Magris Singer e Aleichem l'hanno reso grande

Magris Magris «Singer e Aleichem l'hanno reso grande» LAUDIO Magris, grande studioso della I i cultura e della letteratura tedesca ed I ebraica orientale afferma: «Si prova un I i sentimento di malinconia alla notizia \A 1 della chiusura dell'ultimo quotidiano yiddish. Ma anche di stupore di fronte alla tenacia di questa lingua e di queste radici. Ci si stupisce che possa essere sopravvissuto ancora, da qualche parte nel mondo, qualcuno che parla yiddish. E all'improswiso si scopre proprio qualche "sopravvissuto" vicino a casa. Come è successo a Trieste in occasione di un recente Festival di cinema yiddish quando in sala sono comparse alcune famiglie che ancora parlavano quella lingua. E' una cultura sulla quale si sono abbattuti prima il nazismo e poi la repressione staliniana. E chi, passato attraverso gli eccidi, è scampato, si è disperso per il mondo. Magari ha trovato rifugio in Israele. «Certo Isaac Singer è il nome non solo più noto, ma è anche uno dei più grandi di questa cultura. Nei primi anni di esilio in America, quando incominciava a scrivere i suoi racconti e non era stato ancora scoperto, sosteneva di avere la sensazione di scrivere per nessuno. Un altro grande autore ha detto che lo scrittore yiddish è come un dybuk (l'anima di un trapassato che torna in terra n.d.r.) che vede senza essere veduto. «La grande letteratura yiddish ha dato il suoi più grandi frutti fra la metà 800 e il 900, quando ha cantato la cultura degli shtetl, i borghi abitati dagli ebrei dell'Europa orientale. Due personaggi in particolare avevano colpito l'immaginazione di Primo Levi che, mi raccontava, avrebbe amato tradurli. Sono Sholem Aleichem e Mendele Moicher Sfurim. Nei romanzi e nei racconti di Sholem Aleichem si avverte lo spessore di quel mondo intriso di valori religiosi e famigliari. Per esempio, in Storia di Tewje il lattivendolo, tradotto in italiano da Lina Lattes. Mendele Moicher Sfurim, nato a metà dell'800, è famoso per Fishke lo zoppo e I viaggi di Beniamino III tradotti per la prima volta in italiano da Daniela Leoni per la Marietti, una casa editrice veramente benemerita per diffusione in Italia della cultura dell'Europa orientale. Straordinaria, la cultura yiddish ha la capacità di mescolare valori alti alla quotidianità, alle cose piccole di tutti i giorni. Penso al nostro Moni Ovadia, ma penso anche a quello che scrisse di veramente definitivo su questo mondo Franz Kafka quando raccontò uno spettacolo di teatro ebraico», [se. tr.] Il grande scrittore in yiddish Isaac Singer; a destra, il professor Claudio Magris

Luoghi citati: America, Israele, Italia, Trieste