li di Filippo Ceccarelli

li Ma quanti Nosferatu si aggirano ad Arcare BERLUSCONI EGLI AMICI-NEMICI PREGO la Madonna perché uh: lo conservi» invocava Prodi prima delle elezioni, lì però, dopo che Berlusconi le ha perse, le elezioni, e poi le ha anche ri-perse in Sicilia, e via dell'Umiltà chiude bottega per debiti, gli avvocati berlusconiani si divorano in pubblico, Dell'Utri è inquisito per mafia e Forza Italia va a l'otta di collo, ecco, non si capisce mica tanto bene perché seguitano tutti a implorarlo come leader del Polo, povero Berlusconi. Del quale l'onorevole professor Lucio Colletti ha detto, con la consueta ed illuminante chiarezza: «Ma lasciatelo perdere, tanto è un uomo morto». Morto, vivo o moribondo che sia, il giudizio collettiano introduce comunque il tema dei «vampiri». Cosi almeno, già nel maggio scorso, Giuliano Ferrara ha voluto definire la categoria ili chi, per varie i! non sempre nobili ragioni, vuole comunque Berlusconi alla guida del Polo, e intanto gli succhia il sangue. Ora, che tali; attività venga compiuta dagli antichi avversari il Prodi orante ieri, il D'Alema raziocinante oggi - e del tutto comprensibile. A chi non farebbe comodo, i;i effetti, un nemico sfiancato, pallido, anzi esangue, e in prospettiva costretto a passare dalla propria parte? Più misterioso, invece, e per certi versi addirittura conturbante e sospetto, può apparire il fatto che a sostenere con cruento profitto politico e personale la leadership berlusconiana siano diversi p(«litici ed intellettuali di centrodestra e dintorni che pure, razio- nalmente, qualche strumento di valutazione sui destini del berlusconismo, e sulla sua totale; inadeguatezza all'opposizione, lo possiedono senz'altro. I nomi dei Nosferatu di Arcore? Fini, certo, che ha bisogno di tempo e a cui intanto può non dispiacere affatto un Cavaliere sempre più dissanguato, anche dal punto di vista elettorale. E poi Casini & Buttiglione, che non a caso dopo il successo siciliano si sono guardati dal porre la questione della guida dell'alleanza. E magari proprio perché, un domani, una rubizza alternativa a Berlusconi possono crearsela. Ma soprattutto, sia pure con qualche ragionevole approssimazione e le dovute graduazioni d'intensità, i sospetti di vampirismo andrebbero identificati nello stesso Colletti (che si è limitato ad auspicare un potere «vicario»); in Ferdinando Adornato, che l'altro giorno ha riconosciuto su Repubblica che «la storia italiana deve qualcosa a Berlusconi, e questo qualcosa lo rende ancora insostituibile»; nell'ex riformatore Taradash, che si sogna un Cavaliere davvero liberale, liberista e perfino libertario; in Baget Bozzo, di cui ancora Ferrara ha voluto ricordare la vocazione sacerdotale: «Più che consigliare, consola; e più che cercare soluzioni, lenisce con bell'eloquio le afflizioni». E ancora, presunti vampiri possono essere considerati l'astro nascente Frattini, che alle discussioni sulla leadership ha attribuito addirittura la possibile catastrofe del Polo; come pure l'astro calante Pilo, secondo cui la «spinta propulsiva» berlusconiana è sempre quella che lo portò alla vittoria. Data per buona l'amena classificazione dei succhiasangue, che dal romantico Byron al recente Sex-appeal dell'inorganico del filosofo Mario Perniola (Einaudi) passando per il Dracula di Stoker, per un'infinità di film e filmacci e per lo spot pubblicitario del crodi110 ha sempre acceso l'immaginazione popolare, restano da capire le ragioni dei vampiri interessati al plasma berlusconiano. Che anche qui potrebbero con maggiore 0 minore precisione catalogarsi sulla base delle seguenti - e di certo incomplete - coordinate: mancanza di alternativa (già, e al suo posto chi ci mettiamo?); difficoltà di emanciparsi dalla Sua autorità (e se poi non capisce e si arrabbia?); fiducia a sfumare nel fideismo (Berlusconi ha sempre ragione); paura del vuoto (e che succede?); vanità (io, che ci parlo sempre...); pura e semplice vocazione opportunistico-sanguisughesca (fin che dura, fa verdura). O fa sangue, appunto. Sulla freschezza del quale, tuttavia, nel caso di Berlusconi pare giustificato qualche dubbio. A proposito di vampiri, in effetti, l'intensa e do- cumentata idiosincrasia del Cavaliere per l'aglio, quel suo vagabondaggio nell'aula di Montecitorio, addirittura, per sfuggire alle inesorabili zaffate di un suo deputato in vena di cucina mediterranea, non depongono certo a favore di chi sta piantandogli quattro canini nel collo. Che sia lui il «vampirone»? Nulla, in politica, si può escludere. Nemmeno che con i Nosferatu del Polo, in fondo, ce l'avesse la mamma berlusconiana, signora Rosa Bossi, che intervistata da 7V7 sul «difetto» più grande dell'amatissimo figliolo ha risposto: «La generosità. Sapesse quanti lo sfruttano e si arricchiscono alle sue spalle...». Filippo Ceccarelli Tra i sospetti Fini Casini e Buttiglione Colletti, Adornato Taradash e pure Baget Bozzo In alto: Silvio Berlusconi A sinistra: Lucio Colletti A destra: Ferdinando Adornato lÉÉliilÉtii Un Dracula cinematografico

Luoghi citati: Arcore, Ferrara, Sicilia