I MORALISTI E IL MERCATO DEL SESSO Prostitute e Inserzioni di Gianni Vattimo

I MORALISTI E IL MERCATO DEL SESSO PROSTITUTE E INSERZIONI I MORALISTI E IL MERCATO DEL SESSO Ache cosa mira il rinvio a giudizio, da parte della procura di Roma, del direttore del "Tempo», accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, per aver pubblicato come tanti altri giornali annunci di tinte massaggiatrici e accompagnatrici, che erano in realtà prostitute? Sembra fatto apposta per infuocare ulteriormente un dibattito già piuttosto acceso. Il tenia della prostituzione sintetizza in qualche modo il disagio quotidiano che si vive soprattutto nelle città, e che, anche per banali ragioni climatiche (destate si passa più tempo in strada), diventa acuto soprattutto in questo periodo. Alla prostituzione si collegano la questione della microcriminalità diffusa, quella della agibilità di strade, giardini, intere zone di città che, ormai spesso anche di giorno, sono interdette al passeggio di madri, bambini, vecchi; e ancora l'eterno problema dell'immigrazione clandestina, con i suoi risvolti come la tentazione del razzismo, l'impulso a tarsi giustizia da sé, il bisogno di pulizia insieme fisica e morale, persino la nostalgia per una semplicità di rapporti di vicinato che sembra ormai definitivamente perduta. Non solo nel dibattito sulla prostituzione si rispecchiano questi disagi; vi si riflettono purtroppo anche tanti aspetti della nostra incapacità di affrontare concretamente i problemi dell'esistenza collettiva senza abbandonarsi a reazioni eccessive, a prese di posizione di principio che lasciano il tempo che trovano. Un buon esempio di questa incapacità è l'episodio dell'incriminazione del direttore del «Tempo» - che potrebbe essere solo il primo di una più vasta azione repressiva. Difficile non capire che, posto che la prostituzione non si può far sparire da un momento all'altro, è meglio che chi offre questo tipo di servizi lo Gianni Vattimo CONTINUA A PAG. 9 SETTIMA COLONNA

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