Giudice sparito Si riapre il caso Adinolfi
Giudice sparito Giudice sparito Si riapre il caso Adinolfi PERUGIA. La procura della Repubblica presso il tribunale di Perugia ha riaperto l'inchiesta sulla scomparsa del consigliere della corte d'Appello di Roma, Paolo Adinolfi, allontanatosi dalla propria abitazione romana la mattina del 2 luglio 1994 e del quale, da allora, non si hanno più notizie. Un mistero che resiste da due anni, ma che adesso potrebbe vedere una svolta. Il gip ha autorizzato la riapertura del caso, su richiesta dei sostituti procuratori Fausto Cardella e Michele Renzo, dopo le dichiarazioni del faccendiere siciliano Francesco Elmo, arrestato nell'ambito dell'operazione «Cheque to cheque». Elmo aveva riferito agli inquirenti che Adinolfi sarebbe stato ucciso materialmente «da uomini della banda della Magliana». Il motivo: il giudice stava per rivelare a un suo collega, il pubblico ministero milanese Carlo Nocerino, che indagava sul fallimento della società «Ambra assicurazione», della «cose importanti» sui legami tra «settori deviati del servizio segreto civile» e società fantasma che operavano «nella compravendita di immobili». Il faccendiere avrebbe dichiarato di avere appreso queste cose dal colonnello del Sismi, Mario Ferraro, poi trovato impiccato nel bagno della propria abitazione, e da un suo collaboratore. Nel corso della sua attività il giudice Adinolfi aveva ricoperto anche l'incarico di giudice delegato presso il Tribunale fallimentare di Roma, occupandosi, tra l'altro, del fallimento della società «Fiscom», di Salvatore Tuttolomondo, al centro delle indagini condotte dal pm Nocerino. [Ansa]
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