«Abbasso i Nazionali neri», l'autogol di Le Pen di Anna Zafesova

«Abbasso i Nazionali neri», l'autogol di Le Pen Due nuovi sondaggi danno Boris vincente con 20 punti di distacco dal rivale Ziuganov: sparliamoci il potere «Governo di concordia con Eltsin e gli altri» MOSCA NOSTRO SERVIZIO A otto giorni dal secondo turno delle Presidenziali in Russia ricomincia la girandola di manovre, trattative e mosse clamorose. Il primo passo l'ha fatto il leader comunista Ghennadij Ziuganov, che ieri ha proposto a sorpresa un governo di coalizione con il suo avversario Boris Eltsin. Anzi, un «governo di fiducia nazionale» che dovrebbe comprendere tutto le forze politiche del Paese. 1 comunisti dunque rinunciano a un gabinetto interamente loro, come Ziuganov aveva annunciato in precedenza. Secondo il leader comunista, i risultati del primo turno hanno dimostrato che la Russia è spaccata in tre parti quasi uguali: i sostenitori del presidente uscente, i seguaci dei comunisti e quelli che non accettano né l'uno, né l'altro. E siccome in queste condizioni, sostiene Ziuganov, nessuno è in grado :\i tirare fuori il Paese dalla crisi con le proprie forze, è necessario che tutti firmino un «patto di concordia nazionale». Per sé i comunisti chiedono un terzo dei posti nel nuovo governo. Un altro terzo deve andare agli uomini di Eltsin - e Ziuganov afferma di averne già discusso con 12 ministri e 27 viceministri dell'attuale governo - tra i quali il pc vedrebbe bene il sindaco di Mosca Jurij Luzhkov e il presidente della Bashkiria Murtaza Rakhimov, eltsiniani convinti. Il resto a tutti gli altri, compresi i nazionalisti di Vladimir Zhirinovskij e i democratici di Grigorij Javlinskij. Secondo i comunisti, questo governo dovrebbe essere affiancato da un «Consiglio di Stato» composto da tutte le for ze politiche che aderiranno all'iniziativa e al quale, in teoria, il presidente dovrebbe delegare una parte dei suoi poteri. Non è chiaro pero se la proposta di Ziuganov sia indirizzata all'attuale Presidente, se sia un prò gramma che realizzerà in caso di vittoria, o se, per caso, sia un invito velato a cancellare le eie zioni e procedere a una tranquilla spartizione del potere con il Cremlino. Boris Eltsin per il momento non ha reagito alla singolare iniziativa dei suoi avversari Anche perché gli altri ex candidati alla Presidenza ieri hanno fatto sapere le condizioni alle quali saranno disposti a invitare i loro elettori a votare Eltsin. Vladimir Zhirinovskij chiede al padrone del Cremlino di fare fuori tutti i suoi consiglieri di orientamento più o meno democratico. Ma soprattutto - curiosa coincidenza - vuole anche lui un accordo con Ziuganov ancora prima delle elezioni, con l'assegnazione al pc di alcuni ministeri. E Grigorij Javlinskij ieri ha dichiarato le sue condizioni per votare Eltsin: un impegno a limitare attraverso emendamenti costituzionali i poteri del Presidente, pace in Cecenia e controllo civile sul'esercito e i servizi segreti. Una decisione che ha provocato una ribellione dentro il partito di Javlinskij, «Jabloko»: numerosi esponenti hanno apertamente criticato il loro leader per aver negato al Cremlino un appoggio incondizionato. Eltsin nel frattempo continua a restare invisibile, e già qualcuno fa circolare a Mosca voci che il Presidente abbia avuto una ricaduta causata dallo sforzo della tournée elettorale. Ma forse è semplicemente sicuro ormai di vincere. I due più autorevoli centri sociologici russi, il «Vziom» e la fondazione «Opinione pubblica» lo danno vincitore su Ziuganov con ben 20 punti di vantaggio (rispettivamente 53 a 34 e 47 a 27). Ma un altro sondaggio, realizzato dal «Centro per gli studi demoscopici» è meno ottimista: Eltsin avrebbe solo il 33 per cento dei voti contro il 30 di Ziuganov. La partita è ancora aperta. Anna Zafesova Eltsin in visita alla Scuola della Marina militare di Kaliningrad

Luoghi citati: Cecenia, Kaliningrad, Mosca, Russia