« Che delusione i tassi fermi »Romiti: manovrina contraddittoria di Marco Zatterin

« « Che delusione i tassi fermi » Romiti: manovrina contraddittoria mmm IMPRESE E SVILUPPO UTORINO N colpo a Fazio e uno al governo, il primo per esprimere il rammarico provato davanti al tasso di sconto che ancora non scende, il secondo per accusare la contraddittorietà di una manovra correttiva che aumenta contemporaneamente il costo del denaro e quello del lavoro. Cesare Romiti ribadisce la sua ricetta per la ripresa, chiede a Prodi e alle autorità monetarie «un reale e fattivo contributo allo sviluppo» per scongiurare il «possibile deterioramento di una situazione congiunturale già delicata». Le prospettive per i prossimi mesi «non sono favorevoli», assicura il presidente della Fiat. E allora occorre agire bene e in fretta. Non c'è bisogno di domande per conoscere il pensiero di Romiti sullo stato di salute dell'azienda Italia. Le parole con cui apre la conferenza stampa post assemblea, la prima che celebra da numero uno della casa torinese, sono dedicate proprio a questo tema, servono a chiedere fermezza ad un esecutivo giudicato credibile eppure contestato, e ripetere che la creazione di nuovi posti di lavoro deve essere la priorità di ogni azione di governo dell'economia. Si parte coi tassi. Il nome di Fazio appare per inciso, Romiti fa un solo breve riferimento al governatore e all'ennesima sottolineatura della mancanza di margini per allentare la stretta monetaria. Poi confessa «una certa delusione» per l'immobilità di via Nazionale, ma così stanno le cose, e dunque invita «a far sì che le condizioni indicate dalla Banca d'Italia si realizzino rapidamente in modo da poter avere stimoli alla produzione e allo sviluppo». Il che significa centrare la magica quaterna composta da inflazione sotto il 4%, denaro meno caro, rilancio dell'attività d'impresa e nuova occupazione. Non sarà facile, il quadro dipinto dal presidente della Fiat è «complesso e difficile». L'Italia, è la sua analisi, attraversa una fase caratterizzata da «un marcato rallentamento dell'attività economica che si manifesta in particolare nel perdurare di una crisi nei consumi di beni durevoli». Oltretutto, «le previsioni di crescita per il 1996 sono state riviste rispetto allo scorso autunno». Che fare? Romiti ritiene che, «se da un lato il risanamento della finanza pubblica ed il recupero della lira dovrebbero avere influssi positivi sui prezzi, dall'altro affidano le potenzialità della crescita al calo dei tassi e soprattutto alla capacità delle nostre imprese di essere sempre più competitive». Qui si arriva al molo del governo Prodi che, per il successore di Gianni Agnelli, ha ottenuto «indubbi risultati por la credibilità dell'azione di risanamento della finanza pubblica», soprattutto per merito del ministro del Tesoro Ciampi. Tuttavia la manovrina varata la scorsa settimana «presenta alcuni motivi contraddittori», è parsa ima nota stonata, ha aumentato gli oneri per le aziende e complicato il tentativo di realizzare gli obiettivi di sviluppo. «Il primo problema in Italia è la disoccupazione, molto grave soprattutto nel Mezzogiorno - rileva Romiti - e per risolverlo si deve facilitare lo sviluppo delle imprese. Pertanto, insieme con una politica severa per i conti pubblici, deve essercene una che permetta alle aziende di nascere e di crescere». Il presidente della Fiat crede che il governo s'impegnerà a portare l'inflazione '97 al 2,5 per cento e spera che il rafforzamento della lira possa rilanciare i consumi e consentire un rilancio della produzione e dell'occupazione. Il cambio a 1000 lire, però, «rende difficile l'export» e quindi tutto il resto. Romiti lascia capire di essere pronto a sfruttare le opportunità che gli uomini di Palazzo Chigi potranno aprire. Per contro, e questo lo afferma con determinazione, il gruppo torinese non chiederà incentivi per il mercato dell'auto sulla falsariga di quelli varati in Francia e Spagna. «Non ne abbiamo fai fatto esplicita domanda - ha spiegato Romiti -.E' chiaro che un provvedimento di questo tipo agevolerebbe sia lo svecchiamento del parco macchine, sia l'ampliamento del mercato. Oltretutto, s'e visto che il provvedimento si è autopagato attraverso le maggiori imposte ottenute con l'aumento delle vendite In passato ne abbiamo parlato con i ministri responsabili notando ima certa avversione. Ma non presenteremo alcuna richiesta, non vogliamo interferire, anche per evitare che qualcuno possa dire che stiamo cercando aiuti pubblici». Le ultime parole sono per l'Europa, spiegano la crisi dei consumi con le restrizioni imposte dai parametri per la moneta unica indicali dal Trattato di Maastricht, parametri che «penalizzano le economie europee». Non si tratta eli scetticismo nei confronti del progetto dell'Unione a dodici stelle. Al contrario, Romiti non pare avere dubbi: «Tutti considerano che i sacrifici di oggi verranno ampiamente ripagati quando si centrerà l'obiettivo finale». Come dire che l'Europa darà una mano, anche se è meglio non aspettare. «Per sbloccare questa situazione assicura Romiti - serve uno sforzo del Paese». Il resto, poi, verrà da sé. Marco Zatterin «Più credibilità per il governo grazie all'azione di risanamento del ministro Ciampi» «Non chiederemo degli incentivi per il settore auto, anche se darebbero spinta al mercato» LSPcdCmpmcrpdsbmcismga

Persone citate: Cesare Romiti, Ciampi, Gianni Agnelli, Romiti

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Spagna