I protestanti contro il nazismo; obiettori scelti alla cieca

Iprotestanti contro il nazismo; obiettori scelti alla cieca Iprotestanti contro il nazismo; obiettori scelti alla cieca Ma i valdesi non erano per Hitler Abbiamo letto con sorpresa e sconcerto l'articolo apparso sul giornale il 24 giugno in merito alla posizione delle chiese cristiane nel periodo fascista. Su due punti ci preme intervenire a rettificare affermazioni di una superficialità inaccettabile. Il primo riguarda la tesi di Vittorio Messori, secondo cui furono i protestanti e non i cattolici ad appoggiare la dittatura nazista. Basterà far notare che il Concordato fra la Santa Sede e il regime hitleriano che forniva a questo la sua legittimità fu firmato dal nunzio Pacelli; e che non si può imputare ai protestanti l'aver sostenuto i regimi fascisti di Mussolini, Franco e Salazar in Paesi da cui erano assenti. Questa tesi, priva di fondamento storico, frutto di una incultura di cui non possiamo non dolerci come evangelici, che presenta Lutero e il Protestantesimo come elemento corruttore della società moderna, trova poi una sua formulazione decisamente offensiva nella titolazione «Hitler fu creato dai protestanti». Il secondo punto riguarda la visione della Chiesa che traspare dall'articolo: lo scrivere, facendo riferimento alla confessione cattolica romana, «la Chiesa» con la maiuscola contrapponendola a «protestanti» con la minuscola lascia intendere erroneamente che si tratti dell'unica realtà ecclesiale presente nel mondo. dr. Giorgio Tourn Presidente della Fondazione Centro Culturale Valdese Solidarietà con la Caritas Esprimo chiara e forte solidarietà alla Caritas Ambrosiana, a nome mio e del Gavci (gruppo autonomo di volontariato civile in Italia) di cui sono presidente, per la decisione presa di rifiutare gli obiettori precettati d'autorità dal Levadife (Ufficio Leva del Ministero della Difesa) senza che l'ente Li abbia richiesti o sia stato interpellato. E' una prassi aberrante in se stessa. Non si possono distribuire gli obiettori alla cieca o solo in base ai loro studi e desideri; a meno che i titolari del Levadife si attribuiscano un fiuto vocazionale tale da valutare la idoneità di un giovane a mansioni sociali delicatissime (minori a disagio, anziani soli, ex aro10" gati, handicappati fisici e psichici, ecc.) stando a Roma e senza, nemmeno vederlo in faccia. In tal caso, li proporrei alla Sacra Congregazione per i Seminari del Vaticano e della Cei come esperti eccezionali. Inoltre, è una prassi anomala. Le precettazioni di autorità, da eccezioni, sono diventate prassi normale, contro il dettato della «Convenzione Tipo», reciprocamente concordata e sottoscritta tra enti e Levadife, ma poi autonomamente violata, stravolta e cambiata dal Levadife stesso, che recitava: «L'assegnazione degli obiettori da parte Quell'amministrazione verrà normalmente concordata con l'ente sulla base della predisposizione degli obiettori e del progetto generale di servizio dell'ente medesimo, legato alle sue finalità istituzionali, fatte salve, comunque, le esigenze deU'Amministrazione» (art. 3). Il Levadife, aggrappandosi al «fatte salve le esigenze dell'Amministrazione», ha trasformato la eccezione in prassi. Ciò è formalmente, oltre che sostanzialmente, scorretto. p. Angelo Cavagna, Bologna Il federalismo non è uno slogan La riforma federalista dello Stato, quella vera, avvicina le decisioni ai cittadini, decentra importanti poteri e funzioni e attribuisce poteri di prelievo alle Regioni e agli Enti Locali. Il federalismo non può infatti essere uno slogan, né un toccasana per tutti i problemi del Paese. Per questo noi, già dallo scorso anno, abbiamo formulato la proposta di «Federalismo possibile». Chiedendo un nuovo modello statuale da perseguire con gradualità e realismo: uno Stato finalmente moderno, nel quale siano valorizzate Regioni e Autonomie locali. Riteniamo che la crescita dell'autogoverno locale sia il modo più concreto per estendere la democrazia, la partecipazione e la moralità pubblica, per rendere più trasparenti e responsabili le decisioni, per accrescere il controllo sociale sugli orientamenti politici e sulle scelte istituzionali, per offrire spazi di azione più ampi ed efficaci alle as¬ sociazioni di categoria ed alle libere formazioni sociali. Questo federalismo - come noi lo intendiamo - deve essere soprattutto un obiettivo europeista: in futuro sarà la dimensione territoriale a costituire il terreno di sfida della competitività, per il sostegno alle attività produttive da parte di una Pubblica amministrazione più efficiente. Per questo, il federali smo non deve essere strumento di divisione del Paese, ma di solidarietà ed amancipazione delle aree più povere. Non ha alcun senso parlare - in un mondo ormai avviato verso la competizione globale fra grandi si stemi politici ed economici - di se cessione, quando la posta in gioco è la realizzazione di una «casa comune» europea. Altro che «due economie», quando si lavora per unificare le economie e il sistema politico europeo! Altro che «due monete», quando l'obiettivo è la moneta unica europea! Il governo potrà inoltre trasferire alle Regioni funzioni in materia di attività produttive, di agricoltura, di beni culturali, di edilizia residenziale pubblica, di formazione professionale e di trasporti e realizzare una ampia e incisiva delegificazione e de-regolazione burocratica. E' infatti urgente: ridurre tutti quegli atti amministrativi che soffocano gli Enti Locali; consentire agli amministratori la libera scelta del segretario comunale, all'interno di un ruolo unico nazionale; rafforzare e valorizzare lo strumento delle conferenze dei servizi e dei patti territoriali, come strumento alternativo a faticose «concentrazioni» burocratiche tra le amministrazioni, che allungano a dismisura i tempi di realizzazione di opere e iniziative; procedere alla riforma della Conferenza Stato-Regioni, a cui dovranno essere attribuite nuove funzioni e il compito di determinare «livelli minimi di servizi», per consentire un riequilibrio delle risorse trasferite e una «solidarietà orizzontale» tra le Regioni. Pensiamo a un federalismo che non riproduce un nuovo centralismo regionale, ma che valorizza il ruolo dei Comuni e delle Province. In questo senso ci sembra positiva l'idea del governo di istituire una Conferenza Stato-Città, Autonomie locali. Marco Venturi, Roma Segretario generale Confesercenti Così un ufficiale perde l'onore A proposito del processo Priebke mi preme puntualizzare una cosa: sotto qualsiasi bandiera ed in forza a qualsiasi esercito, un ufficiale che spari contro gente inerme perde il proprio onore ed infanga la sua divisa, anche se comandato. Pertanto un militare che si macchi di un simile delitto senza op¬ porsi a tale ordine, anche a rischio della propria vita, è da considerarsi un criminale ed un codardo. Ugo Canale, Torino Figlio del fu generale di C.d'A. del regio esercito Antero Leonardo Canale Madre, figlia e droga un legame di lacrime Dieci anni di dolore e di paura, poi l'arresto chiesto dalla madre per Marinella la propria figlia fino ai venticinque anni, poi passata tra le vittime della droga e dell'agghiacciante crudeltà che tale dipendenza innesta nel cervello e nel cuore di tutti i tossicodipendenti. Anni di dolore lasciati sui muri di comunità di recupero e nelle sale di attesa del Servizio tossicodipendenze Ussl. Difficile spiegare quel legame che la droga instaura tra genitori e figli, perché sebbene fatto di lacrime è sempre un legame. Un filo tagliente di una morsa che ogni tanto si allenta generando quella speranza che subito viene mortificata da una stretta ancora più forte. Ma al grido di una madre disperata fa eco il silenzio di numerose altre persone che vivono la dipendenza come uno stato di ormai rassegnata normalità. I servizi sociali che prospettano attese troppo lunghe per chi non sa aspettare stanno facendo, almeno per la Regione Piemonte, tutto il possibile dimostrando un impegno che raramente è facile trovare in strutture simili. Oltre alle strutture, esiste il problema della tolleranza. E' quasi ipocrita parlare di solidarietà esclusivamente quando si tratta di assistere ad una partita di pallone, telefonare all'interno di maratone televisive o cercare consensi durante le Comunali o Provinciali che siano. Cristina Grober Rappresentante volontaria di una comunità psicoergoterapica piemontese Vaisessera (Vercelli)

Luoghi citati: Bologna, Italia, Piemonte, Roma, Torino, Vaticano, Vercelli