D'ALEMA E IL FANTASMA DI CRAXI Il Partito della Sinistra di Gad Lerner
D'ALEMA E IL FANTASMA DICRAXI IL PARTITO DELLA SINISTRA D'ALEMA E IL FANTASMA DICRAXI MASSIMO D'Alema è certamente il politico italiano che oggi detiene più potere nelle sue mani, tra quelli che non rivestono incarichi istituzionali. Trattandosi del segretario del partito di maggioranza relativa facente parte del governo, è logico che sia così: il suo parere è (o dovrebbe essere) determinante negli indirizzi della nostra politica, così come nelle nomine pubbliche. Ciò che lo rende, secondo tradizione italiana, anche un leader molto riverito. Appare dunque singolare, ma non inspiegabile, che tra le preoccupazioni del vincitore, attento alle riforme da discutere con Berlusconi, alla scelta dei vertici Enel, all'attrito governo-sindacati, si profili niente meno che il fantasma di Bettino Craxi. Quel Craxi che un giovanissimo D'Alema si era recato a incontrare nel 1989 insieme a Veltroni sul camper del congresso socialista dell'Ansaldo a Milano, proprio nei giorni della caduta del Muro di Berlino, quando si consumava il crollo del comunismo mentre il psi governava con Andreotti e Forlani. Come è noto, Craxi ha distrutto se stesso e il suo partito seppellendosi sotto una valanga scandalosa di miliardi. Ma il fantasma craxiano che si aggira ancor oggi nella politica italiana è quello dell'identità riformista sempre controversa in una sinistra egemonizzata dal pei. Nessuno avrebbe potuto immaginare che, sette anni dopo l'incontro sul camper, al governo ci sarebbe andato Veltroni, e per giunta senza l'appoggio di un Craxi ridotto a tangentocrate di Hammamet. Da allora tutto è cambiato, con la fine della Prima Repubblica. Tranne forse un dettaglio: Massimo D'Alema ha sì potuto vincere le elezioni con un simbolo che contiene la falce e il martello del pei, ma non Gad Lerner CONTINUA A PAG. 6 SETTIMA COLONNA
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