«Annunci sexy, una vittoria dell'ipocrisia»

«Annunci sexy, una vittoria dell'ipocrisia» I magistrati allargano l'inchiesta su altri quotidiani, Feltri: mai avrei pensato di fare il protettore «Annunci sexy, una vittoria dell'ipocrisia» E' rivolta dopo il rinvio a giudizio del direttore de «Il Tempo» INSERZIONI A LUCI ROSSE MROMA AR1NA transex, meravigliosa creatura, graditi inesporti... Telefonare al...». Marina, adesso lo sappiamo, vende le sue grazie in un appartamento di via del Macao a Roma, numero civico 12. E' stata proprio la denuncia di un inquilino di quello stabile, Giovanni Greco, a fare scattare denuncia e conseguente processo penale per il direttore responsabile del giornale che ha pubblicato quell'annuncio, Giovanni Mortola del «Tempo», e per il responsabile della pubblicità della testaa romana, Paolo Minervini. Il processo si terrà il 29 gennaio prossimo. E in quell'occasione il direttore e il manager del «Tempo» non saranno soli. Perché proprio ieri il pubblico ministero che si occupa delle indagini, Pasquale Lapadura, ha annunciato di avere chiesto al procuratore Michele Coirò di aprire analoghi fascicoli anche agli altri giornali della città che pubblicano analoghi annunci. La tesi difensiva di Giovanni Mortola, infatti, sottolineava proprio che non si può accusare solo un giornale per quello che poi pubblicano anche tutti gli altri. E poi, per contestare di aver favorito la prostituzione - nota l'avvocato di Mortola, Angelozzi Gariboldi - bisognerebbe che vi fosse anche lo sfruttamento. E che, cioè, vi fosse, un lucro. Mentre, è la tesi difensiva, «non vi è prova che la meretrice si concede solo per lucro e non per vizio». Al di là delle sottigliezze giuridiche, resta quella che, a molti, è sembrata un'accusa eccessiva. Tra i primi a esprimersi, proprio il direttore di «Noi Donne», Bia Sarasini. Il suo giornale pubblica infatti annunci erotici, ma esclusivamente scritti da donne che cercano altre donne: «Ha vinto l'ipocrisia. Il direttore di un giornale è responsabile di tutto quello che pubblica. Ma non può mica mettersi ad indagare per scoprire cosa c'è dietro una inserzione». Dopo il richiamo al buonsenso di Sarasini, la reazione ironica di Vittorio Feltri: «Ho saputo che dopo Giovanni Mottola, tutti noi direttori dei giornali che pubblicano annunci saremo indagati per favoreggiamento alla prostituzione. Sono abbastanza contento di questa cosa. Tutto avrei pensato nella vita tranne che di fare il magnaccia». E aggiunge i suoi complimenti alla magistratura: «Anche perché 97 criminali su 100 restano impuniti». E se il segretario nazionale della Federazione nazionale della stampa, Paolo Serventi Longhi, si trincera per ora dietro un «no comment», il consigliere Paolo Cantore definisce «francamente inconcepibile» la vicenda. E attacca Serventi Longhi: «Dovrebbe intervenire». Gli risponde Loren¬ zo Del Boca. che della Fnsi è il presidente: «Le inserzioni a luci rosse sono niente se si confrontano a quanto avviene intorno a noi, basta accendere la tv. Ci vogliono regole, certo. Ma partire da un giornale è pericoloso, perché autorizza a parlare di persecuzione politica, con il rischio di creare nuovi martiri». Dal Palazzo, un siluro arriva da Marco Taradash: «Una cosa da Italietta Anni Cinquanta». E, soprattutto, da Vittorio Sgarbi, che si è fatto subito promotore di una denuncia, per essere sicuro che la magistratura persegua per analoghi reati anche il «Corriere della Sera» e il «Messaggero». La vicenda è assurda anche secondo gli editori, che si esprimono per bocca del neo-presidente Mario Ciancio: «Figurarsi, a me, che sono direttore del quotidiano "La Sicilia", è capitato persino di ricevere un avviso di garanzia per aver pubblicato uno stralcio della Gazzetta Ufficiale.» Ir. r.J fcJUUUI IIMWUTmiM .t»i«.,«,*i».v, AAAAA AfTASClKANTt w(X*W«1 Ma» wwntnim _ uiaa BfUJlMMA iv.Mt MAOntMÀ wcAAmAtì^ h./a CKE f * UMUIUIB * KK*. A EdfMMU WHe . v~*.> m c^^r>(lt*J,V!» _ * «. AA A.' 9ÌMaio%Ò *vw nrn tióièUmt IAVA5W4 «.A «.A A. Ó«OMA l»AtM-*>» "noni >*i»y,oat|* A.A.AA.A. tAlARlA V«M," V»*~>* A-AAAA i^W.'i'.'.^wi"".»' '«Mimi '»v, /'■ aaaa wmwmaiA» ■ -■- - ■ w- ^■_h«»^JytOA7ftIMtI-i *A>AA*JB*M.M,.«<WC c» ' >A> MA AAVKBJO&A n.'.**. v ...*.*ww'4muij AAAA. TOmAIAMCA t*y*«ivrv tti .<--v. t]« _ IMWaAn AAAAAAA. ANCMt W**i «Ai A.v.,...W511H)t'H A.ÀÀ.AÀÀ A. DÒiCItllNA <At*W4M OVK 3' ». AAAAAA. ACCAT1h,A«TC frMAIWM *««llMli AAAA.AA. tèlutlllAA e*"** WittltmAfM. _ AAAA.AA. 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Luoghi citati: Roma, Sicilia