Kafelnikov, erba amara Pozzi avanza, Nargiso torna a casa

Wìmbledon: esce di scena anche il trionfatore di Parigi Wìmbledon: esce di scena anche il trionfatore di Parigi Kafelnikov, erba amara Pozzi avanza, Nargiso toma a casa LONDRA. Sono sessantanni che gli inglesi aspettano. L'ultimo loro compatriota capace di vincere a Wimbledon, e per ben tre volte, dal '34 al '36, è stato Fred Perry, poi riconvertitosi con successo nel ramo abbigliamento. Il loro complesso di superiorità nel frattempo si è incrinato, ogni anno a Wimbledon basta una mezza impresa di un isolano per eccitarli. Tim Henman, numero 62 del mondo, che ieri con il suo broncetto vispo e il fisico acerbo da Peter Pan sul centrale è riuscito a espellere in cinque set dal torneo Yevgeny Kafelnikov, numero 5 del mondo e campione in carica a Parigi, promette però di regalare loro più appaganti orgasmi patriottici. A dispetto di una complessione non certo da body builder, il ventunenne Henman - che nel '95 passò alle cronache dei championships per aver impegnato Sampras e fatto involontariamente la bua a un raccattapalle, e che quest'anno si è già messo in bisaccia altri scalpi illustri - ha infatti negli avambraccio scarni un tennis completo, solido da fondo¬ campo e sicurissimo a rete, efficace nel servizio (21 ace ieri), insomma in grado di ricordare, nei momenti migliori, l'icona classicamente regale di Sampras. Giocando in maniera quasi inappuntabile ieri Henman è scattato subito avanti di due set. A rete copriva benissimo il suo spazio aereo, da fondo fiondava passanti pulitissimi irritando un Kafelnikov non sempre deciso nelle volee e frenato, va detto, anche da un dolore al ginocchio sinistro che lo infastidisce da oltre tre mesi. Nel terzo set Eugenio si snebbiava e iniziava a mitragliare, Tim tremava un po' e poi crollava nel tie-break. Il quarto volava nelle tasche di un rincuorato «Kaf», e quando nel quinto, sul 53 servizio Henman, Eugenio si procurava due match-point, Peter Pan sembrava già pronto per saltare in acqua dalla passerella di capitan Uncino. Invece Tim il freddo piazzava due ace, Kafelnikov si distraeva e perdeva due volte il servizio, finendo il match congelato da un grandissimo dritto di Henman e da un passante sbagliato. Dio è inglese, hanno concluso con imbarazzante ottimismo i giornalisti british, un pensiero buttato anche alle faccende calcistiche. «Peccato, era tanto che non perdevo al primo turno di uno slam - ha dichiarato invece alla fine Yevgeny - ci tenevo a dimostrare che non sono solo un tennista da terra rossa, ma d'altre parte due sole settimane di intervallo fra Parigi e Wimbledon sono davvero poche per abituarsi all'erba». Verissimo: non a caso l'ultimo capace di fare doppietta nello stesso anno è stato, nel jurassico 1980, il mostruoso Borg. Intanto i conti a casa Italia sono tornati in pareggio. Lunedì erano passati sei azzurri sui nove in gara, ieri ne sono usciti quattro su sei. Il totalino fa 8 promossi al secondo turno su 15, e dietro la lavagna finisce il solo Nargiso: Sandon Stolle, il suo avversario di ieri, l'erba ce l'ha nei cromosomi è figlio di Fred, tre volte finalista su questi prati dal '63 al '65 - serve bene e sa piazzarsi bene a rete, ma Diego si è flagellato di errori e nervosismo. Insomma, la solita emorragia di talento, l'ennesima Grande Illusione che si spegne dopo i fuochi di Coppa Davis. Insieme a lui escono le due emiliane: Adriana Serra Zanetti ruba la partenza ad Aranchita Sanchez (3-2 e servizio), poi deve rendersi ai ritmi furibondi della mastina iberica, Francesca Lubiani finisce triturata dall'esperienza sorniona della Zvereva. Fuori anche Rita Grande - bella da vedere ma non abbastanza dura per la scafata Oremans - mentre sopravvivono Natalie Baudone, brava a recuperarsi contro la Husarova e «Calimero» Pozzi, che piega il portoghese Marques. Povero Gianluca, è destino che i suoi match non facciano quasi mai notizia: appena lui entra in campo se ne va capitan Panatta, approdato a Londra dopo il secondo posto nel mondiale off-shore di Gallipoli e una cena con D'Alema. Non è cattiveria, ma distrazione, e a Pozzi, dopo dieci anni di onesta e sudata professione, forse fa ancora più male. Stefano Semeraro DONNE BENE LA BAUDONE Singolare maschile (1° turno): Grabb-E. Sanchez 6-1, 6-3, 6-3; Enqvist-A. Chang 6-4, 6-2, 6-1; StolleNargiso 6-3, 6-3, 6-1; Hlasek-Chesnokov 6-3, 6-2, 6- 3; Krajicek-J. Sanchez 6-4, 6-3, 6-4; Rosset-Draper 4-6, 6-4, 6-3, 6-1; Carbonell-Clavet 7-6 (7-5), 4-6, 1-6, 6-4, 6-3; Petchey-Paes 1-6, 6-2, 6-4, 7-6 (13-11); Pozzi-Cunha Silva 6-2, 6-4, 6-2; Rafter-Vacek 6-2, 6-4, 7-6 (7-3); Pioline-Siemerink 7-6 (7-4), 7- 6 (7-5), 6-4; Helman-Kafelnikov 7-6 (8-6), 6-3, 6-7 (2-7), 4-6, 7-5. Singolare femminile (1° turno): Oremans-Grande 7-6 (7-4), 6-3; Graf-Richterova 6-4, 6-1; SanchezSerra Zanetti 6-3, 6-4; Zvereva-Lubiani 6-3, 6-1; Baudone-Husarova 0-6, 6-1,6-1. ■ti ' Wimbledon stregata per Yevgeny Kafelnikov, battuto da Helman in cinque set

Luoghi citati: Aranchita Sanchez, Gallipoli, Italia, Londra, Parigi