Il manager di De Benedetti lascia Ivrea per l'Ambroveneto, al suo posto forse arriva Caio Cambiano i vertici Olivetti e Fininvest di Valeria Sacchi

Il manager di De Benedetti lascia Ivrea per l'Ambroveneto, al suo posto forse arriva Caio Il manager di De Benedetti lascia Ivrea per l'Ambroveneto, al suo posto forse arriva Caio Cambiano i vertici Olivetti e Fininvest Passera «divorzia» dall'Ingegnere MILANO. Dopo 11 anni di battaglie al fianco di Carlo De Benedetti su diversi fronti: Cir, Mondadori, Olivetti, l'amministratore delegato del gruppo di Ivrea, Corrado Passera, lascia il «maestro» per iniziare un nuovo percorso professionale nel settore bancario, come amministratore delegato di Ambroveneto. Dove, inutile ricordarlo, l'intrepido manager si confronterà con un altro «mostro sacro», Giovanni Bazoli. A Ivrea, il successore è già individuato. E' Francesco Caio, dal 1993 amministratore delegato di Omnitel Pronto Italia, in Olivetti dal. 1991. La scelta non è ufficiale, anche perché deve passare per il consiglio di amministrazione che verrà convocato in luglio. Ma una conferma indiretta viene dalla dichiarazione dello stesso De Benedetti. «Tenuto conto del rapporto personale estremamente amichevole che ci lega da anni - dice all'Ansa De Benedetti - quando Corrado Passera mi ha informato dell'offerta professionale che gli era stata prospettata, ho convenuto con lui che questa meritasse seria considerazione». E aggiunge: «L'evoluzione manageriale dell'Olivetti, che terrà conto del procedere della mutazione strategica del gruppo verso la convergenza tra informatica e telecomunicazioni, avverrà nella massima armonia, nella continuità della valorizzazione delle forze più giovani». L'identikit è chiaro. E' Caio l'uomo delle «telecomunicazioni» e della «continuità». Oltre all'amicizia e al fatto di essere entrambi quarantenni, Passera e Caio hanno altri tratti comuni. Tutti e due vengono da un'esperienza in McKinsey, tutti e due sono sbarcati nel gruppo di Ivrea come assistenti del presidente Carlo. Passera entra alla Cir nel 1985, quando De Benedetti è alla guida della finan¬ ziaria di via Ciovasso, Caio arriva a Ivrea sei anni dopo, quando De Benedetti è ritornato in Olivetti. Dunque una successione «soft» che, al tempo stesso, pone l'accento sulla nuova vocazione del gruppo, dove le telecomunicazioni hanno ormai soppiantato l'informatica come business principale. L'ultimo incarico di Passera in Olivetti è stato fino a ieri la ristrutturazione del settore dei personal, come presidente e amministratore delegato di Olivetti Personal Computers. E i sindacati, ieri, sono andati sul duro, ricordando le perdite del gruppo nel '95 (1598 miliardi con 1100 miliardi di oneri di ristrutturazione). «Il comandante non abbandona la nave in difficoltà», hanno commentato, prima di annunciare che interrompono tutti i rapporti con l'azienda. Che Passera volesse lasciare l'Olivetti, lo si diceva da almeno due anni. Ora si è deciso, certamente allettato da Bazoli (che non conferma però l'invito). In Ambroveneto lo aspetta la poltrona di amministratore delegato, vacante da due mesi, da quando Carlo Salvatori era trasmigrato in Cariplo. E torna Passera, in certo senso, ad uno degli antichi amori, la banca. Infatti, non solo in McKinsey Passera si era occupato esclusivamente di progetti che riguardavano il settore bancario e assicurativo ma, per conto della Cir, aveva seguito per sette anni il Credito Romagnolo come consigliere e poi vicepresidente del Rolo stesso. E se è vera l'ipotesi che Fazio affiderà all'Ambroveneto la soluzione del caso Banco di Napoli, per il quale il governatore vedrebbe bene una soluzione tipo Ambrosiano, ecco pronta per il giovane Passera una nuova, appassionante sfida. Valeria Sacchi

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