Il Premier replica all'accusa di «non portare l'Italia in Europa». Anche il Fondo monetario loda la manovra Prodi: Monti mi deve una spiegazione

Il Premier replica all'accusa di «non portare l'Italia in Europa». Anche il Fondo monetario loda la manovra Il Premier replica all'accusa di «non portare l'Italia in Europa». Anche il Fondo monetario loda la manovra Prodi: Monti mi deve una spiegazione «Santer difende il mio governo: siamo sulla strada giusta» LIONE DAL NOSTRO INVIATO Accidenti se è stizzito, Romano Prodi, contro il professor Mario Monti, commissario europeo. La sua fin troppo nota e fin troppo descritta bonomia scompare di colpo. L'accusa di «non portare l'Italia in Europa» gli brucia, si vede. Monti in un'intervista ha stroncato il piano triennale del governo, perché conferma che l'Italia solo nel '98, non nel '97, raggiungerà il traguardo fondamentale del 3% di deficit, fissato dal Trattato di Maastricht. Prodi, uscito dalla sessione mattutina del G-7, ha voglia di litigarci di persona: «L'ho cercato per telefono e non l'ho trovato. Ne parlerò prima con lui». In attesa del chiarimento, poche e secche parole: «Monti ha ottenuto il risultato di mettersi in contrasto con Jacques Santer il presidente della Commissione europea di cui fa parte. Santer si è espresso favorevolmente sul nostro documento di programmazione». E il presidente del consiglio ha concluso che non è una disgrazia essere attaccato su due fronti opposti. Cofferati e Fausto Bertinotti lo accusano di rigore eccessivo? «Finché uno picchia da una parte, e uno dall'altra, mi pare che siamo sulla strada giusta». Da parte sua, il ministro degli Esteri Lamberto Dini ironizza sulle prediche da lontano: «Ho stima e rispetto per Monti. Ma bisogna distinguere tra chi fa dichiarazioni di principio e chi deve prendere decisioni». Det- ^, s to terra terra: vorrei vedere lui, se fosse al governo. E più tardi, in serata, è Carlo Azeglio Ciampi a sferrare il contrattacco, con un potente aiuto. Se di istituzioni sovrannazionali si tratta, che cosa c'è di meglio, per rispondere a un commissario europeo, che il direttore generale del Fondo monetario in% 'ternazionale? Michel Camdessus, francese, è un vecchio amico sia di Ciampi sia di Dini. E il suo personale appoggio al pro¬ gramma del governo Prodi lo dà. Uno dei mestieri del Fmi, si sa, è di fare le pulci alle politiche di bilancio e monetarie dei Paesi membri. Camdessus, al termine di un lungo incontro con Ciampi, è rimasto convinto soprattutto da una delle ragioni esposte dal governo italiano: formulare un programma di risanamento più ambizioso qui e ora non sarebbe stato realistico. «Se si fosse annunciato un miracolo - dice - i mercati finanziari non ci avrebbero creduto». Gli pare più sensato procedere così, «passo dopo passo, senza fare annunci reboanti»; lo scopo di questa ma¬ novra «è di aprire spazi a una riduzione dei tassi di interesse». Il governo Prodi, continua il direttore generale del Fmi, ha già raccolto un capitale di consenso sui mercati: «L'effetto fiducia ha cominciato a manifestarsi, la lira è risalita, i tassi di interesse a lungo termine sono scesi». «A titolo personale» Camdessus «crede che il governo italiano manterrà la sua parola» e che «sia in una buona posizione per raggiungere gli obiettivi annunciati». Le linee del suo programma triennale Prodi le ha esposte anche nella riunione del G-7, agli altri sei capi di Stato e di gover¬ no. Lì però di giudizi non ce ne sono stati, spiega il presidente del Consiglio, perché non è uso che ce ne siano. Sul fronte interno italiano, i problemi sono opposti. C'è Rifondazione comunista per cui il rigore è sempre troppo. «Ma non vedo rischi per la maggioranza» sostiene Prodi. L'incontro che ha avuto con Fausto Bertinotti è stato, a suo-giudizio, rassicurante: «Gli ho parlato con molta lealtà e molta chiarezza, come; sempre faccio. Non pretendo che Bertinotti sia d'accordo con me, ma credo che capisca il motivo di quello che faccio». [s. 1.] CHI ABITA A MAASTRICHT E CHI NO DATIPREVISIONALI P1L INFLAZIONE DIS0CCUPAZI0NE DEFICIT SUPIL DEBITO SU PIL DELL'UNIONE EUR0PEA 1995 1996 1995 1996 1995 1996 1995 1996 1995 1996 AUSTRIA +2,7% +2,5% 2,8% 2,9% 3,9% 3,8% 4,6% 3,9% 66,2% 67,4% BELGIO +2,7% +2,6% 1,9% 2,4% 9,6% 9,1% 4,2% 3,9% 134,3% 132,3% DANIMARCA +3,3% +2,9% 2,3% 2,7% 8,6% 8,0% 1,9% 1,2% 76,1% 75,4% FINLANDIA +5,3% +4,2% 1,7% 3,3% 16,3% 14,6% 5,0% 1,1% 64,4% 64,6% FRANCIA +3,1% +2,9% 1,9% 2,1% 12,1% 11,5% 4,9% 3,9% 51,2% 52,6% GERMANIA +3,0% +2,6% 2,3% 2,5% 7,8% 7,3% 2,1% 2,4% 58,2% 56,1% GRECIA +1,6% +1,8% 9,6% 8,9% 9,6% 9,5% 11.3% 10,2% 115,3% 116,2% IRLANDA +6,9% +5,5% 2,9% 2,7% 14,1% 13,1% 2,8% 2,6% 84,6% 80,8% ITALIA +3,3% +3,4% 5,2% 4,5% 11,4% 10,9% 7,9% 8,1% 124,9% 124,4% LUSSEMBURG0 +3,3% +2,9% 2,3% 2,5% 3,6% 3,4% 1,4% 1,5% 7,6% 7,8% PAESIBASSI +3,2% +2,8% 1,8% 2,2% 7,6% 7,2% 3,2% 2,5% 78,1% 77,1% P0RT0GALL0 +3,0% +3,2% 4,5% 4,5% 6,7% 6,3% 5,6% 4,7% 70,5% 70,7% SPAGNA +3,1% +3,4% 4,9% 4,5% 23,7% 22,8% 6,0% 4,8% 64,6% 65,2% SVEZIA +2,8% +3,0% 3,2% 3,2% 7,2% 6,5% 9,1% 5,8% 84,6% 85,7% REGNO UNIT0 +3,1% +2,8% 3,0% 3,0% 8,3% 7,8% 4,6% 2,9% 51,5% 51,5% T0TALEUE +3,1% +2,9% 3,2% 3,2% 10,7% 10,1% 4,5% 3,9% 70,3% 70,4% USA +3,2% +2,3% 2,9% 3,3% 5,7% 5,9% 1,6% 1,6% — —