Zawinul sul Danubio e il nuovo Michael I Dischi

Raiuno, la Ferracini: «La violenza e i bambini? Un discorso che oggi è di moda» 1 DISCHI Zawinul sul Danubio e il nuovo Michael NON torna solo Lassio. Sono diversi i nomi celebri del rock-pop più inventivo che si riaffacciano sul mercato discografico dopo periodi di assenze più o meno lunghi. Alcuni di questi de saparecidos offrono dischi sorprendenti per le scelte musicali. La maggiore curiosità porta il nome di Joe Zawinul, fondatore alla fine degli Anni 70 dei Weather Report dopo aver suonato jazz a fianco di «Cannonball» Adderley e poi del Milos Davis influenzato dal rock. Con «Stories of the Danube» (Philips, 1 Cd) ci spiazza: si tratta di una sinfonia. E' un ritorno alle origini, lui viennese e studente di piano al conservatorio? Non proprio, visto che confessò: «Non mi è mai piaciuta la musica classica, ma ne rispetto i compositori di genio, da Mozart a Puccini, da Bach a Beethoven». E il disco non ha l'andamento classico della sinfonia, uno stile predominante, bensì segue l'evoluzione di una improvvisazione, e le differenti parti si sviluppano dalla suite in movimenti indipendenti. Le musiche di «Stories of the Danube» sono il risultato di una richiesta fatta a Zawinul dalla Brucknerhaus di Linz. E furono eseguite la prima volta all'apertura del Festival Brurkner del '93. Le composizioni ricordano quegli straordinari collage di diverse influenze prodotti con i Weather Report. Canti folk (straordinario quello turco), danze, ballate, arie colte si intrecciano per un risultato di grande seduzione, cui contribuiscono gli archi e i fiati dell'Orchestra sinfonica di Brno. In buona sostanza Zawinul ha trasposto in musica tutti i suoi ricordi d'infanzia viennese, quelle atmosfere cosmopolite poi arricchite negli Stati Uniti. Un'ammaliante autobiografia scritta sul pentagramma. Dopo sei anni di sosta forzata (beghe legali con il discografico), George Michael dimentica le leggerezza dei Wham! e alza notevolmente il livello con «Older» (Virgin, 1 Cd), Michael, oltre a pen- sarlo, questo disco l'ha realizzato praticamente da solo. Un disco pop di gran classe, in cui si parla dell'altalena della vita con grande maturità. Grandi sentimenti espressi in forme ricche di fascino e calore umano. Son tornati anche gli Everything but the girl. «Walking wounded» (Virgin, 1 Cd) ne sottolinea anche un cambiamento. Al duo inglese, la scintilla della novità l'hanno fatta scattare quegli artigiani del trip-hop che sono i Massive Attack, cui Tiacey Thorn prestò la magnifica ed eterea voce ai loro esperimenti elettronici. Il matrimonio convinse anche Ben Watt, mente pensante del duo, che prima ristilizzò con successo il brano «Missing», poi prese a costruire questo album. Lontani dagli effetti propagandistici della disco music, «Walking wounded» regala ritmi sintetici con grande eleganza, una techno intimista che evoca la solitudine meglio di una chitarra secca, dove l'aritmia delicata di queste invenzioni cameristiche esprime l'instabilità emotiva. Musica di qualità, ideale scatola per la fiabesca melanconia della voce della cantante. A4 anni da «Wish», riecco i Cure. Anche per loro l'attesa ha partorito novità. «Ispirato da una notte particolare in Messico» ha definito «Wild inood swings» (Polydor, 1 Cd). Dal lato musicale non ci sono corposi cambi nella formula - qualche tastiera alla Simply Red tra tristi ballate e archi ad effetto). Sono più sensuali i testi, si va oltre il romanticismo fino a scoprire il sesso. Alessandro Rosa

Luoghi citati: Messico, Stati Uniti