Polemiche per l'intervista al Corriere della Sera. La Confindustria: ha ragione. D'Alema difende Cofferati Bufera sul piana del governo

Polemiche per l'intervista al Corriere della Sera. La Confindustria: ha ragione. D'Alema difende Cofferati Polemiche per l'intervista al Corriere della Sera. La Confindustria: ha ragione. D'Alema difende Cofferati Bufera sul piana del governo Monti: strada giusta, ma non porta in Europa ROMA. La linea economica del governo Prodi non basta. Le parole del commissario dell'Unione Europea Mario Monti sono state una doccia fredda per l'entusiasmo con cui il presidente del Consiglio Prodi e il ministro del Tesoro Ciampi avevano presentato la loro ricetta economica per il prossimo triennio. «Il documento - ha affermato Mario Monti in un'intervista al Corriere della Sera e ha poi ribadito ieri al termine di un suo intervento ad un convegno - è un passo nella direzione giusta, ma i tempi sono ormai così stringenti che avrei visto con maggior piacere un passo più significativo. Il documento riprende l'impostazione di un anno fa. Ma in un anno le cose sono molto cambiate e il progetto per la moneta unica europea si è fatto molto più concreto, imminente». Per questo motivo - ha proseguito il commissario Monti - «altri Paesi, grandi e piccoli, hanno fatto passi estremamente decisi verso il risanamento finanziario. Credo che anche per l'Italia occorra accelerare i tempi. Nel Dpef - ha concluso il commissario - si fa riferimento ad una possibile revisione e intensificazione della marcia in autunno: mi auguro che questo avvenga anche se avrei ritenuto più opportuno che fin da ora questo scatto di velocità fosse quanto meno tentato». Le critiche del commissario sono state pienamente condivise dalla Confindustria. Il consigliere Antonio D'Amato ha giudicato il documento «insufficiente» in particolare per il Sud. Critiche a cui hanno risposto da Lione il presidente del Consiglio e il ministro del Tesoro e del Bilancio e da Roma il ministro delle Finanze, Vincenzo Visco. «Si ritiene ha risposto il ministro delle Finanze - che l'approccio giusto fosse ancora quello tenuto dal governo Amato. Cioè un approccio da risoluzione definitiva e di carattere espiatorio per i cittadini». Approccio che per Visco è invece controproducente, per questo motivo: «La scelta del governo è stata quella di una strada al tempo stesso efficace ma non traumatica». Il ministro ha poi fatto appello come già due giorni fa alla «consapevolezza» di tutti, perché «nessuno deve presentarsi all'appuntamento dicendo di avere già dato». Si rivolgeva anche ai sindacati il ministro delle Finanze con questo suo appello ed in particolare alla Cgil che ieri ha ribadito il suo no al documento. «Ci allar- ma molto» ha affermato il segretario confederale Walter Cerfeda, perché il governo «ha distrutto inconsapevolmente l'intesa di luglio». «Se l'inflazione programmata scende nel '97 al 2,5% - ha spiegato - e, al contempo, non si dice come si intende tutelare i salari significa che si sta programmando la riduzione del potere di acquisto delle retribuzioni». Ma nel giudizio al documento i sindacati sono apparsi divisi. Secondo il numero due della Cisl, Raffaele Morese, non c'è contraddizione fra l'accordo di luglio e il Dpef. «Mi sembra - ha affermato - che il problema non sia tanto il documento, quanto quali strumenti mettere in atto per raggiungere gli obiettivi previ- sti». Dunque perché il 2,5% d'inflazione programmata sia un obiettivo possibile per il '97, Morese ha indicato una terapia d'urto: «Blocco delle tariffe pubbliche; controllo dei prezzi di prodotti chiave nell'industria, nel commercio, nel terziario; e riduzione dei tassi». Quanto ai contratti, l'interpretazione di Morese è che quelli già fatti «non saranno modificati, mentre per le categorie che già hanno presentato le piattaforme quel mezzo punto di differenza (dal 3% al 2,5%) potrà essere recuperato senza tagliare, ma usando le decorrenze degli aumenti retributivi». Non si è sbilanciato invece il leader del pds, Massimo D'Alema. Ha difeso la libertà della Cgil: «La Cgil è la Cgil e gode di piena autonomia e può quindi criticare tutti i provvedimenti che vuole», poi ha ricordato come il pds stia alla finestra in attesa di «vedere quali azioni il governo intraprenderà. Vogliamo cioè vedere come l'esecutivo combinerà il risanamento con l'occupazione». Flavia Amabile «I tempi sono stringenti serve un passo più forte» Visco: «Abbiamo scelto la via meno traumatica» Approccio che per Visco è invece controproducente, per questo motivo: «La scelta del governo è stata quella di una strada al tempo stesso efficace ma Sergio D'Antoni e (a fianco) il leader della Cgil Sergio Cofferati condo Raffaetraddizglio e ifermattanto istrumeraggiu«I tempi sonserve un pasVisco: «Abbila via meno Sergio D'Antoni e (a fianco) il leader della Cgil Sergio Cofferati Il commissario Mario Monti «Si è scelta una strada troppo lenta Altri Paesi hanno preso decisioni più coraggiose»

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