Trap: Italia fuori, ma resta all'avanguardia il tecnico analizza le sfide inglesi, premia Djorkaeff e Casiraghi, e avverte:col pressing tutti eguali di Angelo Caroli

Trap: Italia fuori, ma resta all'avanguardia Il tecnico analizza le sfide inglesi, premia Djorkaeff e Casiraghi, e avverte: col pressing tutti eguali Trap: Italia fuori, ma resta all'avanguardia «Ziegepiace alla Juventus?Ma lui non si muoverà da Monaco» IL PARERE DELL'ESPERTO TRAPATTONI, ma che Europei sono? «Combattuti e interessanti. Con un'etichetta». Quale? «Equilibrio spinto. Chi ha tradizioni alle spalle, vedi Inghilterra, Germania e Spagna, è andato avanti fra difficoltà. E sa perché?». Lo dica lei... «Perché questa apertura a 360 gradi del mercato, con croati, bulgari, romeni, francesi, tedeschi, portoghesi, olandesi e ora anche italiani (leggi Vialli, ndr) che girano per l'Europa, ha permesso agli uni di fare il verso agli altri. Il progresso viene anche dalle miscele». Un esempio specifico? «Il pressing lo fanno tutti, ed ecco l'omogeneità. E, di conseguenza, l'equilibrio». E noi raccogliamo i frutti, visto che siamo i più solleciti a fare razzia sul mercato. «Calma, si sono svegliati anche i tedeschi e gli inglesi. E gli spagnoli sul chi vive sono sempre stati. In quanto ai vantaggi del nostro calcio, diciamo che siamo i più esasperatamente ordinati». A quale squadra va il suo gra¬ dimento in questi Europei? «Alla Francia: associa fantasia, organizzazione, precisione e velocità. Pure il Portogallo è molto gradevole, ma non sempre punge». E a quale giocatore assegnerebbe l'Oscar? «A due, Djorkaeff e Casiraghi: sono sintesi di potenza, agilità e destrezza. Pierluigi ha raggiunto una completa maturità». E l'Italia fatta fuori? «Fatto sorprendente. Ha giocato bene nella partita decisiva, la necessità di ottenere il risultato ha creato qualche perplessità e un blocco psicologico. Poi hanno deciso gli episodi, come un'espulsione e un rigore. Il calcio è anche questo. Peccato, perché se gli azzurri avessero sbloccato risultato e situazione sarebbero andati avanti. Magari fino in fondo». Dunque, questa è un'Italia d'avanguardia nel football? «E che lo scopre ora? Siamo da sempre in cima a certi valori. Non voglio polemizzare, ma possibile che nessuno si renda conto che dagli Anni 60 siamo il Paese pilota nelle manifestazioni per club e rappresentative? E non aggiungo altro perché certi discorsi mi fanno venire la nausea». La Germania, il suo Paese di adozione, e l'Olanda, serbatoi di talenti: perchè hanno reagito in modo diverso? «Carattere, forza fisica ed eclettismo sono il pane dei tedeschi. Manca il condimento della disciplina generale, tattica. Loro lo sanno, ne parlano. E miglioreranno in fretta. L'Olanda sconta gli infortuni di Kluivert, non a posto all'Europeo, e soprattutto di Overmars». Un giudizio sugli inglesi? «Hanno entusiasmato solo con l'O¬ landa. Però la molla del pubblico li fa scattare, in più hanno McManaman che mi piace assai, e Gascoigne l'inventore. Ha visto il gol di Gazza alla Scozia?». Sì, ma non le è piaciuto di più quello di Klinsmann? ((Anche quello è stato un capolavoro. Assieme ai pallonetti di Suker e Poborski, è una delle perle di questi campionati». Calato per noi il sipario europeo, si mastica solo mercato. Qualche nome interessante? «Non sono un mercante del football e poi i nomi illustri sono piazzati. Vedi Djorkaeff, Zidane che ha buona visione di gioco e un lancio prezioso, e poi Figo, Folha che il Porto si tiene stretto, McManaman che dal Liverpool non lo schiodi e che è tipo veloce e insidioso, Shearer, Kiko, Alfonso, Suker che dal Real non se ne va, Jur- kovic, Asanovic e Boban stesso». Ziege piace alla Juve. «Christian non si muoverà da Monaco, parola del Trap. E' un ragazzo d'oro e tatticamente ha grossi margini di miglioramento. E' un'ex ala sinistra riconvertita in difensore. Dunque, con attitudini decisamente offensive». Si adatterebbe all'Italia? «Ziege farebbe bene ovunque». E' vero che vuole Rizzitelli? «Uno con le sue caratteristiche mi può interessare. Dipende da lui e da quanto chiede il Toro. I tedeschi hanno marchi da spendere, ma non vivono fra le nuvole». Come vede Gianluca Vialli al Chelsea? «Maturerà una grande esperienza. In un campionato molto duro può diru la sua». Angelo Caroli Trapattoni: bravi i francesi