F di Raffaello Masci

F Il dentista firma la vendetta «La prova che avevamo ragione noi» UNA CATEGORIA SOTTO TIRO F ROMA INALMENTE il ministro Visco riconosce quello che noi stiamo dicendo da due anni: e cioè che i controlli effettuati per aree professionali servono solo a criminalizzare alcune categorie senza aggredire minimamente il nocciolo duro dell'evasione». Così parla Luigi Daleffe, presidente dell'Associazione dei dentisti italiani. I dentisti dunque plaudono alla scelta di Visco e bocciano la linea Tremonti? «La filosofia del ministro ci sembra quella corretta, perché punta a cercare l'evasione trasversalmente, dove può annidarsi e non solo in certi ambiti». Però, se il decreto varato da Tremonti nel '94 vi ha messo sotto tiro, forse c'era qualche sospetto di evasione, o no? «E infatti si sono visti i risultati! Su oltre ventimila controlli (i dentisti sono 44 mila - ndr) si sono trovati solo 208 evasori totali e di questi 189 esercitavano la professione abusivamente». Gli altri tutti a posto? «Secondo i dati messi insieme dalla Guardia di Finanza, i dentisti avrebbero evaso in media per un imponibile di 6 milioni l'anno che, in termini di ricaduta fiscale sono due lire. Sia ben chiaro: chi non ha pagato le tasse su quei sei milioni ha fatto malissimo. Ma comunque se andiamo a vedere quanto quell'operazione di controllo è costata al contribuente, ho il sospetto che il gioco alla fine non sia valso la candela». Mi vuole dire che voi siete una categoria al di sopra di ogni sospetto? «Io le dò dei dati. L'odontoiatria privata ha un giro di affari di circa 3500 miliardi l'anno, ora un terzo di questo business è in mano agli abusivi, a coloro cioè che esercitano la professione senza avere le carte in regola. I conti sono presto fatti: circa mille-milleduecento miliardi sono lavoro abusivo e per buona parte in nero. Il resto no, e i dati della Guardia di Finanza stanno lì a dimostrarlo. Avete dunque l'impressione di essere perseguitati da Tremonti? «Noi vogliamo pagare le tasse, onestamente, tutte e possibilmente senza troppe complicazioni. Vogliamo però lavorare con serenità, senza sentirci aggrediti da controlli inquisitori e, soprattutto, non vogliamo più essere criminalizzati». Raffaello Masci Un dentista al lavoro nel suo studio In Italia g" odontoiatri sono 44 mila

Persone citate: Luigi Daleffe, Tremonti, Visco

Luoghi citati: Italia, Roma