Ecco il metodo Chiappa di Luciano Genta

LA RARITÀ' LA RARITÀ' di Sandro Doma SI potrebbe dire: è un libro che non ha prezzo, questa prima edizione de «Les fleurs du mal» del 1857 con la dedica di Charles Baudelaire al suo avvocato Chaix d'Est-Ange. In più la copia racchiude fra le sue pagine ben quattro fogli autografi: due lettere dello stesso Baudelaire, una di Victor Hugo e ancora la stesura definitiva de «L'Albatros», poema ritenuto da Flaubert «un vrai diamant». Per ora il diamante, assieme al libro e alle lettere, è stato stimato sa Sotheby's quasi 100 milioni di lire e andrà all'asta il 28 giugno a Londra. Si tratta di una copia sfuggita all'ordine di sequestro impartito dal Tribunale di Parigi subito dopo l'uscita del libro, nello stesso 1857. L'accusa di oscenità riguardava 6 liriche che non compariranno più nelle successive edizioni di «Les Fleurs du Mal» fino a quella del 1949. Dopo tale data non furono più giudicate oscene. OCCHIO DI O Un disegno di Gianni Micheloni per il suo manuale «Il gioco delle biglie sulla spiaggia», in uscita da Sperling & Kupfer Tiro pi medio corretta fttSIZfoNE per il tiro TIRO PI INDICE privilegiano «quanto è» rispetto a «quanto non è», cioè la «realtà» rispetto alla «fantasia». Fino a ieri sarebbe sembrato finto il riferimento a un intero volume scritto dal Micheloni, pubblicato da Sperling & Kupfer, sulle biglie di plastica (...). Se ci fosse bisogno di portare un'estrema convalida alla bontà della tesi del Micheloni (le biglie sono ciclisti) basterebbe un paragone coi parenti poveri delle biglie, i tappi a corona (tappi di bottiglie di birra o di acqua minerale, che si tolgono con l'apribottiglie anziché col cavatappi): c'è il calciotappo (parente del Subbuteo; qui non c'interessa), e oltre al calciotappo cosa c'è? C'è il ciclotappo. Non si è mai sentito parlare di autotappo o di mototappo. Qui forse si potrebbe imboccare un sentiero laterale. Chi sostiene che fra i giochi di biglie, biglie di terracotta, un tempo numerosi (sul mucchio, l'inseguimento con cinque varianti, biglia al bersaglio, biglia al cerchio, fuori la biglia, biglia a bocce, nove buche, il ponte, la raccolta delle prugne eccetera, e la burella del Mitelli che è una variante di battimuro eccetera), sopravvive solo quello del circuito, potrebbe a buon diritto ritenere che tale fenomeno sia correlato al successo delle biglie di plastica con immagini di ciclisti incorporate: la biglia, qualsiasi biglia, anche di terracotta, non sarebbe più vista come una piccola boccia, un proiettile e simili, bensì come un corridore ciclista. Se questo fosse vero, staremmo facendo della biglia di plastica il massimo elogio. Parliamo dunque, per finire, del ciclotappo. Io sono stato con Gualtiero Schiaffino e Luigi Spagnol tra i promotori o sansepolcristi della Federazione Italiana Gioco Ciclo-Tappo. Quindi non dovrei battere ciglio se il MicheIoni auspica la formazione di Fra Umica e umorismo un manuale di Gianni Micheloni: in anteprima la prefazione di Dossena e una pagina del libro una Federazione Italiana Gioco Biglie. Ma senza fare lo iettatore credo avrebbe più successo una Federazione Italiana Gioco Biglie (intendo Biglie-diTerracotta o altri materiali) che non un Federazione Italiana Gioco Biglie-di-Plastica. La Biglia-di-Plastica è cosa moderna (Anni 60? fine Anni 50?), la Biglia-di-Terracotta o altri materiali è cosa antica, e fa scattare molle di maggior nostalgia o «com'eravamo» eccetera. Uno tra i migliori capitoli del Micheloni è quello sul tiro di indice o di pollice. E giustamente dice il Micheloni che «il tiro di pollice è stato portato sulle spiagge da giocatori di biglie di estrazione stradale» ossia di bassa estrazione sociale; gente «abituata a giocare con biglie (di terracotta o di metallo o) di vetro o con tappi e tollini, giocatori perlopiù di professione, avidi di guadagno, rissosi, incuranti della bellezza del gesto, incapaci di progettare piste innovative, insensibili alla bellezza del morbido fluire della biglia di plastica sulla pista di sabbia». Verissimo, giustissimo, sacrosanto invito alla rissa. Chi mi invita alla rissa mi invita a nozze. Incominciando con gli insulti oggi, per venire alle mani domani, i giocatori di biglie di plastica sono un po' tutti dei signorini di buona famiglia, di famiglie borghesi o piccoloborghesi. Giampaolo Dossena Ò NDICE PROPULSORE l'onoh<a Da/e fsseac quasi attaccata aixa . StCUA i micAN PDU-ICE » cÒNnjASTO TIPO 01 HDUlCfc' micino lo ANULARE MEDIO POU\C£ PROPULSORE INDICE DI COHrTZASTO TRACCIARE LA PISTA Ecco il metodo Chiappa CI sono infiniti modi di tracciare la pista su sabbia asciutta; sono tutti sbagliati tranne uno: il metodo Chiappa. Si chiama così dal nome del suo inventore, l'ingegner Gustavo Chiappa (1859-1929) e non dal nome della parte anatomica più impegnata nelle operazioni. Si sceglie tra compagni e vicini un sedere adatto alle circostanze. Se i partecipanti alla competizione sono solo due o tre può bastare un sederino nervoso e magro d'adolescente; se invece i concorrenti sono più numerosi è meglio ricorrere a un sedere più allegro, maturo e ben tornito, in grado di produrre carreggiate più ampie e scorrevoli. Casi estremi, tornei internazionali piste da record eccetera possono far ricadere la scelta su esemplari di chiappe placide e imponenti pur con tutti i problemi di movimentazione a essi correlati. Naturalmente l'imponenza dei glutei va di pari passo col peso e considerando in via di prima approssimazione che sia la superficie chiappale sia il peso complessivo della portachiappe aumentino in modo proporzionale al quadrato della larghezza totale dei glutei risulta che: dato un sederino largo 30 cm corrispondente a una ragazzina del peso di 40 kg ■* un culone largo 60 cm corrisponderà a una ragazzona del peso di: (60/30)Ix40 = 4x40 = 160 kg Questi dati, pur approssimativi (sono basati su ricerche antropometriche eseguite negli Stati Uniti d'America, dove il problema dell'obesità è oggi tanto straripante da indurre da un lato le autorità sanitarie a studiare messaggi di avvertimento da riportare sulle confezioni di burro di arachidi, maionese, sugarbutter wurstels eccetera, e dall'altro lato le associazioni per il design industriale a rivedere con maggior generosità le dimensioni dei posti a sedere dei mezzi pubblici e dei locali per lo spettacolo; si veda al proposito la recente pubblicazione Ass & Mass, The American industriai designer ass-sociation, Chicago 1995), suggeriscono una grande cautela nella scelta delle chiappe più adatte e consigliano di raffreddare l'entusiasmo per gli esemplari più formosi. Scelto il sedere adatto alle circostanze, sedere tradizionalmente (ma non necessariamente) femminile, si procede con le operazioni, che consistono molto semplicemente nel trascinarlo sulla spiaggia perché lasci per terra la traccia della pista. La proprietaria del sedere si accuccerà per terra con le mani giunte sotto le ginocchia, le gambe raccolte al petto, i piedi per aria. I tiratori, uno o due secondo la mole della ragazza, afferreranno con delicatezza e decisione, garbo e risolutezza, le caviglie ... Gianni Micheloni CIPRIANI CON ESOPO ALL' HARRY'S BAR UANDO andava, lì da lui, all'Harry's Bar in calle Vallaresso, pochi metri quadrati tra i più famosi del mondo, a raccontarsi e ad ascoltare mangiando i celestiali tagliolini alle seppie, Parise gli diceva: «Scriva. Però deve scrivere una pagina al giorno». Arrigo Cipriani lo ha fatto, ormai da decenni. E ha pubblicato, bene, con Longanesi e con Rizzoli: dal romanzo Eloisa e il Bellini, a quella summa dei tic e dei tabù, ritratti dei nuovi e antichi ricchi, dei decaduti e degli avari, delle libertine e delle bellissime, offerta sotto le specie del libro di ricette Il mio Harry's Bar. «Ma adesso è la prima volta che ho scritto una cosa nella quale i ristoranti, il mio mestiere, non hanno nulla o quasi nulla a che fare». Appena ANCH'IO Ti AMO Arrigo Cipriani Baldini & Castoldi pp. 120 L 20.000 uscito da Baldini & Castoldi, garante Oreste del Buono, Anch'io ti amo è nato da taccuini di appunti riempiti di qua o di là dell'oceano, negli Harry's di New York come di Buenos Aires o la notte, chiusa la «bottega» veneziana, «le volte che non avevo bevuto una bottiglia in più di vino»; e potrebbe essere uno zibaldone o un sillabario, tra schegge di autobiografia. Anche un pezzo di teatro, la commedia d'una vi¬ ta. Che si apre, in prosa e versi, con un eros «sorprendentemente hard» come nota Alessandro Dalai, il suo editore: duello amoroso grazie al quale una carne «giovane,/gioiosa,/purissima/ bianchissima» («nera sei soltanto / dove devi essere nera...») illumina e dispera l'autunno dell'uomo. Per poi distendersi in una serie di quadri-apologo, storie esopiane di uomini che paria- Arrigo Cipriani pubblica i suoi taccuini di ricordi no con gli animali, di animali che parlano tra loro, di uomini che parlano con Dio. «Un percorso - è vero questa volta ciò che ci dice la presentazione - di stralunata saggezza attraverso la quale si impara a guardare alla vita con inesauribile curiosità». E dove la grazia che si accompagna a una vena di ironia «capace di tirare sgambetti ai pensieri più solenni» non oscura la costante ri¬ flessione sulla responsabilità dell'individuo di fronte a se stesso e agli altri. Ed è quel che alla fine più interessa al Cipriani scrittore (ma in fondo anche al Cipriani «bettoliere» come lui stesso con civetteria si definisce) per denunciare, amenissimamente, le idiozie dei finti potenti (l'assessore che vuole arrestare i colombi di piazza san Marco) e le sconfitte dei deboli (la pecora respinta dall'ufficio di collocamento e costretta a tornare nel gregge non prima di patire un'ultima tosatura), segnalare le swiftiane vittorie dei piccoli (la pantegana contro gli impiegati comunali), non senza un po' di metafisica nel dialogo filosofico tra un pilota di jet e un gabbiano. Resta, in questo viaggio del cuore, il punto interrogativo finale, uno smarrimento, disegnato, pour cause, nello chef Ignazio che il Padreterno crea per soddisfare, invano, la propria golosità e del quale Cipriani si vendica con un allegro ribaltone poiché «è certo che l'uomo creato da Dio a sua immagine e somiglianza, ha sul suo creatore un notevolissmo vantaggio. E cioè l'uomo si innamora, Dio no». Meno male. Mirella Appiotti Parla Vautore «VI RIVELO I MIEI GIMOND1 SCONOSCIUTI» I"INGEGNERE c giocoliere, Gianni Micheloni, milanese, 37 anni, fonde professione e passione a ogni I tocco di biglia. Sembra facile, un gioco da ragazzi, invece c'è dentro un mezzo Politecnico, geometria, fisica e costruzioni: «Per questo ho deciso di fare un vero manuale», spiega compunto. Come i classici manuali Hoepli, il Ricettario dell'elettricista o il Prontuario dell'agricoltore? «Sì, quelli che intorno a un piccolo campo del sapere, che ne so, la coltivazione del lombrico, sono capaci di far ruotare il mondo». Ma con tanta ironia. «Certo. Perché il fanatico del manuale condensa in formula anche il dato più semplice, crea un gergo parascientifico terreno fertile per la parodia». Così Micheloni traccia righe esilaranti sulla granulometria della sabbia e l'umidità ottimale, la dinamica delle sfere e l'angolo d'attrito, la velocitanza e il bigliotachimetro, il tutto algebricamente misurato e fondato su inattaccabili fonti, da Bitossi di seppia a Pezzi di Merckx, da Gimondi sconosciuti a De Zan e l'arte della manutenzione della bicletta, da Tirare da cani a Giocare con l'Ego (e non citiamo, per riguardo ai lettori più pigri, l'eccellente bibliografia straniera). Qui si svela l'altra metà dell'ingegnere, l'umorista letterato che con tre amici ha fondato «Bufala cosmica», laboratorio di Rime tempestose (un titolo Sperling della scorsa estate, una vacanza con acrostici, sonetti monovocalici e altre ribalderie bartezzaghiane). A tenere insieme le due metà è proprio il gioco, là dove scienza e divertimento si fondono nella Regola. Ma perché tra i giochi proprio le biglie e perché tra le biglie proprio quelle dei ciclisti? «Perché sono i ricordi mitici della mia infanzia». A ciascuno le sue madeleines. Micheloni a 6 anni già steccava d'indice i suoi Adorni (i colleghi di Balmamion, non quelli di Marcuse) lungo i lidi adriatici (lì dev'essere nata quella sua strofetta su Rimini: «Nelle sere serene tenteremo le tenere tette delle tedesche dell'Est»). Poi è transumato a spiagge liguri. Ma teorizza che quelle tirreniche sono il miglior campo di gioco: «più lungo è il tramonto», ora canonica per una sfida all'ultimo indice. E proprio perché dilemmi ed incertezze sul da farsi variavano di riva in riva, di gitante in turista, ha deciso di porre mano al Regolamento biglioso. Dunque un manuale di servizio e insieme un trattatello di costumi da spiaggia (un filino maschiocentrico, con divieti d'accesso ai bambini rompibiglie e ragazze ridotte ad apripista in virtù di quello che Sacchi ha perso definitivamente tra Amsterdam e Manchester). Ma il Micheloni, come l'accusa il Dossena, supremo campione di tiro con la parola, è allora davvero un signorino piccolo borghese? «Sì, ma non l'ho preso come un insulto. Anzi mi è piaciuto. Rivendico al mio gioco la suprema Bellezza. Quale ricchezza d'invenzione nel costruire una pista, quale fluida eleganza nel far scivolare una biglia. Non c'è confronto con quel povero ciclotappo del Dossena, gioco di strada e di scommessa». Sta a vedere che sulle spiagge riprende la lotta di classe: avremo un'estate calda. Luciano Genta I

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