La Corte Costituzionale decide che il ristoratore accusato di omicidio in Florida sia giudicato in Italia «Pietro Venezia non va estradato»
La Corte Costituzionale decide che il ristoratore accusato di omicidio in Florida sia giudicato in Italia La Corte Costituzionale decide che il ristoratore accusato di omicidio in Florida sia giudicato in Italia «Pietro Venezia non va estradato» Il governo Usa: la Consulta ci ha delusi ROMA. La Corte Costituzionale ha detto no all'estradizione verso gli Stati Uniti di Pietro Venezia, 44 anni, l'italiano accusato di omicidio di primo grado dal giudice della contea di Dade, in Florida. E il governo Usa si è dichiarato «molto deluso». La sentenza, la 223 scritta dal giudice Francesco Guizzi, è stata depositata ieri in tempi rapidi, 2 mesi dopo l'ordinanza di rimessione. I giudici di Palazzo della Consulta hanno dichiarato incostituzionale sia la nonna procedurale di carattere generale sulla concessione dell'estradizione (l'articolo 698, comma 2, del codice di procedura penale), sia la legge di esecuzione del trattato Italia-Usa nella parte in cui disciplina le modalità di estradizione per reati puniti con la pena capitale, subordinando il sì alla garanzia, ritenuta sufficiente, della non esecuzione della pena di morte. La Corte ha ritenuto che il meccanismo previsto nel Trattato è «inadeguato» rispetto al bene essenziale della vita e degli altri diritti inviolabili dell'uomo. I giudici hanno osservato che il divieto di infliggere la pena di morte può dirsi un principio italiano che contraddistingue la civiltà giuridica del nostro Paese. Conseguentemente hanno affermato che «in nessuna ipotesi e per nessun tipo di reato è ammesso il concorso dello Stato italiano alla irrogazione o esecuzione della pena capitale». La sentenza fa automaticamente decadere il se¬ condo comma dell'art. 698 del nuovo codice di procedura penale. Ieri Venezia stava scherzando con le guardie di Rebibbia quando un detenuto gli si è avvicinato e gli ha fatto gli auguri: ha chiesto perchè e gli è stato comunicato che la radio aveva reso noto che per lui non esisteva più il pericolo dell' estradizione. «Sono rimasto stupito - ha detto al suo legale - e sono contento perchè partendo da un caso particolare si può contribuire a risolvere una grande battaglia come quella contro la pena di morte». Una copia della sentenza gli è stata consegnata da rappresentanti di Antigone, l'associazione che ha patrocinato i ricorsi dinanzi alla Commissione europea dei diritti dell'uomo e dinanzi al Tar laziale contro il provvedimento di estradizione firmato il 14 dicembre da Dini. Ora Pietro Venezia sarà giudicato dalla giustizia italiana a Taranto, la città dove è residente. Anzalette Bonham, moglie dell'esattore del fisco ucciso da Venezia, ha commentato: «Credo che un delitto resti un delitto, commesso negli Usa o in Italia. La vostra sentenza comunque non mi sorprende». [r. cri.) LE TAPPE DI UN'ODISSEA DICEMBRE 1993. Secondo l'accun Pietro Venezia, 44 anni, uccide un esattore delle tasse a Miami, in Florida, dove gestisce un ristorante. Lui sostiene di aver ucciso per legittima difesa in quanto vittima di soprusi. APRILE 1994. L'uomo, originario di Laterza, viene arrestato in base ad un mandato di cattura intemazionale e rinchiuso nel carcere di Taranto. NOVEMBRE 1994. La Corte d'Appello di Lecce dichiara concedibile l'estradizione richiesta dagli Stati Uniti. OTTOBRE 1995. La Cassazione respinge il ricorso del legale di Venezia contro la sentenza della Corte d'Appello. DICEMBRE 1995. Il ministro ad interim di Grazia e Giustizia, Lamberto Dini, firma il provvedimento di estradizione. MARZO 1996. Il Tar del Lazio sospende il decreto ministeriale di estradizione. GIUGNO 1996. La Corte Costituzionale dice no all'estradizione. Ora Pietro Venezia dovrà essere giudicato in Italia.
Persone citate: Bonham, Dade, Dini, Francesco Guizzi, Lamberto Dini, Pietro Venezia
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