Industria, doccia fredda ai banchieri il cambio va bene così

caro denaro Industria, doccia fredda Ai banchieri il cambio va bene così caro denaro e mercati LROMA IRA e tassi al centro delle discussioni di banchieri e industriali. La nostra moneta plana a quota 1000 nel cambio con il marco e subito nasce la domanda: i valori raggiunti negli ultimi giorni sono un bene per l'economia italiana o costituiscono un problema? Tra i tifosi della lira a 1000 sul marco c'è Tancredi Bianchi: «E' una buona cosa, benefica per l'inflazione», dice il presidente dell'Abi, ma chiarisce che un conto è il cambio di lungo periodo, un altro è la quotazione del momento. «Quella attuale - spiega ancora Tancredi Bianchi - non vuol dire che il punto di equilibrio sia, por esempio, a 900 lire, ma tra le 1020 e le 1050». Felice il presidente della Cariplo, Sandro Molinari, che da tempo auspicava questo riposizionamento della lira, anche se non esclude che il fatto possa creare difficoltà congiunturali. Proprio quest'eventualità raffredda i giudizi del presidente della Bnl, Mario Sarchielli, secondo il quale l'attuale situazione di cambio «sta un po' stretta alla nostra valuta», e di Luigi Fausti, amministratore delegato della Comit, che giudica «un po' troppo forte» il cambio con il marco. Tiepidi anche gli industriali e a) Gian Marco Moratti, presidente dell'Unione petrolifera, non si nasconde che il raggiungimento di quota mille rappresenti «un problema per le esportazioni, anche se aiuta certamente sul fronte dei prezzi delle materie prime». Secondo Gianfelice Rocca, presidente di Techint Europa, il marco a mille lire «significa rivisitare un periodo di sbornia delle esportazioni ottenuto, inizialmente, su una grossa facilitazione». Ma la forza della lira è dovuta in parte anche agli alti tassi di interesse. A dirlo è il vicepresidente della Confidustria, Carlo Callieri, che osserva: «Il costo del denaro pesa sulle aziende, sullo sviluppo possibile e sull'occupazione che potrebbe essere creata». Il mancato annuncio della riduzione del tasso di sconto non è stato dunque una sorpresa per gli imprenditori italiani, ma li ha egualmente delusi. Carlo De Benedetti, che ha salutato con favore la lira a quota 1000 sul marco, a proposito dei tassi ha detto che non si aspettava di più da Fazio, almeno in questa occasione, ma che «il rallentamento dell'economia e la riduzione dell'inflazione determinano le condizioni per la possibile riduzione del costo del denaro. Ora - ha aggiunto - non dobbiamo tanto domandarci quando verranno abbassati i tassi, ma di quanto». Divergenti le posizioni dei commercianti: se per Segio Bilie, presidente di Confcommercio, «la riduzione del costo del denaro non è di per sé un traguardo», molto critica è la Confesercenti che accusa «l'attendismo della Banca d'Italia» di «penalizzare la ripresa». Vanni Cornerò Sergio Bilie presidente della Confcommercio Carlo Callieri (Confindustria)

Luoghi citati: Techint Europa