Costi troppo alti Piccoli fuorigioco
Costi troppo alti Piccoli fuorigioco Costi troppo alti Piccoli fuorigioco Luca Rossi, giornalista e scrittore, sta preparando per la casa editrice Feltrinelli un libro-inchiesta sul business dell'Aids VIVE molta più gente di Aids di quella che ne muore. L'aveva detto l'assistente del professor Montagnier, Sophie Chamaret, a Parigi; di certo non si riferiva al suo direttore, ma da lunedì sera possiamo pensarlo noi. I fondi della trasmissione Live Aids, quel miliardo raccolto tra gli innocenti ascoltatori di Rai Uno, sono destinati all'Unesco, all'Anlaids e alla «Fondazione mondiale per la ricerca e la prevenzione dell'Aids». L'Unesco si sa cos'è; l'Anlaids è un'associazione privata presieduta da un immunologo, Fernando Aiuti, conosciuto in Italia per le apparizioni televisive, ma non altrettanto nel mondo per meriti scientifici; la «Fondazione mondiale per la ricerca e la prevenzione dell'Aids», malgrado il nome che lascia immaginare una grande organizzazione, è una piccola associazione privata, presidente Lue Montagnier. Fondata da lui e dal direttore generale dell'Unesco, Mayor. Niente di male. Solo che Montagnier non lavora lì: lavora all'Istituto Pasteur di Parigi, ne è dipendente. L'Istituto è uno dei migliori al mondo per la ricerca scientifica, e non a caso è proprio utilizzando le strutture del Pasteur che Montagnier ha individuato l'HIV. Perché è solo in queste strutture che oggi si può fare ricerca: i costi della tecnologia sono troppo alti. Una piccola organizzazione privata noi. può nemmeno sognarsi di competere con i grandi Istituti: non può produrre ricerca a quei livelli. E la Fondazione di Montagnier, malgrado il nome altisonante e la fama del suo presidente, è esattamente così: una piccola associazione. Fino al giugno '95 finanziava solo un progetto pilota presso il Saint-Joseph Hòpital di Parigi, un monitoraggio dei sieropositivi a Abidjan, e era in trattative per un altro progetto i in California. Un po' poco. Naturalmente, nessuno vieta a Montagnier e Aiuti di chiedere fondi per i loro scopi; bisogna • solo valutare se è il caso di darglieli. Si può capire che Montagnier li chieda; dagli enormi profitti che ha generato la scoperta dell'Hrv Montagnier è parzialmente escluso, perché i dipendenti del Pasteur possono trattenere solo una quota relativamente bassa dei diritti: circa duecento milioni l'anno. Il resto va all'Istituto. Nel caso dell'HIV, milioni di dollari per lo sfruttamento del test: che Montagnier neanche vede. Ma se a Montagnier servono soldi, servono anche agli altri. Si tratta di decidere a chi darli. E questo è il punto. Anche ammesso che le associazioni private non usino direttamente i fondi raccolti, ma li girino poi, a loro discrezione, alle istituzioni pubbliche, il problema rimane: quantomeno, se i presidenti delle associazioni private lavorano come ricercatori in quelle istituzioni pubbliche. Se il presidente dell'Anlaids Fernando Aiuti riceve un miliardo e deve decidere chi e cosa finanziare, è abbastanza legittimo sospettare che il ricercatore Fernando Aiuti sarà privilegiato. E se non lui direttamente, scienziati e ricercatori a lui vicini, e progetti di suo gradimento. Il che può generare centri di potere arbitrari. Se vale per Aiuti, figuriamoci per Montagnier. Anche la Rai ha deciso. Ha privilegiato due organizzazioni private rispetto alle altre, e agli istituti pubblici di ricerca. Avrà avuto i suoi motivi. Li spieghi. Luca Rossi ss^J
Luoghi citati: California, Italia, Parigi
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