Arabia. Rivendicazione di un gruppo sconosciuto, Riad offre 5 miliardi di taglia Un fortino dell'Occidente

Arabia. Rivendicazione di un gruppo sconosciuto, Riad offre 5 miliardi di taglia Arabia. Rivendicazione di un gruppo sconosciuto, Riad offre 5 miliardi di taglia Un fortino dell'Occidente Capitale yankee nella Guerra del Golfo DEL MASSACRO PER otto mesi, tra il '90 e il '91, questo piccolo e vuoto angolo di deserto che è Dahran fu il centro del pianeta. A New York si discuteva la pace, ma era a Dahran che si preparava la guerra. E la prima volta che ci sbarcai, a metà d'agosto, con gli iracheni che se ne stavano ammassati dall'altra parte della frontiera del Kuwait, pareva che la guerra fosse soltanto una questione di giorni, forse appena di ore. Dal loro pancione aperto, i giganteschi Galaxy dell'aviazione americana vomitavano soldati e carri armati a un ritmo pazzesco, un fiume ili uomini e di-cannoni che non finiva mai, giorno e notte, alba e tramonto. Mattino, e sera. Sembrava il film dgllo sbarco di-Normandia, e il cielo era un rombo continuo. I Galaxy planavano ruggendo, grandi quanto una città, e li incrociavano gli F15 e gli F-16 che partivano in missione con la loro coda di fuoco. Era davvero come stare al cine con il sussurround, quello che fa tremare anche le scarpe; ma tutti parlavano di guerra, e i carri armati avevano il motore sempre acceso. Il caldo era come nessuno se lo può immaginare. Nel sole stava tranquillamente a 60 gradi, e solo la notte dava la felicità con le sue misericordiose 36 lineette (38 quando andava male). I soldati che scendevano dal ventre dell'aereo-città era come s'infilassero nel forno, e con lo zaino e il fucile in spalla avevano nella mano il bottiglione di plastica con l'acqua minerale. Ne bevevamo tutti da 10 a 16 litri al giorno, e non facevamo nemmeno fatica. Dahran, a quel tempo, era niente. Non lo conosceva nessuno, soltanto gli esperti di petrolio e il Pentagono. Quelli del petrolio, perché lì ci sono le casette e i finti giardinetti all'inglese dei tecnici dell'Aramco; il Pentangono, perché Dahran è il cuore del sistema strategico del Golfo, aerei sotto i bunker, impianti radar sofisticatissimi, camminamenti e fili sotterranei. Ma se si tolgono le casette dell'Aramco, quelle piste dell'aeroporto, e un vecchio albergo, 1 International, Dahran non esiste più. Letteralmente. Perché non c'è proprio nient'altro, soltanto il deserto che cuoce le ossa e toglie il fiato. Per questo, si diceva Dahran ma poi in realtà s'intendeva Al Khobar, che fino a qualche tempo fa era solo un borgo di pescatori disteso tra il Golfo e la sabbia del deserto e ora stava invece diventando una piccola città, con le strade larghe, il filare di alberi curato dai filippini, le case basse e bianche, e due supermercati che parevano la succursale di Los Angeles. I soldati americani stavano h, a Dahran-Khobar, quattro chilometri di strada in tutto, nell'unico palazzone della città oppure nelle casermette della guarnigione protetta dal muro di cinta. E ora che diventavano un fiume abbondante di gente, e soldati-uomini e soldati-donna insieme, le donne anche con il rossetto e le poppe che si vedevano sotto la divisa, e qualche volta le canottiere che non nascondevano molto, la tranquilla e pacifica Al Khobar era come se vivesse la rivoluzione. La città però si era anche mezzo svuotata, va detto, perché, tra le vacanze estive e la paura dell'arrivo di Saddam, chi era andato via non si faceva più vedere, e chi invece era stato lì, il 2 agosto, con gli iracheni alla frontiera pronti già a superarla, aveva pensato bene di prendere subito il macchinone, caricarci la famiglia, e tagliar via verso Riad o verso Jeddah. La città diventò territorio di frontiera, presa d'assalto dai soldati, e dal migliaio di giornalisti che avevano requisito il Meridien aspettando una guerra che non arrivava mai. Furono otto mesi d'inferno. Per il caldo pazzesco, certo. Ma anche perché la guerra era diventata un'ossessione e però non potevi fare altro che aspettare, sperando che non fosse vero ma sapendo già che invece era vero. I Galaxy comunque continuivano a vomitare la loro merce di uomini e di cannoni, giorno e notte, Mattino, e sera. Cinquantamila, poi duecentomila, poi mezzo milione. Intanto avevano anche costruito il McDonald's, il Kentucky Fried Chicken, il Pizza Hut, i gelati dietetici di yogurth, i negozi con le mazze di baseball, le Nike, le fotografie che le sviluppi in un'ora soltanto. Era l'american way, ma in giro c'erano solo uomini in camicione bianco e fazzolleto bianco sulla testa. Le donne saudite stanno a casa; e di alcol, neanche parlarne. I soldati giravano con la maschera antigas appesa alla cintura; curiosavano, facevano il loro shopping, e poi filavano via verso le postazioni dentro il deserto. La guerra alla fine arrivò. Dahran-Khobar, che fino a quel 16 gennaio aveva fatto soltanto le prove, ora si trovò a dover indossare davvero le maschere, e le tute anticontaminazione; e anche gli Scud arrivarono, con l'allarme che suonava stridulo nella notte vuota e le esplosioni che riempivano il cielo. Uno Scud finì pure sulle casermette della granigione americana, per un caso dannato e non perché Saddam ce lo avesse mandato; ma fece i primi morti yankee della guerra, che poi furono quasi gli unici a la- sciarci la pelle in una storia di combattimento (i più morirono per incidenti stradali, o perché ammazzati da «fuoco amico», cioè dai loro stessi commilitoni per errore). Quando alla fine partii da Dahran, a metà marzo del '91, la città si era riempita di nuovo di gente. I McDonald's erano diven¬ tati due, e anche i Kentucky Chicken. I soldati americani affollavano le strade, ma pensavano già al ritorno a casa. Restavano solo gli F-15 e gli F-16 della missione permanente, e la palazzina dei loro avieri. Quella della bomba di ieri notte. Mimmo Candito In superfìcie un villaggio di pescatori Nei bunker aerei, radar e le centrali della guerra elettronica Nell'agosto del '90 sbarcarono dal cielo 500 mila uomini e in un angolo di deserto sorsero il McDonald e la Pizza Hut Il FILM DELL'ATTENTATO I In sun vpesNeiradle cgueelet Militari sauditi e americani tra le macerie degli alloggiamenti Usa distrutti da uno «Scud» iracheno a Dahran il 26 febbraio "91 Nell'attacco missilistico morirono 27 americani Nella foto sotto, i soccorritori scavano tra le macerie di un palazzo civile distrutto da uno «Scud» che uccise due persone il 3 febbario '91 [POTO AP.AFP]

Persone citate: Arabia, Mimmo Candito

Luoghi citati: Kuwait, Los Angeles, New York, Riad, Usa