Stop alla sigaretta-biscotto Francia, condannato lo slogan Philip Morris che paragona i dolci al tabacco di Enrico Benedetto
Stop alla sigaretta-biscotto Francia, condannato lo slogan Philip Morris che paragona i dolci al tabacco Stop alla sigaretta-biscotto APARIGI RBITRO a sorpresa nel duello inedito tra biscotto e sigaretta, la Giustizia francese assolve il primo dalle «calunnie» della Philip Morris e condanna la seconda per la sua nocività mandando in fumo - è il caso di dirlo - la fantasiosa campagna pubblicitaria filotabagista. Quotidiani e periodici europei rigurgitano da qualche giorno di réclames a tutta pagina in cui la multinazionale invita a non accanirsi contro il tabacco. Studi scientifici alla mano sostiene che, nell'ordine, un'alimentazione ricca di grassi, il bere 2-3 bicchieri di latte il giorno, il dissetarsi con ac- qua al cloro e - infine - mangiare un biscotto il dì sono abitudini dal tasso di nocività superiore al fumo passivo. Senza neppure attendere di veder schierati al loro fianco l'industria casearia e gli acquedotti comunali, i biscottifici transalpini hanno dato battaglia. Ma come, inzuppare il biscottino nel caffellatte farebbe più male che beccarsi zaffate di Avana? Non fia. Ansiosi di rassicurare mamme e bimbi, e nella ragionevole certezza che di mulino bianco non si muore, hanno chiesto una sentenza esemplare al Tribunale di Parigi. Morale, il verdetto ingiunge di sospendere il messaggio incriminato. Pena 300 milioni di multa per ogni deroga. L'azienda si dichiara «sorpresa e choccata» dal verdetto. E fa sapere che ricorrerà in appello. Lungi dal voler incriminare savoiardi, gallette e cialde varie intendeva solo - argomenta - relativizzare gli ossessivi j'accuse che farebbero del¬ la povera cicca un capro espiatorio. Donde l'idea di evocare insospettabili fonti di patologie. Ma il giudice non trova l'idea sbarazzina. A suo avviso, divulgare che «mangiar spesso pepe» presenta un coefficiente rischio dell'1,30% contro l'I, 19 dell'«esporsi al fumo indiretto di tabacco» costituisce pubblicità comparativa. Illegale in Francia. Secundum: attraverso l'ingegnoso espediente la Casa «a null'altro mira se non a reclamizzare il tabacco in spregio al codice della Sanità». Giù la maschera Philip Morris, tuona insomma il magistrato. Non si può impunemente usare il biscotto quale Cavallo di Troia per introdurre la sigaretta in spot che le sono preclusi dalla legge. Ma la battaglia legale si annuncia lunga. E senza pagare una lira supplementare, la Philip Morris è in prima pagina. Enrico Benedetto
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