Lo show anti-Aids finisce sotto inchiesta una commissione vaglierà le accuse sulla gestione dei fondi

Bufera sulla serata di Raiuno: indagine del ministero dopo le polemiche in diretta tv Bufera sulla serata di Raiuno: indagine del ministero dopo le polemiche in diretta tv Lo show anti-Aids finisce sotto inchiesta Una commissione taglierà le accuse sulla gestione dei fondi ROMA. La diretta di martedì sera, durante la kermesse allestita da Raiuno in piazza Navona per raccogliere fondi a favore della lotta all'Aids, lascia uno strascico di polemiche Le accuse rivolte a sorpresa al professor Fernando Aiuti, dal suo collega Vittorio Agnoletto, di gestire in modo «privatistico» i fondi destinati alla ricerca, hanno scatenato ima tempesta di comunicati. In testa a tutti, quello del ministro della Sanità, Rosy Bindi: «Governo, ministro e ministero sono totalmente estranei a quando accaduto durante la trasmissione Live Aids di Raiuno». Rosy Bindi rassicura, poi, quanti nutrissero dubbi, che sia il governo, sia il suo ministero «sono preoccupati di avere un rapporto con tutta la rappresentanza del volontariato e dei sieropositivi». Ma il ministro va oltre e aggiunge «un supplemento di istruttoria su quanto accaduto». Sulla stessa linea si esprime il presidente della commissione Sanità del Senato, Francesco Carella, annunciando ima commissione d'inchiesta sulla raccolta e la gestione dei fondi per l'Aids. Che spesso le «grandi malattie» siano un business, non è più un mi¬ stero per nessuno. E a questo proposito, il senatore verde Luigi Manconi osserva che la trasmissione («strepitoso esempio di pietismokitsch») «è stata gestita in maniera poco o nulla trasparente» e afferma che «potrebbe risultare una indecente copertura degli interessi delle case farmaceutiche e di quei ricercatori che mischiano ambizioni private e solidarietà pubblica». Dai verdi (ma anche da altre forze politiche) è quindi partita un'interrogazione al presidente del Consiglio. Anche don Luigi Ciotti, responsabile del Gruppo Abele, non ha avuto timore di schierarsi; in una nota sottolinea «i troppi ritardi e, talvolta, le ambiguità nella lotta alla malattia e nel sostegno ai malati». E Angelo Magrini, presidente dei politrasfusi, osserva che «bisogna evitare che chi va in tv a dichiarare il falso diventi la Vanna Marchi dell'Aids» e che «autorevoli componenti della commissione ministeriale non dovrebbero rilasciare dichiarazioni intempestive sulla disponibilità di nuovi farmaci, che potrebbero creare false attese». Sugli spettacoli di beneficenza è intervenuto anche Fabrizio Del No- ce, l'ex deputato di Forza Italia che, quando era in Parlamento, aveva stilato una raffica di interrogazioni. In particolare, Del Noce era rimasto colpito dal cachet dell'attore Paolo Villaggio in occasione di una maratona televisiva di Telethon. Ben 70 milioni. «Serve - spiega Del Noce una doppia trasparenza. Occorre essere certi che il denaro raccolto vada a chi ne ha bisogno, e non agli organizzatori o a chi partecipa allo spettacolo». Ma Vittoria Cappelli, che con Tiziana Rocca ha allestito «Live Aids», rivendica la correttezza dell'operazione. «Per organizzare uno spettacolo di questo tipo il punto più importante sono gli artisti - spiega -. Devono sposare la causa, accettare di non essere retribuiti, e partecipare da semplici ospiti. E cioè con l'aereo, l'albergo, la macchina, insomma, le sole spese pagate. Poi, l'ottimale sarebbe di riuscire a coprire almeno l'80 % dei costi vivi con gli sponsor. Perché un grande evento ha forti spese per le costruzioni tecniche, ci sono al lavoro circa 200 persone. Tra loro, facchini, operai, tecnici. Ai quali non si può chiedere ovviamente di lavorare gratis». [r. r.] Carmen Lasorella durante lo spettacolo di martedì sera trasmesso da Raiuno

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