Il presidente del Senato: nessuna polemica, ma deve vincere il pluralismo Mancino: parziali anche i tg Rai di Maria Grazia Bruzzone

Il presidente del Senato: nessuna polemica, ma deve vincere il pluralismo Il presidente del Senato: nessuna polemica, ma deve vincere il pluralismo Mancino; parziali anche i tg Rai Alla Lega: basta «bossate» NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO «Troppo sposso la notizia non è data, o è data con troppa parzialità, e non mi riferisco solo alle reti private, ma anche al sei-vizio pubblico». Il presidente del Senato Nicola Mancino parla al convegno su «Il sistema televisivo europeo e il caso italiano» organizzato a Napoli dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Parla dell'inadeguatezza della legge Mammi «che ha cercato di risolvere il problema del pluralismo nell'informazione, ma lo ha fatto in maniera insufficiente, dando vita a un duopolio che può essere forse efficace sul piano intemazionale, ma non lo è su quello nazionale e localo». Ed è a questo punto che, come esempio dell'insufficienza del sistema attuale, nazionale e locale, pubblico e privato, non solo cita l'informazione scritta nel Mezzogiorno, in mano a un solo soggetto (pur senza fare il nome di Caltagirone) ma se la prende con l'informazione radiotelevisiva, evidentemente, a suo giudizio, troppo «parziale». Quella targata Rai, non meno di quella delle emittenti private. E ha un bel minimizzare, alla fine, il presidente. «Non voglio aprire una polemica con la Rai nel momento in cui forse toccherà a me e a Violante nominarne i vertici, un incarico che ci risparmieremmo volentieri», si schermisce. Ma si riferiva proprio ai Tg e ai Gr del servizio pubblico? A tutti, o solo a qualcuno? «Volevo solo dire che tendenzialmente Gr e Tg dovrebbero es- sere espressione di tutte le aree del Paese. La notizia non può essere di parte», finisce per ribadire, generalizzando. I concetti di «imparzialità», «rappresentatività», «pluralismo», in verità, ritornano quasi come un leit motiv nel discorso di Mancino, che oltre ad essere presidente del Senato è anche un autorevole esponente del ppi. Così a Gianni Letta, che poco prima ha chiarito la posizione di Forza Italia dicendo di essere d'accordo sulla proposta di legge sul eda Rai presentata nella scorsa legislatura dai Popolari, Mancino ricorda l'origine di quell'idea. Presentata a suo tempo da lui stesso e dal pidiessino Salvi, poi .modificata al Senato e alla Camera, fino a diventare un eda di otto membri. «La ragione era la ricerca di un massimo di rappresentatività, non pensando ai partiti ma alle varie culture, quella liberaldemocratica (leggi Polo), quella cattolico-democratica (leggi Ppi e forse anche Ccd-Cdu) e quella riformista (leggi laica-di-sinistra), spiega il presidente. Che par quasi rimpiangerla. E quando Letta gli chiede provocatoriamente se è disposto ad applicare quel criterio anche oggi, nelle nomine che eventualmente dovessero fare i presidenti, Mancino non può rispondere nettamente, ma riparla dell'imparzialità «che non esiste, ma a cui ci si può avvicinare, se si fa una scelta pluralista, di rappresentatività per grandi aree culturali». Infine, sulla richiesta del leader della Lega, Umberto Bossi, di una rete televisiva per la Padania e la minaccia di bruciare i bollettini per il pagamento del canone Rai, Mancino la definisce «una bossata». «Escludo aggiunge - che ci sia comunque una richiesta ultimativa da parte di questa forza politica». A Beppe Giulietti, Sinistra Democratica, «pare il minimo, un fatto normale, che a chi rappresenta l'altra metà degli italiani si conceda una rappresentanza nel consiglio della Rai». E fa una certa impressione vedere l'ex pasdaran barbuto, già' in prima fila nella battaglia referendaria per togliere una rete a Berlusconi, diventato oggi veltroniano «buonista», in grande sintonia col numero due Fininvest non solo sul eda Rai (alla faccia dell'amministratore unico per cui si batte D'Alema), ma anche su altri punti non meno rilevanti (come l'urgenza della legge di sistema ipotizzata da Maccanico sulla base dei risultati della commissione Bogi-Napolitano). Come ai tempi dell'idillio Veltroni-Confalonieri. Maria Grazia Bruzzone Il presidente del Senato Nicola Mancino

Luoghi citati: Caltagirone, Napoli