La guerra degli chef a tre stelle Menù firmato Lacombe, spodestato Bocuse
La guerra degli chef a tre stelle La guerra degli chef a tre stelle Menù firmato Lacombe, spodestato Bocuse LIONE DAL NOSTRO INVIATO A Lione i veri Grandi sono sei e non sono né capi di Stato né capi di governo. Paul Bocuse, Pierre Troisgros, Georges Blanc, Marc Veyrat, Pierre Orsi, Jean Paul Lacombe: i celebri chef a tre stelle che firmeranno i menù durante il vertice sono i veri protagonisti di questo G7. Quando Chirac scelse Lione, capitale della regione che Bocuse ha chiamato «il vivandato dell'Esagono», subito si pose il problema di assegnare i vari menù senza creare scompiglio nel tempio dell'arte culinaria francese. L'eletto tra gli eletti, questa volta, è Jean Paul Lacombe, esponente di una cucina tipicamente lionese, rustica ma delicata. Ospiterà i sette capi di Stato e di governo stasera nel suo rinomato Leon de Lyon per una cena intima e sopraffina. «Adoro trasformare, semplificare, dare un nuovo look alla cucina lionese tradizionale», racconta lo chef. Ma sul menù di stasera, massimo riserbo. Unica certezza: niente carne bovina. Ordini del Presidente Chirac, che si trova ancora alle prese con la crisi della mucca pazza. I francesi dicono che la scelta è caduta su Lacombe perché è l'unico dei sei Grandi ad avere un ristorante in città capace di accogliere gli ospiti. Anche Pierre Orsi ha un ristorante tutto suo a Lione, che porta il suo nome, ma pare che sia meno adatto per motivi logistici. In compenso preparerà sia la colazione di oggi che quella di domani. La scelta di Lacombe per il pranzo di stasera, al di là delle considerazioni pratiche, sembra rappresentare anche un simbolico passaggio delle consegne. Molti si aspettavano che Paul Bocuse, il decano dei grandi chefs a tre stelle, ricoprisse un ruolo di maggior spicco. Ma un po' per i suoi estenuanti impegni internazionali, un po' per l'età che avanza (ha più di 70 anni), il tocco di Bocuse in cucina sem¬ bra aver perso un po' del suo effetto magico. Dice Max Marcadet, direttore generale dell'EcoZe des arts culinaires et de lliótellerie di cui Bocuse è presidente onorario: «Alcuni dicono che non è più il numero uno, è vero. Ma l'affetto che tutti gli portano è tale che nessuno si permetterebbe mai di giudicarlo». Per nulla offeso, il grande Bocuse ha accettato di co-firmare assieme ad altri tre grandi Blanc, Veyrat, Troisgros - il pranzo inaugurale di ieri sera all'Hotel de Ville: Ravioli di legumi alla Savoia, cannelloni ai gamberetti, cacciagione di Bresse, innaffiati da Pouilly-Fussé. [a. d. r.J
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