«Devo scoprire chi mi spia» le telefonate di Squillante a Coiro
«Devo scoprire chi mi spia» «Devo scoprire chi mi spia» Le telefonate di Squillante a Coirò I VERBALI Ore 19,12 del 21 gennaio 1996, Squillante telefona a Coirò, e racconta della microspia ritrovata al mattina. Squillante: «Ognuno di noi fa delle ipotesi... l'ipotesi è che... praticamente... chi so'? I magistrati? E perché? Viene da Perugia, o da dove viene? Chi so', i servizi? E perché? Ma che vanno da noi? E' per Vittorio Virga che sta facendo tutto questo casino nei processi suoi di Berlusconi? 0 invece è per me? O per Augusta (Iannini, gip di Roma, ndr)? O chi altri? ... Insomma, che te devo dì... Siamo sconcertati». Coirò: «Va beh, va beh... Adesso... certo... certo... poi contmuiamo a parlarne». S: «Sì... certo... poi...». C: «... le varie ipotesi». S: «E sì...». C: «Stai tranquillo...». I...] S: «Semmai ti veniamo a trovare». C: «Va bene... Mi secca... è antipatico...». S: «E' antipatico...». C: «... sono pure mascalzoni». S: «Perché io poi esco da un mo- mento diciamo così... e dalle ansie che tu sai... e mò ti casca addosso tutta 'sta roba... insomma non sai da chi difenderti... stiamo vivendo momenti bruttissimi...». C: «E' chiaro che volevano colpire il gruppo». S: «E sì...». C: «Se avessero voluto prendere Virga non lo avrebbero beccato lì». S: «E sì... infatti... io penso... tu dici il gruppo... chissà». [...] S: «Vorrei che venga fatta una sorta di indagine... è vero che è difficile appurare le cose... ma almeno andiamo per esclusione». C: «Sì, la facciamo insieme». S: «Ti ringrazio tanto, scusami». C: «Figurati... ci vediamo dopodomani». Il 29 gennaio la notizia della microspia nel bar finisce sui giornali, e alle 21,28 Squillante chiama Coirò, e parla dell'indagine della procura di Roma. Squillante: «Bisogna mettere alle strette quelli che l'hanno, praticamente tutti quelli che fanno queste operazioni, che non si capisce... Poi del resto non è che riveli nessun segreto d'ufficio quando indichi l'autorità, in fondo mica uno vuole sapere perché e come... no?». Coirò: «Sì, sì, certo». S: «Ti pare? No perché è strana sta cosa, perché tutti qui sostengono che si tratta... allora si tratta dei servizi segreti? E questo, chiaramente passa... allora saltano ad altre conclusioni che secondo me non sono vere, perché non sono sorrette, non lo so... da logica, che te devo dire». C: «Domani vediamo». [...] S: «Ma tu non potresti fare un paio di tele... ma non... oppure fare un fax, rispondere, fateci sapere che ne so...». C: «Andiamoci con un po' di... Andiamoci per gradi, stai tranquillo che lì tanto ce la facciamo». Il 2 febbraio, alle 17,01, Squillante richiama Coirò, che gli dice: «Ecco, adesso faremo un interpello che... però tientelo per te, non lo dire che sennò...». Squillante: «No, figurati». Coirò: «Quei quaquaraquà dei tuoi amici, loro dicono tutto sui giornali...». Squillante lo rassicura e Coirò dice: «Abbiamo avuto la risposta sulle frequenze». S: «E cioè?». C: «E che domani sappiamo chi è che ha avuto quel tipo di frequenza, perciò noi interpelleremo, purtroppo dobbiamo fare in questi termini, di farci dire se l'intercettazione è legittima o illegittima». S: «Ho capito». C: «Questo vuoi sape', però ti prego...». S: «No, figurati». C: «Non lo dire...». S: «Assolutamente...». C: «A nessuno». S: «Te ne do la mia parola». Il 2 febbraio il pm romano Antonino Vinci telefona a Squillante dagli Usa, e il capo dei gip racconta di alcune dichiarazione alla stampa di Roberto Napolitano e Orazio Savia, due magistrati presenti nel bar Tombini il giorno del ritrovamento della micropsia. Vinci: «Ti hanno disconosciuto tutti?». Squillante: «Sì, certo». V: «Ma perché, mica è detto che sia contro di te». S: «Ma no, beh, questo loro praticamente tutti lo dicono, a questo punto, hai capito?». V: «Che è contro di te?» S: «E certo!». V: «Ti stanno intercettando allora adesso». S: «E sì infatti, e vabbene, io ti sto dicendo la verità...». Il 27 febbraio Squillante telefona a casa del pm Francesco Misiani, il quale gli riferisce di un colloquio avuto in mattinata con Coirò: «Michele mi ha detto che in pratica deve sapere la storia... c'era pure Vinci... è rimasto allo stato primitivo...». Squillante: «Ho capito». Misiani: «Ha detto che aveva intenzione dopodomani di parlarne». S: «Per quella cosa, sì, sì». I...] M: «E Michele dice, perché si preoccupa Renato, dice...». S: «Non è questione di preoccuparsi. E' questione di sapere». [r. i.J
Persone citate: Antonino Vinci, Berlusconi, Francesco Misiani, Iannini, Misiani, Orazio Savia, Roberto Napolitano, Virga, Vittorio Virga
Luoghi citati: Perugia, Roma, Squillante, Usa
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