Dario Voltolini «Io difendo don Abbondio perché non è voltagabbana» di Dario Voltolini
Dario Voltolini Dario Voltolini «Io difendo don Abbondio perché non è voltagabbana» Vorrei soffermarmi sulla figura di don Abbondio e sul suo ruolo nelle vicende del romanzo. Si è sempre pensato a don Abbondio come ad un personaggio negativo, a causa della sua debolezza di carattere e della sua vigliaccheria. Ma, se noi consideriamo don Abbondio comparativamente rispetto agli altri personaggi del romanzo, possiamo agevolmente collocarlo in una prospettiva che in parte ne riscatta la figura. Osserviamo dunque i personaggi del romanzo dal punto di vista dei comportamenti di ciascuno: non sono forse tutti, o quasi, impegnati a raggiungere i propri fini con ciascun mezzo? Da questo angolo visuale, non sono molto simili Renzo e Lucia a don Rodrigo? E l'Azzeccagarbugli non si comporta secondo i propri interessi così come si comportano secondo i loro lo stesso Innominato, la Monaca di Monza, i Bravi e persino Bortolo? Perché allora guardiamo con tanto disprezzo a don Abbondio, che, come tutti gli altri, cerca semplicemente di far coincidere la propria vita a quella che a lui stesso conviene vivere? Io intendo difendei^ don Abbondio anche dall'accusa di essere un ignorante. Chi di noi ha mai sentito parlare di quel Cameade, la mancata conoscenza del quale da parte di don Abbondio gli ha tirato addosso così tante risate di scherno? Perché mai si chiede a don Abbondio, e a lui solo, di ribellarsi al potere di chi è più forte di lui? Egli, anzi, è portatore di una saggezza tutt'altro che banale: l'affermazione che chi il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare, è una verità analitica e a priori. Eppure si è voluto vedere in don Abbondio una figura negativa, forse persino peggiore di don Rodrigo. Si è voluto vedere in don Abbondio il portatore di un tratto genetico degli italiani, un tratto malato: la sottomissione al potente. Ma se solo don Abbondio avesse immaginato come sarebbe andata a finire la storia, probabilmente non si sarebbe schierato con don Rodrigo. E forse in ciò egli davvero avrebbe incarna to un tratto costitutivo dell'italiano medio, cioè l'essere voltagabbana D'accordo, solo l'ignoranza degli eventi futuri ha salvato don Abbon dio dall'essere, appunto, un volta gabbana. In ogni caso, di fatto, quest'accusa non può essergli rivolta, mentre quella di badare al proprio tornaconto va contestualizzata e comunque lanciata non certo sola mente a lui. Tutti i personaggi del romanzo si sottomettono a qualcu no che è più potente, compreso l'In nominato. Con questi argomenti ho inteso rivalutare don Abbondio, anche se la mia esposizione è forse stata carente. Ma naturalmente mi onoro di rimandare, per una disamina eccellente dell'argomento, al brillante saggio «don Abbondio, un uomo come gli altri», del professor Bandoli ni, che casualmente fa parte di que sta commissione di esame. Dario Voltoli ni Dario Voltolini
Persone citate: Dario Voltolini
Luoghi citati: Monza
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