Chiusura dei Trials statunitensi con un exploit che migliora il più antico record dell'atletica Johnson è l'uomo più veloce del mondo

Chiusura dei Trials statunitensi con un exploit che migliora il più antico record dell'atletica Chiusura dei Trials statunitensi con un exploit che migliora il più antico record dell'atletica Johnson è l'uomo più veloce del mondo Con 19"66 cancella il 19"72 diMennea ATLANTA. I Trials americani chiudono con un botto, che aggiorna dopo 17 anni la storia di una delle gare più suggestive dell'atletica: Michael Johnson ha cancellato dall'albo d'oro dei 200 metri Pietro Mennea, correndo la finale del mezzo giro di pista in un fantastico 19"66, sei centesimi in meno del 19"72 fissato il 12 settembre 1979 dal pugliese ai 2240 metri di Città del Messico. Il ventottenne di Dallas aveva già sfiorato l'exploit nella semifinale di sabato, quando il suo strepitoso 19"70 era stato vanificato da un vento di 2,7 m/secondo, superiore cioè ai 2 m. regolamentari. Ieri, invece, Johnson non è stato tradito da Eolo (+1,7 m/s) e, sulla velocissima pista di Atlanta che lo vedrà nuovamente protagonista tra un mese nelle Olimpiadi, alla fine di un'altra fantastica volata ad aspettarlo ha trovato la storia: 19"66, saluti a Mennea e al più vecchio primato dell'atletica. Dietro il Superman, lontanissimi, hanno staccato il visto per i Giochi anche Jeff Williams (20"03) e Mike Marsh (20"04), mentre Cari Lewis non è andato oltre il 5° posto (20"20) e alle Olimpiadi sarà quindi in lizza soltanto nel lungo. Alto 185 cm, 78 chilogrammi di peso, laureato in marketing, Michael Johnson esplose sulla ribalta internazionale nel '90, siglando le migliori prestazioni stagionali nei 200 (19"85) e nei 400 (44"21). Nel suo carniere vanta già una medaglia d'oro olimpica (4 x 400 a Barcellona) e ben 5 titoli mondiali: 400 e 4x400 nel '93 a Stoccarda, 200 (19"79), 400 (43"39) e 4x400 nel '95 a Goteborg. Ad Atlanta punta a ripetere lo storico tris (200, 400 e 4x400). Viste la sue travolgenti condizioni di forma (ieri Michael Johnson è diventato anche l'uomo più veloce in assoluto perchè la sua velocità è superiore anche a quella del primato dei 100), c'è da credere che l'obiettivo sia decisamente alla sua portata. Già alla partenza della finale, Johnson era parso concentratissimo, deciso a superare quella barriera che cominciava a diventare un incubo. Allo sparo è schizzato dai blocchi della quinta corsia come una pallottola, in curva ha pas- sato Williams che correva al suo esterno e si è presentato sul rettilineo già col successo in mano. Sentiva profumo di record e ha pigiato sull'acceleratore fino in fondo. Appena tagliato il traguardo, con lo sguardo rivolto a sinistra ha subito cercato il tabellone elettronico: il 19"66 fissato dal suo rush e il boato dei 30 mila di Atlanta lo hanno mandato in Paradiso. Lewis, il grande sconfitto, gli ha teso la mano, ma lui l'ha stretta senza guardare Cari negli occhi e si è poi lanciato in un trionfale giro d'onore. Solo allora ha urlato tutta la sua gioia: «Ho fatto una gara perfetta. Cercavo innanzitutto la qualificazione, ma anche il record era importantissimo. Ora che ho coronato un sogno, voglio ringraziare tutti quelli che in questi anni mi sono stati vicini». L'ultima giornata dei Trials ha regalato anche un'altra grande performance e due clamorose esclusioni. Nei 110 hs, il campione iridato di Goteborg, guarda caso un altro Johnson, Alien, ha mancato per un solo secondo il primato mondiale di Colin Jackson, vincendo in 12"92 la gara che ha visto il ko del favorito Pierce (12"94 in semifinale), caduto sul primo ostacolo. Qualificazione mancata anche per Gwen Torrence, regina dello sprint in precarie condizioni fisiche: soltanto quarta nei 200. Sempre fra le donne, pronostici rispettati, invece, nei 100 hs (Devers in scioltezza) e nel lungo che ha riproposto Jackie Joyner in gran forma: 7,04. Con Michael Johnson, i Trials consegnano all'atletica un altro superman completamente ritrovato: Dan O'Brien, dopo la grande delusione dei Trials del '92 dove fece tre nulli nell'asta a 4,85 che causarono la sua esclusione dai Giochi di Barcellona, potrà finalmente rincorrere il sogno di un oro olimpico, unico alloro che manca al primatista mondiale del decathlon. Il trentenne O'Brien ha mandato un chiaro messaggio ai futuri rivali olimpici con un ottimo 8726 finale. La débàcle del '92 aveva creato seri problemi psicologici al campione, tanto che per un certo periodo Dan si è affidato alle cure del dottor Reardon, psicologo della nazionale Usa. Così O'Brien non è più caduto nei vec- chi errori: il 5,20 finale, che eguaglia il proprio primato personale nell'asta, ha sancito la qualificazione con due prove d'anticipo anche se il 13° posto nei 1500 gli ha impedito di migliorare il proprio record mondiale. «Ho ancora margini di miglioramento in un paio di specialita - ha detto il decatleta - e mi tj'acerebbe battere il mio record ai Giochi. Credo di poter rompere il muro dei 9000 punti». Simone Sandri RECORD DEI 200 20"6 Stanfield (Usa) 1951 20"6 Baker (Usa) 1956 20"6 Morrow (Usa) 1956 20"6 German (Ger) 1958 20"6 Norton (Usa) 1960 20"6 Radford (Usa) 1960 20"5 S. Johnson (Usa) 1960 20"5 Norton (Usa) 1960 20"5 Berruti (Ita) 1960 20"5 Drayton (Usa) 1962 20"3 Carr(Usa) 1963 20"2 Carr(Usa) 1964 20"0 Smith (Usa) 1966 19"83 Smith (Giam) 1968 19**72 Mennea (Ita) 1979 19 "66 M Johnson (tIsa) 1996 A sinistra la grinta in corsa di Michael Johnson; sopra l'attimo finale della gara, con l'enorme vantaggio sui rivali; sotto, la concentrazione del nuovo recordman prima della sua gara