Uccelli e maschere alpine sotto il segno di Brancusi Aosta, le sculture lignee di Adolf Vallazza

Uccelli e maschere alpine sotto il segno di Brancusi Aosta, le sculture lignee di Adolf Vallazza Uccelli e maschere alpine sotto il segno di Brancusi A AOSTA prima vista sembra singolare che Fred Licht, curatore del Museo Guggenheim di Venezia e autore di studi sulla scultura del XIX e XX secolo, su Canova e su Nivola, presenti in catalogo l'esposizione in San Lorenzo (fino al 30 giugno) di un anziano scultore in legno di Ortisei: Adolf Vallazza. Ma basta un colpo d'occhio sul paesaggio di antichi legni che popola l'interno della chiesa adibita a spazio espositivo per comprendere l'incontro tra una grande tradizione alpina e le radici di tutto un filone della scultura del XX secolo (che ha trovato ampia ospitalità nella collezione di Peggy Guggenheim). E' carattere peculiare della tradizione alpina, rappresentata dagli altari a sportelli gotici e a tempietto barocchi, la simbiosi fra la «grande» scultura e lacarpenteria lignea. L'uso di Vallazza, per le strutture essenziali delle sue composizioni, di tavole o frammenti di legno antico, istituisce e costituisce il legame di fondo fra materia e forme della memoria storica delle popolazioni alpine e della loro arte, espressione tipica del nostro secolo dell'assemblaggio scultoreo. Specialmente negli Uccelli, ma altrettanto nelle Maschere, emerge il fascino singolare di un mondo d'immagine che non tradisce il suo radicamento popolare alpino: in alcuni casi questo radicamenteo è duramente espressionistico, azzannante, tagliente, anche se resta la consapevolezza di una storia artistica contemporanea che scorree da Brancusi al Dada zurighese (in cui le «masche» alpine ebbero un ruolo importante), fino a Ernst e al primo Giacometti. Marco Rosei

Luoghi citati: Aosta, Ortisei, Uccelli, Venezia