Grigi amori all'ombra di Proust e Platone

Grigi amori all'ombra di Proust e Platone Incontro con il giovane scrittore-culto che pubblica un nuovo romanzo Grigi amori all'ombra di Proust e Platone Alain De Botton-. racconto la grandezza delle vite ordinarie 1) LONDRA NA mattina di pioggia leggera, una vita di casette ordinate nella zona elegante di Sloane Square, un interno color avorio, piccolo, semplicissimo, completamente anonimo, pochi persino i libri nello scaffale davanti alla scala di legno che porta alla camera da letto. Qui abita Alain De Botton, ma potrebbe abitarci uno dei personaggi dei suoi libri che raccontano l'amore, le speranze e le aspirazioni di giovani inglesi qualsiasi, biondi, slavati, soli, meno soli, con un lavoro più o meno buono. Le loro ordinarissime vite si trasformano nelle mani di questo scrittore in campioni di laboratorio da far reagire con i pensieri, gli aforismi e le analisi di Wittgenstein, Platone, Tom Stoppard o Bernard Shaw, uscendone frammentate, triturate, e destinate al lettore quali esempi che «ogni vita», come dice il giovane Alain, «anche la più ordinaria, ha dei grandi temi che la attraversano». Dev'essere così se questo ragazzo di 27 anni è diventato un cult writer per giovani e intellettuali. Il suo primo libro è uscito un anno fa da Guanda col titolo Esercizi d'amore, e il secondo è qui, fresco di stampa: Il piacere di soffrire, tradotto ancora per Guanda da Teresa Sorace Maresca. Tema: l'amore. Protagonisti: Alice e Eric. Ambientazione: Londra. Finale: non lieto. L'Alice di De Botton è una ragazza i cui occhi verde chiaro hanno una sfumatura di malinconia «che lascia intravedere un senso di vuoto, un'aspirazione indefinita». E' stanca di sopportare i limiti degli altri come disperata alternativa al rimanere sola a casa, e aspira a essere sopraffatta dall'amore per un altro essere umano. Cioè: Eric. Che ha 31 anni, ha fatto il medico in Africa, ma per poco, si è poi buttato nel mondo discografico e infine nella finanza. Eric è disinvolto, si ispira al modello della seduzione latina, fa l'amore con immaginazione ed è affettuoso con ironia e distacco. I due s'incontrano a una festa in un capannone sul Tamigi, si amano ecc. Che cosa c'entra tutto questo con Wittgenstein, Platone, Bernard Shaw e anche Flaubert? «C'entra perché non mi mteressa scrivere solo quello che penso io, ma mi piace sollevare una discussione. Penso ai dialoghi filosofici di Diderot. E mi piace far conversare due personaggi molto distanti nel tempo: cosa direbbe Hegel ad Alice in questa o quella situazione?» Esempio. Alice e Madame Bovary. Molte cose le uniscono (entrambe archetipi), ma soprattutto la certezza che il culmine delle umane possibilità sia nell'intimità di due esseri. Tant'è vero, scrive De Botton, che Alice «è pronta a trascurare gli altri trionfi della civiltà (il timer per le uova, i grattacieli, i test di gravidanza) per dichiararsi realmente viva soltanto in stato d'amore». Purtroppo la vita l'ha posta tra i rosicchiatoli di unghie e tra le ragazze soltanto graziose, senza molti amici. Ma in ogni caso «sarebbe stata d'accordo con la conclusione, molto anti-aristotelica, di Proust, secondo cui l'amicizia è soltanto una forma di codardia, una fuga dalle più grandi responsabilità dell'amore e dalle sue sfide». Il giovane Alain sorride. «L'attra¬ zione di Alice nei confronti di Eric spiega - somiglia all'attrazione degli studiosi verso libri molto difficili, che promettono di spiegare tutto in parte perché non spiegano quasi niente. E li convincono a dedicare dieci anni della loro vita a Hegel o Derrida con la promessa di chissà quale rivelazione. E' la stessa attrattiva che hanno le persone silenziose, a pensarci bene, che ci fanno pensare che se dicono così poco è perché samio qualcosa di molto importante che noi non conosciamo». E De Botton che cosa sa? Sa che l'Inghilterra è il Paese in cui più gli piace vivere perché «tollera gli eccentrici, non è una società molto conformista, o lo è molto meno di altri Paesi, ed è pronta a accettare che un lavoro creativo possa essere inconsueto». Sa che, comunque, i suoi libri o piacciono o non piacciono, e non ci sono vie di mezzo. Sa che il mondo dei media ha molto da offrire a una personalità duttile come la sua, tant'è vero che il suo no¬ me rimbalza di questi tempi da una testata all'altra: critico di televisione per il New Statesman, di automobili per Tatler, collaboratore del Sunday Telegraph per i libri e le interviste. «Ma non lo faccio soltanto perché devo, economicamente. Lo faccio perché mi piace». E naturalmente conosce alla perfezione tutti i ciottoli del percorso amoroso, le gioie e le ansie dei «tu non mi ami abbastanza» e dei «forse ti annoio con le mie ridicole paure». Gli manca solo l'amore maturo e pieno, ma per questo c'è tutto il tempo. Prima deve finire il libro che sta scrivendo, che si chiamerà Come Proust può cambiare la tua vita. Una guida alla Ricerca del tempo perduto strutturata come self-help book, da interrogare come un manuale. Esempio: cosa pensa Proust del cedere a una persona al primo incontro? «Pensa che sia una pessima idea - sorride De Botton -. E lo motiva...». Livia Matterà Alain De Botton

Luoghi citati: Africa, Inghilterra, Londra