«Spararono due pistole fu un complotto» di Foto Reuter

8 L'ASSASSINIO DI RABIN «Spararono due pistole, fu un complotto» TEL AVIV. Tre mesi dopo che il tribunale distrettuale di Tel Aviv ha condannato all'ergastolo il terrorista ebreo Igal Amir per aver ucciso il premier laburista Yitzhak Rabin, riaffiora la «teoria della cospirazione». L'avvocato difensore di Amir, Shmuel Fleishman, afferma di aver appreso che la notte dell'attentato due pistole - e non una - spararono contro la schiena del premier. Secondo le nuove informazioni è possibile che sia rimasta uccisa anche una guardia del corpo del premier. L'ipotesi di una cospirazione dei servizi segreti ai danni di Rabin è già stata esaminata a lungo e scartata sia dal tribunale distrettuale di Tel Aviv sia da una commissione ufficiale di inchiesta, secondo cui Amir ha agito da solo. Ma nei giorni scorsi - riferisce il quotidiano «Maariv» - un tassista di Tel Aviv si è recato da Fleishman per riferirgli il contenuto di una sua conversazione con un passeggero avvenuta il giorno della condanna di Amir. Il passeggero - risultato poi essere un medico esperto in medicina legale - disse al tassista che egli sapeva che Rabin era stato colpito alla schiena da tre proiettili (e non da due, come sostenuto dalla pubblica accusa), sparati da due pistole diverse. Aggiunse di aver esaminato di persona il cadavere di Rabin la notte dell'attentato. [Ansa] Cerimonia nell'hangar di una base aerea al ritorno dal G7 Bill Clinton e nella foto grande un soldato americano di guardia nella base di Dhahran [FOTO REUTER]

Persone citate: Bill Clinton, Igal Amir, Rabin, Shmuel Fleishman, Yitzhak Rabin

Luoghi citati: Tel Aviv