Balconi e finestre Chi paga?

Balconi e finestre Chi paga? Balconi e finestre Chi paga? ip |A modifica o la manuten! zione di balconi, finestre e terrazzo può far nascere I I conflitti tra condomini, *-*J soprattutto porcili': in corti casi non ò ben chiaro a chi competano le vario spose. LA PROPRIETÀ' Tanto por i balconi che por le finosire o le torrazzo a livello vaio la regola generale che ossi seguono il regime della proprietà, esclusiva o comune, di cui sono al servizio. Ciò significa elio so balconi, finestre e torrazzo sono a servizio di una proprietà esclusiva, anch'essi saranno di proprietà esclusiva, secondo le norme sulle pertinenze. Tale regola, ha precisato la (Iurte di Cassazione, vale anche se nulla di preciso risulta dai titoli di acquisto. In particolare la terrazza a livello, cioè quell'area scoperta alla quale si accedo da un solo appartamento, e del proprietario di quell'appartamento. SULLE 5CALE Passando alle finestre, quelle delle scale sono di proprietà comuni! e quindi riparazione e manutenzione saranno a carico dell'intero condominio. Le finestre di un appartamento e le relativi; tapparelle e persiane sono invece di competenza del proprietario dell'appartamento. Lo stesso vale per tutti i balconi cui si accede da proprietà esclusivo. L'ESTETICA In generale i criteri di ripartizione delle speso per i balconi sono controversi e occorre valutare di caso in caso. In questi ultimi anni è progressivamente venuto meno il principio secondo cui li; sposo dei balconi sono solo e sempre a carico del proprietario del relativo alloggio. L'orientamento che si va all'ormando sembra essere ciucilo di considerare a carico del condominio lo spesi; per i balconi che riguardano l'estetica dell'edificio. ECCEZIONI La logica generale di ripartizione delle spese trova, nel caso dei balconi, alcuno interessanti eccezioni. Gli elementi decorativi posti ai di sotto dei balconi, come ad esempio fregi e volute in pietra o in metallo, sono di proprietà comune perche'; riguardano l'estetica dell'edificio e quindi le relativo spose competono a tutti i condomini. Allo stesso modo, la giurisprudenza sembra orientata a considerare di competenza condominiali! le parti a vista dei balconi e i cosiddetti frontalini. LE SOLETTE Un caso intermedio è costituito dalle solette dei balconi. In questo caso si ritiene che la soletta sia in | comunione tra i proprietari dei due piani. Il proprietario del pia! no di sotto potrà quindi utilizzare i la parte inferiori; della soletta por attaccarvi tondo, verande, luci e cosi via. Le spese per la manutenzione e la ricostruzione sono quindi ripartite in parti uguali tra i duo proprietari. Inoltre, al proprietario del piano di sotto compete la manutenzione della parte inferiore, mentre al proprietario del piano di sopra spetta la manutenzione della parto superiore. PONTEGGI A chi toccano le spose di noleggio, montaggio e smontaggio dei ponteggi? L'uso generale sembra essere: il costo del ponteggio seguo quello delle opere che lo hanno reso necessario. Se il ponteggio serve per lavori a balconi, finestre e simili di proprietà esclusiva sarà tutto a carico del singolo proprietario. Le coso si complicano sul piano dei calcoli ma non della logica nel caso in cui ci siano lavori eli interesse comune e di interesso esclusivo. In tali casi occorrerà scorporare i due tipi di spesa. A lettrice aggiunge che quella somma serviva a lei (68 anni) e a suo marito (di 72) per integrare, con gl'interessi, le loro pensioni minime. Afferma che non possiedono altro, accusa il gestore di quella finanziaria di «menefreghismo», perché, pur sapendo che i fondi non erano adatti al loro caso, non gli ha consentito di investire i loro soldi in Bot, che «allora rendevano poco, ma era sempre un poco e non un niente», e chiude il suo sfogo domandandomi: «Sono forse un caso singolo?». Cer- L to, cara signora, non è un caso singolo (e, dalla lettera che pubblichiamo qui di seguito, può ben capirlo), ma devo precisare che il fondo sul quale il gestore aveva messo i suoi soldi, dopo aver seguito nella perdita quasi tutti gli altri fondi della stessa categoria, ha avuto, nel '95, un andamento assai brillante, forse, il migliore tra gli azionari italiani. Non c'è dubbio che il gestore, essendoci una conoscenza personale e dovendo sapere, quindi, della vostra necessità di una «rendita» per integrare le vostre pensioni minime, avrebbe potuto, e dovuto, sconsigliarvi fin dall'inizio l'investimento in un fondo, soprattutto in un periodo di «basso profilo». In particolare, il suo consiglio di «aspettare la finanziaria», come lei scrive, mi sembra, francamente, risibile, e, nel vostro caso, ai limiti dell'onestà. Se si considera del tutto normale che un risparmiatore, abituato ai Bot, a un certo punto, attirato dai fondi comuni, decida di fare il «gran salto», un gestore coscienzioso, con o senza rapporti personali di conoscenza, dovrebb'essere il primo a consigliare prudenza. In campo finanziario, non averla ò (quasi) disonesto. Dubbio del consulente finanziario: e domani? Sono un promotore finanziario, le scrivo in un momento d'incertezze e dubbi che riguardano la mia professione. L'ho iniziata più di 6 anni fa, convinto d'intraprendere un'attività por molti aspetti gratificante e socialmente utile. Mi sono reso conto che cosi non è perché, per quanto onesti, quanto professionalmente e tecnicamente preparati, c'è sempre una dipendenza nei confronti della società per la quale la legge c'impone di operare. Io un po' la invidio, 10 invidio la piena libertà e autonomia nel consigliare i suoi lettori; essi sanno di poter contare su un parere professionale, onesto e disinteressato. Se domani io iniziassi a consigliare ai miei clienti 11 fondo «Pinco» piuttosto che quello «Pallino», il c/c della Banca Uno piuttosto che quello della Banca Due e per questo mi facessi pagare regolare parcella, cosa accadrebbe? Verrei radiato dall'Albo? Passerei per un fuorilegge? Mi scusi per il disordine nell'esposizione. Sono tuttavia convinto che lei abbia inteso qual è il tarlo che mi rode. Federico B. - Torino Se ha suggerito un fondo azionario a due anziani in cerca di reddito ha sbagliato Credo di aver inteso qual è il suo dubbio. Non capisco, invece, perché la «roda», a meno che lei lavori per una società che non meriti i suoi servizi, tanto da farle desiderare di consigliare ai suoi «clienti» di sottoscrivere il «fondo Pinco» e il c/c della «Banca Uno». Se così fosse, cambierei datore di lavoro, oppure mestiere. Ma, se così non è, come le auguro e credo, cercherei, come ogni buon sarto, di confezionare l'abito sulle misure d'ogni cliente, evitando ogni tentazione di strafare per far apparire bello, o ricco, o giovane chi non lo è. In fondo, è anche più semplice. Come cerco di fare io, sfruttando l'esperienza di 35 anni di specializzazione (quotidiana) in economia e finanza, nel mio mestiere di giornalista. Gestione non cara ma di «basso profilo» Ho un capitale di 250 milioni, gestito da un Istituto bancario, composto esclusivamente da Bot, Cct e Btp o che dal 1993 a oggi mi ha reso circa il 7,2% annuo netto. Ho però constatato che le spese di gestione sono troppo elevate, circa 350 mila lire ogni tre mesi. Vorrei sapore da lei se è proprio cosi e un consiglio, non avendo necessità urgenti di ritirare il capitale, su eventuali altre forme d'investimento. P. Lanzetto - Racconigi Il «costo» della sua gestione, 1.400.000 lire annue, pari allo 0,55% del capitale gestito, non mi sembra eccessivo, ma in linea, direi verso «il basso», con il mercato, dove tali spese oscillano tra 0,40 e 1%. Mi pare, invece, modesto il reddito che ne ricava, se si tiene conto del continuo «monitoraggio» che, di solito, i gestori fanno dei titoli a loro affidati, comprandoli e rivendendoli «al meglio», secondo le circostanze. Prima di pensare, pertanto, «ad altre forme d'investimento», sentirei da chi gestisce il suo capitale se non sarebbe possibile arrivare a un 9 o anche a un 10%. Il mutuo in Ecu con indice Istat La nostra situazione economica è tragica. Io e mio marito, ammalato, abbiamo avuto un prestito da una finanziaria di Milano (50 milioni di lire in Ecu, indicizzato) per il quale pagavamo all'inizio 581 mila lire al mese. Con il passare degli anni la rata mensile è salita a 750 mila lire. Abbiamo chiesto di allungare il periodo di pagamento o di versare 500 mila lire mensili, ma ce l'hanno rifiutato. Il mutuo è intestato a mio figlio. La prego di una risposta. B. Scarola - Torino Cara signora, la vostra rata è in Ecu, per contratto. Lei scrive che è salita da 581 a 750 mila lire mensili, cioè del 29%, «con il passare degli anni». Ma, quanti anni? L'Ecu, sul mercato dei cambi, da una media di 1524 lire del '90, è salito fino a 2273 nell'aprile '95, cioè di oltre il 49% per cento, per poi scendere fino alle attuali (nel momento in cui scrivo) 1911 lire. Spero che anche la vostra rata possa risentire positivamente del rallentamento dell'inflazione. Mi sembra, tuttavia, che l'indicizzazione Istat vi abbia favorito, al contrario dei tanti che hanno contratto mutui bancari in Ecu.

Persone citate: Balconi

Luoghi citati: Milano, Torino