Preziose liturgie corali ungheresi Un manoscritto trovato in chiesa eseguito come bis di Armando Caruso

Preziose liturgie corali ungheresi Sacra di San Michele: mille spettatori per il «Canto delle Pietre» Preziose liturgie corali ungheresi Un manoscritto trovato in chiesa eseguito come bis La Sacra di San Michele svettante sul Monte Pirchiriano, ad ogni stagione del «Canto delle Pietre» riserva sorprese, suscita emozioni, attese, ansie. A queir altezza può accadere di tutto: che diluvi, che il vento e le nuvole assumano infernali violenze, che il cielo improvvisamente appaia incastonato di stelle e che mille e più persone si soffermino col naso all'insù per ammirare panorami di contrastante bellezza. Sabato sera mille e più persone hanno assistito alle prodezze vocali della Schola Hungarica di Budapest. «Tropi e Sequenze a Nonantola e nell'Europa Centrale» era il tir tolo del concerto che ha visto impe- gnato il coro diretto da Janka Szendrei e Làszlò Dobszay. Ed è apparso ancora una volta chiaro quanto sia azzeccata la formula del «Canto delle Pietre» organizzato dall'Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, sullo schema originale di Italo Gomez: architettura e musica medioevale appassionano, inchiodano al loro posto lo spettatore, lo rendono partecipe di liturgie a noi assai lontane e forse proprio per questo affascinanti. Superfluo qui sottolineare che la Schola Hungarica è tra le più preparate in assoluto, fautrice di una ricerca storica e musicologica che si traduce in perfette esecuzio¬ ni. Eccellenti le giovanissime cantanti, bravissimi i coristi, tra i quali si sono distinti un tenore e un baritono nel duetto nel «Sermo sancti Augustini Episcopi». Tropi e Sequenze. Ed è stato godimento spirituale. La Schola Hungarica applica con estrema bravura tutte le tecniche corali: dai cori battenti, al contrappunto tra le due sezioni. Quella maschile offre soprattutto nel «basso continuo» un sostegno sonoro efficacissimo al controcanto femminile. Nell'VIII Sequenza le voci «bianche» delle giovanissime coriste si sono superate in un canto di continua contrapposizione armonica al limite d'ogni biscroma, in cui aleggiava una concezione narrativa d'ispirazione orientale. Straordinaria evocazione, che il coro ungherese ha reso appieno, cambiando continuamente posizione, come se disegnasse garbate azioni sceniche. Così alle Sequenze ed alle equilibrate e intonatissime vocalizzazioni degli «Alleluja», si contrapponevano i Tropi in cui stimoli creativi si aggiungevano ai melismi esistenti. Un concerto d'alta scuola replicato ieri sera con una novità: la Schola ha recuperato nella Sacra un manoscritto dedicato a San Michele e l'ha eseguito come bis suscitanto ulteriore ammirazione. De «Il Canto delle Pietre», edizione 1995, è in vendita presso le abbazie e i castelli sede dei concerti, il video realizzato dalla Regione Piemonte. Armando Caruso La Sacra di San Michele concepita non solo come luogo di preghiera ma come baluardo

Persone citate: Italo Gomez, Janka Szendrei, Schola

Luoghi citati: Budapest, Europa Centrale, Nonantola, Piemonte