«Questi pensieri suonano male» Savater di Re. Ri.

«Questi pensieri suonano male» Savater «Questi pensieri suonano male» o a o i MADRID DAL NOSTRO INVIATO «Com'è imbarazzante, tutto questo»: Fernando Savater, filosofo, saggista, coscienza critica della Spagna, scorre il testo del discorso del Presidente italiano e quando giunge alle frasi sulla «saggezza» di chi seppe evitare al popolo iberico la «tragedia della guerra», si toglie e si rimette gli occhiali. Un gesto che sembrerebbe teatrale se non fosse cosi bruscamente spontaneo. Sbotta: «ma questa è la traduzione in italiano del vecchio leit motiv franchista secondo cui il Caudillo ebbe il grande merito di non schierarsi né a favore né contro la Germania nazista». Siamo nella hall del grande albergo madrileno che, la notte del 23 febbraio 1981, fu il luogo ove i militari lealisti e deputati stettero al capezzale di una Spagna che rischiava di precipitare nel buio. Dall'altro lato della strada, nel Palazzo delle Cortes, il colonnello Tejero aveva sequestrato il governo legittimo nel burrascoso tentativo di golpe poi sventato grazie anche alla fermezza e alla duttilità politica del re. Savater sembra quasi aggrapparsi ai suoi concetti e precetti di «etica come amor proprio» per giustificare la propria indignazione: «Le frasi che ho appena letto mi fanno venire in mente una considerazione che il mio insegnante di latino, un prete, era solito fare quando qualcuno di noi allievi dimostrava di non sapere a suffi- | cienza la lezione: "Lei dice quel che sa, ma non sa quel che dice"». Non è, questa, una delle «impertinenze e slide» che danno il titolo ad un vecchio saggio del filosofo. Lui, basco di San Sebastian che vive sotto scorta per avere pubblicamente condannato la furia separatista dell'Età e si propone come maestro di moderazione laica, rifiuta la presunta analisi storicopolitica del Quirinale: «Qui si dice che il nostro popolo non subì la tragedia del conflitto mondiale, ma ci si dimentica che ne dovette soffrire un'altra: la guerra civile che fu prova generale del bagno di sangue planetario. Proprio qui hanno, infatti, combattuto quasi tutte le potenze che poi si confrontarono in armi». Savater si muove con evidente disagio tra le righe di questo testo finnato Scalfaro. Repubblicano dichiarato, nota nel giudizio una non piccola dimenticanza: «Manca un elogio a questo re che ha avuto il merito incontestabile d'aver avviato la riconciliazione tra la Spagna orfana di Franco e quella che guardava alle grandi democrazie europee». Insomma, «in queste parole manca la Spagna attuale», dice con evidente riferimento alla grande maggioranza trasversale di «juancarlisti», composta, cioè, da quelle persone che, pur di fede repubblicana, vedono nel monarca il garante di un Paese rappacificato. «Questi pensieri suonano male osserva il filosofo come se stesse valutando l'autenticità di una moneta -. In loro c'è confusione, non se ne coglie il senso». [re. ri.]

Persone citate: Cortes, Fernando Savater, Savater, Scalfaro

Luoghi citati: Germania, Madrid, Spagna