Alla Casa Bianca un tunnel dell'amore

Voluto da Reagan per colloqui politici segreti, secondo un ex agente dell'Fbi sarebbe usato da Clinton per incontri a luci rosse Voluto da Reagan per colloqui politici segreti, secondo un ex agente dell'Fbi sarebbe usato da Clinton per incontri a luci rosse Alla Casa Bianca un tunnel dell Confermata la rivelazione di un libro-scandalo mw^OmNOTON SNEW YORK I', un passaggio segreto alla Casa Bianca esiste. Fu fatto costruire a suo tempo da Ronald Reagan, che se ne servì almeno una volta per incontrare Richard Nixon senza che nessuno lo sapesse. Questa notizia, pubblicata dal settimanale Us News and World Report proprio mentre la Washington pettegola si sta deliziando delle «rivelazioni» di Gary Aldrich, un ex agente dell'Fbi che dopo due anni passati a vegliare sulla sicurezza di Bill Clinton ha descritto in un libro la vita alla Casa Bianca in termini decisamente boccacceschi, è sembrato per un momento una specie di controprova che ciò che quell'uomo racconta è vero. La parte più succosa del «rapporto» di Aldrich, infatti, è quella in cui racconta che il Presidente usa andarsene, di notte, in un albergo vicino alla Casa Bianca per incontrare una misteriosa signora, «forse una celebrità». Ma come fa a eludere la stretta sorveglianza esercitata dagli uomini del Servizio segreto, cioè quelli che devono preservarlo dai piani perversi degli attentatori? Usa un passaggio segreto, spiega Aldrich nel suo libro, alla fine del quale lo aspetta un'automobile con al volante il fido Bruce Lindsay, coinvolto nel secondo processo Whitewater. Il Presidente si sistema nel sedile posteriore, si nasconde sotto una coperta e si fa trasportare direttamente nel garage sotterraneo del «Jw Marriott», un albergo attiguo al Press Building dove hanno gli uffici moltissimi mass-media (chissà quanti giornalisti si sono mangiati le mani per non essersene mai accorti). Da lì raggiunge una stanza, prenotata da qualcuno la cui identità è nota solo al direttore dell'albergo, e il suo convegno con la misteriosa «donna celebre» ha luogo. Le smentite, naturalmente, sono arrivate a pioggia. Da «una manovra politica evidente» a «pura e semplice spazzatura», i portavoce della Casa Bianca sono ricorsi a tutto ciò che il vocabolario offre. Il responsabile del Servizio segreto ha detto che si tratta di una cosa «tecnicamente impossibile» e anche l'Fbi, di cui Aldrich ha fatto parte per oltre 20 anni, ha fatto sapere di non avere dato il proprio imprimatur alla pubblicazone del suo libro a causa di «sostanziali perplessità». Ora però ecco che un setti¬ manale serio come Us News and World Report spiega che il passaggio segreto c'è davvero e che a volerlo è stato nientemeno che Ronald Reagan. Il quale però, fedelissimo alla ù.ia adorata Nancy, lo usava per incontri politici come quello con Nixon (gli chiese, a quanto pare, alcuni consigli riguardanti la politica estera), non per scappatelle sentimental-sessuali. Se per un Presidente sia più grave incontrare di nascosto una donna o un suo predecessore cacciato dal suo posto con ignominia, ai posteri l'ardua sentenza. Quel che conta, per ora, è che la notizia che quel passaggio esiste ha dato per un momento, come si diceva, una specie di patente di attendibilità a tutto ciò che Aldrich racconta. E di cose ne dice, nel suo libro. Ci sono festini a base di droga cui i collaboratori di Clinton si abbandonano, e giacché ci sono si danno anche a pratiche omosessuali fra loro; ci sono i litigi furibondi fra Bill e Hillary; c'è una signora di cui non è chiara la funzione ma è chiarissima l'abitudine: quella di aggirarsi per i corridoi della Casa Bianca senza mutande; c'è il fatto che Craig Livingstone, il capo della sicurezza incappato nel «File-gate», è stato assunto su raccomandazione di Hillary nonostante la sua qualificazione consistesse solo nell'aver fatto il buttafuori in un risto¬ rante; e naturalmente c'è la «ragione vera» del suicidio di Vincent Foster, e cioè il fatto che ormai si era reso conto che la sua lunga relazione sentimentale con Hillary stava per diventare di pubblico dominio. C'è un grosso neo, tuttavia, nella rivelazione dell'esistenza del passaggio segreto, ed è che in realtà esso non porta fuori dalla Casa Bianca, ma si limita a mettere in comunicazione due parti di essa: l'Ufficio Ovale e la residenza privata della First Family. Non è insomma l'equivalente di quel tunnel che in «Dave - Presidente per un giorno» Kevin Kline e Sigourney Weawer percorrono con circo¬ spezione per andare a farsi un improbabile sandwich sul prato del Washington Monument; e il minimo che si possa dire è che eventualmente Clinton per i suoi convegni amorosi e Reagan per i suoi contatti inconfessabili non facevano lo stesso percorso. Ma questo è ovviamente irri¬ levante, nell'avvelenata atmosfera elettorale. Bill Clinton nonostante tutto è sempre su nei sondaggi (nell'ultimo dell'altro giorno continua a precedere Robert Dole di 16 punti percentuali) e bisogna sparare con tutte le armi che si hanno. Franco Pantarelli un tunnel dell APPARTAMENTI PRIVATI DEL PRESIDENTE E DELLA SUA FAMIGLIA SALA DEL TRATTATO IVI FU FIRMATO QUELLO DELLA GUERRA ISPANO - AMERICANA) SALA DI LINCOLN (VI FU FIRMATA L'ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ') zione di un libro-scandalo Ala Ovest CAMERA DELLA REGINA ALAEST^ fcJ^^BÌBLlOTECA UFFICIO SOTTERRANEO (PER SITUAZIONI DI EMERGENZA) UFFICIO OVALE DEL PRESIDENTE Ala És Ronald Reagan e la Casa Bianca con il tunnel segreto da lui fatto costruire

Luoghi citati: Lincoln, Nancy, Washington