Al G7 di Lione l'Europa si oppone al progetto Usa di punire chi commercia con Iran e Libia Dini a Clinton: no a sanzioni antiterrorismo

Al G7 di Lione l'Europa si oppone al progetto Usa di punire chi commercia con Iran e Libia Al G7 di Lione l'Europa si oppone al progetto Usa di punire chi commercia con Iran e Libia Dini a Clinton: no a sanzioni antiterrorismo / Grandi preparano una normativa speciale per la sicurezza Washington chiedeva 40 misure, ne saranno approvate 20 LIONE DAL NOSTRO INVIATO Sull'onda dell'attentato di Dhahran, Bill Clinton ottiene che la piaga del terrorismo internazionale venga messa al primo punto sull'agenda di questo G7. Ma al di là di una generica condanna, i partner faticano a raggiungere un accordo su un pacchetto di 40 misure anti-terrorismo chiesto dagli americani. E l'Europa, per bocca del ministro degli Esteri italiano Lamberto Dini, ha esplicitato il suo «no» alle minacce Usa di sanzioni contro chi commercia con Iran, Libia e altri Paesi sospettati di fomentare il terrorismo, Al pranzo inaugurale offerto ieri sera dal sindaco Raymond Barre in municipio, i sette leader si sono limitati a sottoscrivere una dichiarazione contro il terrorismo. «L'obiettivo immediato non è ancora quello di prendere decisioni concrete», ha spiegato la portavoce dell'Eliseo, Catherine Colonna. Ma un pacchetto di misure tese ad ostacolare l'attivila dei terroristi è sul tappeto da tempo. Già allo scorso vertice di Halifax Clinton tentò senza successo di far passare un piano anti-terrorismo. Ora, dopo l'ultimo attentato in Arabia Saudita, il Presidente americano appare più che mai deciso ad ottenere l'adesione degli altri partner. Ieri mattina, prim'ancora dell'inizio del vertice, la limousine presidenziale si e inoltrata nella campagna attorno a Lione fino alla piccola cittadina di Pérouges. E sotto un tiglio secolare piantato durante la Rivoluzione francese, Clinton ha dichiaralo con enfasi: «Dobbiamo dimostrare forza e determinazione, giudizio e flessibilità: il significato di questo G7 è tutto qui. E io mi aspetto che a Lione adotteremo quaranta misure molto specifiche». Di ritorno in città dopo la sua «scampagnata», Clinton si è incontrato con Jacques Chirac. E il Presidente francese, preso atto della sua determinazione, ha preso lui stesso l'iniziativa di apportare «una piccola modifica» all'agenda dei lavori, spostando al primo punto la discussione sul terrorismo, ma lasciando aperta la questione più delicata delle specifiche misure da adottare. Questi; misure, che saranno esa- minate oggi e domani, hanno sostanzialmente quattro obiettivi: 1) fare in modo che atti criminali non siano «paganti», il che presuppone una serie di misure a bloccare beni e redditi di persone coinvolte in attività terroristiche o criminali; 2) limitare drasticamente la capacità di terroristi di sfuggire alla cattura muovendosi di Paese in Paese e trovando facile rifugio; 3) rafforzare la protezione di quelle frontiere naturali che costituiscono un facile approdo (o una facile via di fuga) per i criminali, 4) affrontare con decisione il problema emergente della criminalità high-tech legata ai computer e alle nuove tecnologie. I francesi, in parte irritati dal protagonismo degli americani, hanno subito messo le mani avanti facendo sapere che non saranno approvate «più di una ventina» di queste misure. E appare in effetti improbabile che Clinton - il quale ha già fatto sapere che anticiperà la sua partenza da Lione per essere domenica in Florida ai funerali dei soldati uccisi nell'attentato di Dhahran - riesca ad ottenere tutto ciò che chiede. Anche perché Chirac si darà da fare per impedire che proprio al «suo» vertice Clinton gli rubi la scena ottenendo una vittoria piena. Ma al di là di tutte le manovre diplomatiche dei francesi, la «piccola modifica» all'ordine del giorno accettata ieri pomeriggio dal Presidente francese, ha già di fatto alte- rato tutta l'impostazione di questo vertice. Che Chirac voleva dedicare in primo luogo al tema della «mondializzazione», cioè dell'inclusione di tutti, ricchi e poveri, nel processo economico mondiale. Quell'impostazione dell'agenda aveva soprattutto, come scriveva ieri mattina «Le Figaro», l'obiettivo di fare di Chirac il paladino di un ordine mondiale non più dominato da Washington. E su un punto almeno, Chirac, sostenuto da Kohl e dagli altri europei, non cederà nulla a Clinton: le misure di ritorsione approvate e in corso di approvazione negli Stati Uniti, come la «legge D'Amato», contro le aziende che fanno affari con Cuba, Iran e Libia. Su questo punto il contrasto tra una sponda e l'altra dell'Atlantico rimane insanabile e nemmeno l'ondata emotiva suscitata dall'attentato a Dhahran ha modificato il «no» dell'Europa alle misure americane. Avvicinato prima dell'inizio del vertice, Lamberto Dini ha premesso che «la legge D'Amato non è un progetto approvato dai due rami del Parlamento Usa. Si riferisce a misure restrittive per le società che fanno investimenti in Paesi come Libia e Iran. Aspettiamo che sia approvato dal Congresso: certo - ha assunto Dini questi provvedimenti rientrano un po' in quell'atteggiamento assunto dal Congresso americano di prendere dispositivi di legge che hanno extraterritorialità, cosa che è completamente inaccettabile per gli altri Paesi». L'altro punto delicato tra Clinton e Chirac - il vertice si annuncia irto di insidie per i due leader - riguarda Boutros Ghali, che arriverà domani su invito del Presidente francese. Clinton ha già fatto sapere che gli Stati Uniti sono contrari al rinnovo pieno del suo mandato (propongono, in via non ufficiale, il prolungamento di un anno). Per il segretario generale delle Nazioni Unite, questo G7 rappresenta l'ultima chance per raccogliere consensi tra i Grandi. Ma per ora l'unico sensibile alla sua causa appare proprio Chirac, il quale prudentemente fa sapere che la questione «non è all'ordine del giorno». Andrea di Robilant Il Presidente americano partirà in anticipo per partecipare ai funerali in Florida delle vittime dell'attentato ★ ★ iéìiié Nella foto sotto, un cartellone pubblicitario in una via di Lione dà il suo cordiale «Benvenuto, Bill!» al presidente americano Clinton è arrivato nella città francese per il vertice dei Sette grandi [FOTO REUTERj