma siamo diventati matti? Queste notizie, secondo il mio parere, possono trovare la loro giusta collocazione in un giornale rosa, ma farle approdare a un telegiornale Rai (e in un'ora di massimo ascolto) quasi la Panetti fosse un Capo di Stato o giù di lì... no, è veramente uno scandalo. Non c'è più misura. Vi prego di non pubblicare il mio nome, solo la località. Aosta Gentile Corrispondente, l'importanza della Panetti è confermata dalla sua richiesta di anonimato. Del resto, la Rai non ha fatto altro che imitare i quotidiani anche di maggiore rinomanza e autorevolezza che, da qualche anno, hanno preso a dedicare sempre più attenzione alle notizie frivole. [o.d.b.] Meschino capolavoro Gent. Sig. Del Buono, colgo l'occasione della recente sentenza assolutoria sul «Gratta e vinci» per esprimere alcune considerazioni sulla politica dello Stato nei giochi d'azzardo. Innanzitutto, è ridicolo sostenere cone fa l'Avvocatura di Stato che i minori siano tutelati perché, essendo privi di capacità contrattuale, le compravendite di biglietti da loro effettuate sono annullabili. Tale annullabilità è in pratica impossibile da attuare. In realtà lo Stato non ha alcuna intenzione di rinunciare alla sua politica di diseducazione alla percezione del valore del denaro, per poter raggirare i cittadini più fragili a vantaggio dei più furbi. In tale opera la televisione pubblica ha un ruolo di primo piano, perché è accessibile anche ai non iniziati e infarcisce di giochi a premi ogni programma di intrattenimento, in particolare negli orari di punta (prima e dopo il Tg I, il sabato sera) con imbonitori pagati profumatamente. Il «Gratta e vinci» è a sua volta propedeutico per gli altri giochi. Per come è congegnalo, è un piccolo, meschino capolavoro di pedagogia: ha una diffusione capillare ed è perciò accessibile facilmente a chiunque. Per attrarre il pubblico si vende solo in tagliandi di basso prezzo e le vincite sono frequenti (grazie al loro basso importo) e subito disponibili. Il basso importo e la disponibilità immediata delle vincite invitano al loro reinvestimento (il modo migliore per essere sicuri di non vincere nulla o, visto dalla parte del biscazziere, di non perdere nulla). La pratica del reinvestimento, molto diffusa tra i giovanissimi è l'ideale per abituarsi a non porsi limiti nel gioco, e, quindi, prepara a entrare senza difese psicologiche nel giro dei giochi dove le somme in circolazione sono sempre più alte. Mi rendo conto che lo Stato ha bisogno di soldi, ma non mi sembra opportuno mutuare i metodi, pur se efficaci, degli spacciatori di droga, puntando vigliaccamente su un mercato sempre più giovane e vulnerabile. Flavio Stevan Marostica Tra tante proteste nei riguardi dello Stato, la sua è probabilmente la più pertinente, e quella che sollecita una riflessione più amara. Lo Stato come diseducatore dei cittadini sin dalla loro infanzia non è certo un tema che ci inorgoglisca né che tanto meno ci rallegri. Ma il nostro dovere è di registrare le cose che non vanno come quelle che vanno. Le cose cattive come quelle buone. E, in questo periodo, di cose buone da registrare non pare essercene troppe. E neppure poche, per la verità, a meno che non ci si appassioni per il nuovo fidanzamento della Panetti con l'attore Cristopher Lambert. [o.d.b.]

Luoghi citati: Aosta, Torino