Diciannove morti, 200 feriti dal camion-bomba davanti alla base Usa Due tonnellate di tritolo per l' America di Foto Reuters

Diciannove morti, 200 feriti dal camion-bomba davanti alla base Usa ii Diciannove morti, 200 feriti dal camion-bomba davanti alla base Usa ii Due tonnellate di tritolo per YAmerica Clinton: dal G-7 la ritorsione per la strage di Doloran WASHINGTON dal nostro corrispondente L'America si è risvegliata ieri con sentimenti di lutto e rabbia, apprendendo che la conta definitiva dei morti nell'attentato alla base aerea di Dahran era salita a 19, con l'aggiunta di circa 200 feriti, una sessantina dei quali in serie condizioni. Si è trattato della più grossa strage di origine terroristica di militari americani dopo quella dell' '83 a Beirut, che causò 241 morti. «I codardi che hanno compiuto questo atto assassino - ha dichiarato al Paese il presidente Bill Clinton poco prima di salire sull'aereo che l'avrebb j portato al vertice di Lione - non possono rimanere impuniti». Non avendo alcun dubbio sulla natura dell'attentato, che nessuno aveva fino a ieri rivendicato, Clinton ha annunciato che porrà il problema del coordinamento nella lotta al terrorismo internazionale come una «priorità» alla riunione del G7 di Lione. Ha inoltre nominato l'Iran e l'Iraq come i Paesi che aiutano il terrorismo e che «hanno armi di distruzione di massa». Immediata la reazione dell'Iran, che ha negato qualsiasi coinvolgimento nell'attentato. Una squadra dell'Fbi è già partita alla volta dell'Arabia Saudita, il cui governo ha fissato una taglia di 3 milioni di dollari (cinque miliardi di lire) per chi aiutasse alla cattura degli attentatori. Ma, a parte il lutto, a parte la rabbia e a parte l'ansia di mettere le mani sui colpevoli, il governo degli Stati Uniti comincia a nutrire una seria preoccupazione sugli sviluppi della situazione in Arabia Saudita e, di conseguen za, in tutto il Medio Oriente. Il camion bomba è esploso martedì sera nel complesso di Khobar, vicino a Dahran, che ospita i circa 2900 militari ame ricani della vicina base aerea di Abdul Aziz. Si tratta di una base importante, dalla quale partono regolarmente i voli di protezione della «zona franca» nel Sud del l'Iraq e che ospita squadre di operatori con missili antimissile Patriot. E' anche una base sfor tunata, perché proprio a Dahran, durante la guerra del Golfo, il 25 febbraio del '91, atterrò un mis sile Scud iracheno, uccidendo 23 americani e ferendone 83. Per gli americani fu il peggiore inciden te di tutta la guerra. Una pattuglia di sorveglianza ha notato un camion fermo da tempo accanto alla rete protetti va del complesso militare. Per ragioni di sicurezza, rese neces sarie da precedenti minacce di attentati, erano state messe delle recinzioni che impediscono di avvicinarsi al complesso meno di 35 metri senza essere fermati < questo, secondo quanto dichiara to dal Segretario per la Difesa William Perry, ha consentito di limitare i danni. La pattuglia si è mossa verso il camion e due uomini ne sono scesi, scappando. Immediata mente dopo l'immane scoppio. Dalle dimensioni del cratere lasciato dall'esplosione, 25 metri di lunghezza per 10 di profondità, gli esperti di esplosivi hanno concluso che sul camion dovevano essere state caricate 2 tonnellate e mezzo di tritolo. La vista dell'edificio sventrato a metà ha ricordato agli americani un'altra strage recente, quella di Oklahoma City. A parte il numero dei morti, la grossa quantità di feriti testimonia della violenza dell'esplosione. Re Fahad, appena informato dell'accaduto, ha chiamato al telefono Clinton, esprimendogli le sue condoglianze e «l'orrore per atti terroristici che tutte le religioni condannano». Il governo americano ha ringraziato quello saudita per la «prontezza e l'efficienza» mostrate dopo l'incidente. Nello stesso tempo Clinton ha ordinato l'invio a Dahran di un C-141 con a bordo 40 specialisti antiterrorismo dell'Fbi. In serata un'organizzazione finora ignota, la «Legione del martire Abdullah al-Huzaifi», ha rivendicato l'attentato, ma non è stato possibile verificarne la veridicità. Il Segretario di Stato Warren Christopher, che era in Egitto per rilanciare il processo di pace in Medio Oriente, si è subito spostato a Dahran per portare il suo conforto alle famiglie delle vittime e ai militari della base. Clinton stesso, prima di partire per la Francia, ha convocato i suoi più stretti collaboratori per valutare la possibilità di una puntata a Dahran alla fine della settimana. La preoccupazione di non ostacolare le indagini, creando problemi di sicurezza con una visita, ha consigliato per il momento di sospendere il progetto. La ragione per cui l'attentato di martedì ha creato un notevole allarme nell'arnministrazione americana è semplice. L'Arabia Saudita, oltre che essere il più grosso esportatore di petrolio del mondo, è il più stretto alleato degli Stati Uniti nella delicata regione del Golfo. In Arabia Saudita vivono e lavorano 40 mila americani, con l'aggiunta di 5000 militari. Ma la situazione politica nel Paese si sta deteriorando con l'avvicinarsi del ritiro del moderato Re Fahd, vecchio e malato. Gli succederà il fratellastro Abdullah, considerato molto più sensibile alle correnti nazionaliste e fondamentaliste antiamericane. Sette mesi fa, a Riad, un'altra bomba uccise 5 soldati americani e due indiani. Quattro fondamentalisti sono stati in seguito condannati a morte per l'attentato e questo ha scatenato una nuova serie di minacce contro le basi americani. A Khobar c'erano stati, solo recentemente, altri tre allarmi. La situazione potrebbe degenerare e, in questo modo, creare un'ulteriore, enorme problema al processo di pace in Medio Oriente. Paolo Passarmi Il Presidente: puniremo questi vigliacchi che vengano dall'Iran o dall'Iraq. Sul luogo dell'attentato 40 agenti speciali dell'Fbi In una immagine ripresa dal telegiornale saudita, quello che rimane del palazzo che ospitava il contingente multinazionale dopo la deflagrazione che ne ha completamente divelto la facciata L'onda d'urto causata dai 2300 chilogrammi di esplosivo non solo ha squarciato la facciata degli otto piani, ma ha anche scavato un cratere di 26 metri di diametro e dieci di profondità [FOTO REUTERS]

Persone citate: Abdul Aziz, Bill Clinton, Clinton, Re Fahd, Warren Christopher, William Perry