«Gerusalemme, città nostra» «E' più ebraica che cristiana»

«Gerusalemme, città nostra» «Gerusalemme, città nostra» «E'più ebraica che cristiana» Netanyahu imbarazza il Vaticano CITTA' DEL VATICANO. Bocche cucite in Vaticano dopo le dichiarazioni su Gerusalemme del premier israeliano Netanyahu. Parlando a margine di una cerimonia nel quadro dei festeggiamenti dei 3000 anni di Gerusalemme capitale ebraica, il primo ministro è stato netto: «Gerusalemme è una sola città, la capitale dello Stato d'Israele, per sempre», e se è anche santa per cristiani e islamici, «non c'e paragone con il legame imperituro» che hanno gli ebrei per la città. Le bocche cucite del Vaticano nascono dall'esigenza di non rovinare i buoni rapporti esistenti, soprattutto dopo lo stabilimento delle relazioni diplomatiche (era il 1993), quando al governo c'erano i Umoristi di Rabin. C'è poi un altro motivo: il Papa in particolare e impaziente di andare in visita a Gerusalemme per il Giubileo del 2000, e le dichiarazioni di Netanyahu allontanano l'accordo necessario per il buon andamento della visita, senza la quale il Giubileo stesso ne soffrirebbe. Il Vaticano diede l'assenso ai rap¬ porti diplomatici dopo l'assicurazione che per Gerusalemme avrebbe lavorato uno speciale comitati) misto, che adesso però è fermo. Le divergenze non sono di poco conto: per la Santa Sede occorre uno «statuto intemazionale» per Gerusalemme che ne riconosca la particolare natura di custode dei Luoghi Santi per le tre religioni monoteiste. Sul terreno la situazione si fa difficile: i cristiani di tutte le confessioni in Israele sono circa centomila; tra questi ci sono 20 mila cattolici di rito latino, palestinesi e residenti a Gerusalemme Kst, il settore occupato nel 1967, annesso nel 1980, e dove la politica di colonizzazione a scapito dei cristiani è molto evidente, Netanyahu, come ha scritto il diplomatico francese Jean-Pierre Valognes, segue «l'ideale sionista secondo cui Israele resta uno Stato per gli ebrei e non potrà aprirsi alle altre comunità confessionali senza rimettere in questiono la sua ragion d'essere». Luca Tornasi

Persone citate: Luca Tornasi, Netanyahu, Rabin