Vince il misticismo Parlano baget Bozzo Colletti e Messori di Vittorio MessoriMarco Neirotti

I Vince il misticismo Parlano Baget Bozzo Colletti e Messori I L pensiero di Delumeau è il pensiero di un cristiano che rifiuta il trionfalismo a vantaggio del realismo», dice Vittorio Messori (prefatore della traduzione italiana di Le christianisme va-t-il mourir?). E aggiunge: «E' uno straordinario storico delle mentalità. E ha sottolineato come il senso di trionfo della Chiesa fosse un'illusione. Dopo la caduta del muro di Berlino, abbattuto dalle televisioni occidentali, i Paesi dell'Est non si sono trasformati in luoghi di ascetismo». Dunque la Chiesa, o le chiese, vivono un declino irreparabile? No, meno quantità e più qualità, secondo Messori che, con Michele Brambilla (giornalista al Corriere della Sera, saggista), proprio alla ricerca di fede sta dedicando un libro, Qualche ragione per credere (uscirà in dicembre da Mondadori). Orizzonti bui, secondo il filosofo Lucio Colletti: «Da un lato il marxismo e altre ideologie hanno trasferito gli assoluti della religione nell'aldiquà. Dall'altro forme di miscredenza diffusa sono venute dalla visione scientifica del mondo. L'astronomia, le teorie darwiniane, la selezione naturale guidata dal caso hanno ucciso la visione antropocentrica della religione». Però il bisogno del sacro rimane. Risponde Colletti: «Sì, ma il mondo tecnologico offre un supermercato di ricette di salvezza, che incentivano la superstizione». Abbiamo creato l'antidoto alla religione? «Non noi. I prò- cessi ci sovrastano, rendendo sempre meno plausibile quel rapporto privilegiato di Dio con l'uomo e la Terra». Allora, quale futuro per la Chiesa? «Era la profezia fatta da Malraux negli Anni 30: il 21° secolo o sarà religioso o non sarà. In effetti sarà religioso, ma non cattolico e non cristiano. I Vangeli, il Libro dell'Apocalisse sono concordi nel dire che la fede diminuirà, sarà messa in pericolo. E Gesù, nel Vangelo di Luca, si chiede: credete voi forse che quando il Figlio dell'Uomo tornerà troverà ancora fede sulla Terra? Non nega che ci sarà, ma la vede ridotta al lumicino, al piccolo gregge, accanto a cui le masse passano distratte». Questo perché oggi la ricerca religiosa è contrassegnata da uno stile da self service: «Prendi il carrello, vai tra gli scaffali e scegli il prodotto più adatto a te. La Chiesa cattolica è quella con il Credo più forte, con i dogmi e non incontra il favore di chi cerca una fede più soft, più vaga, soprattutto in un'epoca in cui ci siamo abituati a non credere a una Verità ma a cercare tra varie verità possibili. La Cristianità è già morta, sepolta, riposa in pace. Ma il Cristianesimo, seppur di minoranza, sopravvive, perché conosce troppo bene la via per uscire dal sepolcro. Al declino della quantità si contrappone la straordinaria vivacità qualitativa». Sulla qualità più alta non ha dubbi Gianni Baget Bozzo: «Nell'era tecnologica, dove l'uomo è costruttore incerto, produttore inconscio, la fede emerge a livello individuale anziché collettivo: dalla religione si passa alla mistica». Per il sacerdote i mutamenti sono stati epocali: «Viviamo la fine della civiltà agricola, quando si legava la natura a un rapporto con il divino. Nell'età tecnologica l'origine dei fenomeni muta impatto. Ciascuno si sente più artefice, prevale una singolarizzazione per cui ciascuno si sceglie una religione in funzione dei suoi bisogni soggettivi. L'idea comunitaria lascia il passo a quella mdividuale». Ma, dice Baget Bozzo, la Chiesa si trova anche in difficoltà perché «spaesata dall'impennata degli Anni 80, con richieste mistiche mentre il mondo religioso era proiettato sul sociale. Alla domanda spirituale non rispondeva l'offerta ecclesiastica». Marco Neirotti

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