Si «infiamma» la lotteria sulle nomine Rai di Fabiano Fabiani

Si «infiamma» la lotteria sulle nomine Rai Da domani al Senato il dibattito sulla riforma del Cda. Tempi sempre più stretti per un accordo Si «infiamma» la lotteria sulle nomine Rai Mieli, Fabiani e Necci in ballo per la presidenza, Minoli per la direzione Format. Un'ipotesi che però sta causando alcuni riequuibri nelle alleanze presenti all'interno della Rai. Ad appoggiare la sua nomina sono Gianfranco Comanducci, segretario del Consiglio e il dimissionario Giampaolo Sodano. A contrastarla è Franco Iseppi, responsabile del Coordinamento dei palinsesti, che avrebbe messo da parte ogni sua velleità di occupare la poltrona e starebbe lavorando ad un'unione delle forze di centro per sostenere Aldo Materia, attuale direttore generale ad interim. Fra gli esterni alla Rai, il candidato ideale del presidente del Consiglio Romano Prodi è AlesI sandro Ovi, consigliere Stet, pronto a dimettersi, per non aver ottenuto la vicepresidenza che attendeva. In alternativa, girano i nomi di Corrado Passera, appena dimessosi dalla Olivetti, di Paolo Glisenti, proveniente dalla Rcs, dell'ex ministro della Pubblica Istruzione Giancarlo Lombardi e di Stefano Balassone, oggi a Telemontecarlo dopo una lunga militanza nella Terza rete di Angelo Guglielmi. Anche maggiore è la confusione sul futuro presidente della Rai. Il direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli, Fabiano Fabiani e Lorenzo Necci sono fra i nomi circolati nei giorni scorsi, ma è certo che ci sarebbero altre candidature ancora coperte. Per quanto riguarda il consiglio di amministrazione, almeno un posto dovrebbe essere assegnato ad una donna. Si parla di Marianna Marcucci, ex proprietaria di Telemontecarlo, ma il coinvolgimento in alcune vicende giudiziarie rende piuttosto debole la sua candidatura. Fra i consiglieri i nomi più accreditati sono invece quelli di Antonio Spinosa, Mauro Zampini, Tullio De Mauro, Stefano Rodotà. Sulla questione è ieri intervenuto anche il presidente del Ccd, Clemente Mastella, il quale ha affermato che «se i partiti (ma non è un affare tra i partiti mag¬ giori) non dovessero raggiungere un'intesa sulla riforma del cda Rai, i presidenti di Camera e Senato non possono decidere le nomine in maniera fintamente professorale». «C'è bisogno - ha aggiunto - di una consultazione onde arrivare ad una conclusione che legittimi il pluralismo e la compresenza di culture e di opinioni. Se così non fosse il rischio è che Telepadania ci sarebbe di fatto, con gravi conseguenze che nessuno ricerca ma anzi vuole eliminare. I presidenti di Camera e Senato, pur votati da una maggioranza, sono espressione delle due assemblee, e come tali hanno il dovere di tener conto del paesaggio parlamentare e non della sola maggioranza che li ha eletti. Se si arrivasse ad una discussione serena per un intero pacchetto che riguardi anche il dettaglio delle reti e dei telegiornali in modo preventivo, si ehminerebbe di fatto un difficile contenzioso». [f. a.] Spinosa, Zampini, De Mauro e Rodotà i nomi più accreditati per il Consiglio Da sinistra: Giovanni Minoli, Franco Iseppi e Fabiano Fabiani