Italiani protagonisti nella regata transatlantica in solitario Soldini leader sull'oceano di Irene Cabiati
Italiani protagonisti nella regata transatlantica in solitario VEUV Italiani protagonisti nella regata transatlantica in solitario Soldini leader sull'oceano Telecom in testa davanti alle barche di Parlier e Goss a 1400 miglia dall'arrivo Anicaflash di Malingri dovrebbe esser vicina ma da sabato non dà la posizione Giovanni Soldini, su Telecom (F>0 piedi), è in testa alla Transatlantica in solitario 1 Star davanti a 58 velieri: un exploit inaspettato che da una settimana fa brillare il tricolore su una classifica di consueto dominio francese Anche Vittorio Malingri (Anicaflash, 60 piedi) dovrebbe essere nei dintorni di Soldini. Venerdì navigavano a vista, poi Malingri ha smesso di dare la posizione. Soldini ieri ha dichiarato di essere a 1421 miglia dall'arrivo. Lo insegue, a 9 miglia, Parlier sul 60 piedi Aquitaine e a 53 miglia il temibile Goss. Italiani bene anche in sesta classe dove primeggiano Manzoli su Golfo del Tigullio (! Fabrizio Tellarina su Megaptera. Fra i multiscafi vola verso l'America Banque Populaire di Joyon a 635 miglia dall'arrivo. Il successo italiano viene dalla tattica, cioè dalla scelta della rotta, ma anche dalla sensibilità e dall'esperienza accumulate nelle varie circumnavigazioni in solitario. Dopo la partenza da Plymouth, gli italiani hanno puntato a Nord trovando la spinta iniziale necessaria per distanziarsi dagli altri e, giunti in mezzo all'Atlantico, a 49-50 gradi di latitudine, hanno dovuto scegliere ancora. Non potendo rischiare di tenersi a settentrione, dove sono segnalati pericolosi banchi di ghiaccio, hanno diretto la prua a Sud a caccia di depressioni, cioè di vento anche se in mezzo alle tempeste. Soldini è stato paragonato a Davide che lotta con¬ tro Golia, cioè barche più grandi (quindi con più vela) e in particolare contro l'inglese Goss, che si è presentato alla partenza con una barca nuova con tanto di deriva basculante (è l'appendice inferiore delle barche e insieme con i serbatoi che si riempiono di acqua, a seconda delle necessità, serve per stabilizzare la barca). Malingri ha sorpreso ancora di più. Il suo non è fra gli scafi più tirati. Oltretutto è partito senza la randa nuova che, spedita dall'Italia, non è arrivata in tempo in Inghilterra. Anicaflash gareggia grazie al contributo di 700 simpatizzanti che, versando una quota di 50 mila lire, hanno costituito un consorzio di supporters. Ora i due italiani navigano con 30 nodi di vento, l'oceano intorno ribolle di schiuma grigia, gli scafi sono costantemente sotto pressione, l'attrezzatura è sottoposta a tensioni e scossoni continui. Mangiare e dormire diventa affare di pochi minuti. Non stanno al timone, ma navigano quasi sempre con il pilota automatico. Hanno altro da l'are, se vogliono vincere: regolare le vele, per esempio. Salire sul ponte mentre si è nel cuore di una depressione, fra l'incombere di onde gigantesche, richiede tempo e fatica (proprio a causa di un'onda anomala e di una raffica, giorni fa si è capovolto il trimarano di Bourgnon che è stato salvato da un cargo). Ma la regata si fa soprattutto sul tavolo di carteggio, consultando le carte meteo che arrivano via satellite, e sulle onde radio per tenere d'occhio i rivali. Ma ci sono alcuni, come appunto Malingri, che non danno la propria posizione e preferiscono giocare a nascondino per confondere gli avversari. Irene Cabiati Vittorio Malingri nella foto al timone di Anicaflash, probabilmente preferisce non trasmettere via radio per non segnalare la sua posizione agli avversari
Luoghi citati: America, Inghilterra, Italia, Plymouth
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